venerdì 6 novembre 2015

è dura essere vegani

Che la diatriba carne, pesce contro alimenti vegetariani e vegani sia di grande attualità è ormai cosa nota, soprattutto dopo le ultime indicazioni Oms che mettono in guardia da un uso eccessivo delle carni lavorate. Ma che si potesse addirittura arrivare alle mani per differenti visioni 'nutrizionali' e stili di vita sembra davvero troppo. Invece è successo. Luogo: mercato di Testaccio.Protagonisti: colleghi banchisti. Vittima: Barbara, proprietaria del box 83 Vegan Store che propone alla sua affezionata clientela alimenti 100% vegetali, affettati e formaggi vegan, spezie e prodotti dal mondo, prodotti ayurvedici, cosmesi naturale rigorosamente cruelty free. Un clima di tensione si respirava già da tempo, ma ieri si è superato ogni limite e dalle minacce si è arrivati all'aggressione. Una pescivendola, secondo il racconto di Barbara in esclusiva a Radiocolonna.it, l'avrebbe presa a schiaffi e spintoni dopo una serie di battibecchi tra vicini di box. Non piacciono i profumi dei prodotti in vendita, gli incensi, i volantini, l'aiuto che Barbara offre ai bambini rom e gli animali che possono accedere al banco: "Tutto condotto nell'igiene e nella legalità", ribadisce Barbara.

E così dopo l'ultima discussione con toni minacciosi la banchista avrebbe affrontato Barbara sferrandole un ceffone sul viso e spingendola via. "Nessuno ha fato nulla, nessuno ha mosso un dito. Stavano tutti a guardare", spiega ancora scioccata la vegana. "Solo una bambina rom che spesso aiuto si è messa in mezzo, difendendomi", afferma Barbara. "Tutti i bancarellari hanno visto, quelli di fronte hanno riso, giacchè hanno chiesto loro l'intervento della bifolca, e tutti gli altri non hanno fatto nulla", rivela ancora. "Tu sei l'urtima arivata e fai come dimo noi e si nun te sta bene appena se ne vanno te damo foco ar banco!!!". Questa l'ultima frase detta davanti alla polizia chiamata a intervenire, che, a detta di Barbara non avrebbe preso alcun provvedimento in nome del quieto vivere. Barbara si è poi rivolta ai Carabinieri. "Denuncio questo fatto, perché non è possibile vivere in questo clima di terrore. Rispetto tutte le regole e sono nella legalità. Non voglio sottostare alle minacce", spiega la banchista vegana.

E su Facebook poco fa Barbara aggiorna i suoi amici e clienti preoccupati per la situazione: "Le bambine (rom - ndr) poco fa mi hanno chiamato da un call center e mi hanno detto che domani non faranno elemosina, e staranno tutta la mattina lì davanti..per difendermi, per la gioia degli aggressori! Che tenerezza..la storia si ripete, gli ultimi sono i più veri, la verità è scomoda, chi ha poco da perdere è pronto a rischiare tutto...Siamo nel giusto". (gc)



Con il box dirimpettaio, una salumeria, il clima sarebbe pesante da tempo poiché i vicini mal tollerano che il “Vegan Store” esponga volantini che incoraggino l’adozione di una alimentazione vegana, per i profumi dei suoi prodotti e dei suoi incensi, per il fatto che animali e bambini rom possano accedervi  (sia pure tutto nel rispetto dell’igiene e della legalità).
Ad aggredire Barbara sarebbe stata, a sorpresa, una pescivendola con la quale mai aveva avuto interazioni di alcun tipo, che ha anche danneggiato vari prodotti facendoli cadere; a difenderla solo una bambina rom, nell'indifferenza dei pochi presenti a quell’ora (erano le 13.30 -14.00).
“E’ comprensibile che coloro che commerciano alimenti animali non amino chi commercia alimenti non animali essendo una testimonianza concreta di scelte etiche che sempre più persone praticano” – dichiara David Nicoli, responsabile LAV Roma – “ma giungere a vessare e aggredire chi ha una regolare attività commerciale di prodotti vegani è estremamente grave e intollerabile. La scelta vegana non fa male a nessuno, se tutti consumassimo più alimenti vegetali ne beneficerebbero certamente gli animali ma anche molto la nostra salute, quella del pianeta e perfino le popolazioni affamate del terzo mondo. Dal momento che questo fatto esecrabile è avvenuto in un mercato comunale, chiediamo al Commissario prefettizio Tronca di testimoniare concretamente solidarietà all’aggredita.”

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