lunedì 1 maggio 2017

L’abusivismo edilizio prospera perché i Comuni e la Regione Sardegna dormono - Stefano Deliperi

La fantasia – incredibile – permea anche gli animi di calcestruzzo degli abusi edilizi. Non solo mattoni e volumetrie, ma pennellate di estro e spregiudicatezza. Se Crotone, in Calabria, per realizzare finti agriturismi e veri complessi turistico-immobiliari sul mare si stipulano compravendite di terreni con persone già decedute, Pula, in Sardegna, si realizzano ville abusive dentro serre per ortaggi.
L’ennesima operazione contro l’abusivismo edilizio in Sardegna è stata portata a termine dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale che ha provveduto – su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari – al sequestro preventivo di otto ville di circa 120 metri quadri di superficie ognuna realizzate all’interno di serre agricole nella località costiera di Agumu, in Comune di Pula (CA). Nessuna autorizzazione paesaggistica, nessun permesso di costruire, totalmente abusive. Indagato l’imprenditore Simone Palomba (50 anni, di Pula), che, disinvoltamente, aveva già provveduto all’accatastamento in corso d’opera. La vicenda ha conquistato la ribalta nazionale, ne ha parlato Il Corriere della Sera (“Sardegna, ville abusive vista mare nascoste sotto serre agricole”, di Claudio Del Frate, 31 marzo 2017), ne parlerà il 3 maggio 2017 “Avanti il prossimo” (ore 21.05) su TV2000, con un servizio di Antonella Ferrara.
Ovviamente al Comune di Pula, che pure aveva ricevuto i primi documenti per un improbabile condono edilizio, nessuno aveva visto, nessuno sapeva nulla. E pare che il sonno prosegua, visto che non si ha notizia delle pur dovute ordinanze di sospensione dei lavori e di demolizione e ripristino ambientale. Magari concentrati su come riempire di ombrellini colorati il cielo o su come far divertire i bambini senza bastonare i criceti, il controllo del territorio sembra passato proprio in secondo piano. Così, negli anni scorsi, sempre sulla costa di Agumu, nessuno si era accorto del campeggio-villaggio abusivo “Golfo dei Fenici”, oggetto di azioni legali del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e degli Amici della Terra e poi posto anch’esso sotto sequestro preventivo (2010). Agumu per il Comune di Pula significa altro: occhi, anima e cuore solo per il folle progetto di porto turistico e insediamenti edilizi, a due passi dall’area archeologica punico-romana di Nora, posta in pericolo da simili progetti.
Ma non si tratta certo di un caso isolato. Nessuna attenzione per la vigilanza sul territorio, scarsa voglia di rompere le uova nel paniere all’imprenditoria locale più o meno disinvoltaantipatia per la legalità sono troppo spesso il filo conduttore delle politiche ambientali di tanti Comuni, in Sardegna e nel resto d’Italia. Il quadro dell’abusivismo edilizio in Sardegna rivela, infatti, un numero consistente di casi nelle aree di maggiore interesse ambientale. Secondo i dati dell’Agenzia del Territorio (2012), al 31 dicembre 2011 le unità immobiliari abusive in Sardegna erano 46.877, sesta regione in Italia per numero di casi (2.799) su 100.000 residenti (prima la Calabria con 4.587).
Fra gli anni ’80 e gli anni ’90 del secolo scorso sono state eseguite in sede sostitutiva (su richiesta dei Comuni ai sensi della legge regionale n. 23/1985) oltre 1.100 ordinanze di demolizione relative ad abusi edilizi non condonabili secondo quanto previsto dalle leggi nn. 47/1985, 724/1994 modificata con 662/1996, 326/2003 e successive modifiche ed integrazioni (cioè realizzati in aree tutelate con vincolo di inedificabilità assoluto) da parte del Servizio vigilanza in materia edilizia dell’Assessorato EE.LL., finanze, urbanistica della Regione autonoma della Sardegna. Sono stati, quindi, demoliti circa mc. 300.000 di volumetrie abusive (in gran parte fra il 1986 ed il 1987, con una breve ripresa fra il dicembre 1994 ed il gennaio 1995). Ogni anno vengono emesse dai Comuni sardi almeno un migliaio di ordinanze di demolizione di abusi edilizi: quasi nessuna viene eseguita dal trasgressore. Ma Comuni e, in via sostitutiva, Regione non demoliscono nemmeno un mattone abusivo da più di vent’anni. Senza vergogna.

In questi anni è stata solo la Magistratura a provvedere alla repressione dell’abusivismo edilizio in Sardegna. La competente Procura della Repubblica, per legge, è infatti destinataria degli obblighi di esecuzione degli ordini di demolizione e di ripristino ambientale contenuti nelle sentenze penali passate in giudicato per reati ambientali e urbanistici. Le Procure della Repubblica di Cagliari, di Lanusei e di Tempio Pausania, nel corso degli ultimi 15 anni, hanno portato a compimento interventi di demolizione e ripristino ambientale in esecuzione di più di 250 sentenze penali passate in giudicato. Ancora non si vuol capire che non si fa turismo con la speculazione edilizia, soprattutto se abusiva. L’ambiente e i beni culturali sono la nostra prima ricchezza, sarebbe ora di riconoscerlo con fatti concreti.

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