sabato 20 settembre 2025

Una guerra per distruggere la sanità pubblica – Alberto Capece

 

Ho visto cose… meglio le ho sentite perché un breve viaggio mi ha messo a contato con l’informazione, si fa per dire, a cui milioni di persone vengono esposte  ogni giorno. E dire che c’è ancora chi ha nostalgia della radio, ormai un regno di musicaccia e di minus habens irregimentati che tentano di semplificare le già orrendevoli balle dell’informazione paludata. Mi è toccato così ascoltare non solo i patetici tum tum dei brani, ma anche i tam tam  di governo che si prepara alla guerra o quanto meno fa finta di farlo, così come accade in Francia e in Germania. Ma c’è un fatto strano, del tutto inedito in tutta la storia conosciuta, che mi spinge al sospetto: non si parla di uomini, di addestramento, di strategie, di produzione di armi che non ci sono e che sono invecchiate in pochi anni come un Dorian Gray senza ritratto, ma si pensa di adeguare l’attività ospedaliera ad accogliere vagonate di feriti. E siccome mediamente per tre feriti, c’è un morto sarebbe bene adeguare anche i cimiteri. Ma forse questo è meglio non dirlo: dopotutto parlare di feriti rende tutto più simile a un cartone animato, nei quali ci si può far male, ma comunque non si muore.

Tutto questo è davvero molto strano, anzi complessivamente privo di senso, come del resto gran parte del discorso e della  vita pubblica italiana, dove ormai una qualunque verità è nemica sia dell’uno che dell’altro corno della politica politicante. Se poi si è incatenati a un Paese imperialista che sta perdendo la testa e che trova nei massacri i suoi valori ultimi, si può capire il livello di insensatezza a cui si è giunti. Questo non significa tuttavia che le parole non abbiano un peso specifico e non tendano a qualcosa che viene nascosto dietro la follia. Che questa faccenda degli ospedali pronti per una guerra sanguinosa che comunque nessuno ha la possibilità di fare davvero, si è diffusa troppo in fretta e con troppa coordinazione nel continente per non suscitare il sospetto che abbia un obiettivo ben diverso da quello ufficiale: ovvero di favorire il definitivo smantellamento della sanità pubblica. Se adesso solo pochi raccomandati possono evitare file impossibili per visite, esami e interventi, figurarsi quando gli ospedali dovranno prepararsi ad accogliere gli eroi del futuro conflitto e puntare molte delle loro risorse sulla medicina di emergenza. Dal momento che questi, dico i burattini dei poteri finanziari, hanno tutta l’intenzione di smenarcela per anni con una guerra che non sono in grado di fare, ecco che la conseguenza sarà da una parte una oggettiva diminuzione dei già scarsi servizi efficaci, costringerà ancora più persone a doversi rivolgere alle strutture private e ultimo, ma non ultimo, ci sarà una specie di militarizzazione della sanità che verrà molto utile nel caso  che qualche laboratorio vorrà regalarci una nuova psicopandemia. Presentat arm al nuovo generale virus Taldeitali.

I venti di guerra in questo senso sono utilissimi per preparare la nuova forma di fascismo di cui pochissimi hanno il sentore e men che meno quelli che fanno dell’antifascismo un  mestiere o una facile via d’uscita dalla necessità di pensare.  Lo avevano già preconizzato sia Pasolini e che José Saramago: “Non verrà con camicie nere, né brune, né cose simili. Ma la mentalità fascista sta lì, è tornata. Davanti all’impotenza della democrazia, ormai in crisi. C’è una deriva molto chiara della società europea in direzione dell’estrema destra”. Tale destra, a scanso di equivoci facili e banali, non è certo quella della Meloni o dell’Afd o di altri movimenti che vengono accusati di essere tali in funzione di mere vicende  elettorali. È invece una questione culturale più profonda che ha la sua radice in una concezione radicalmente individualistica e reciprocamente antagonista delle persone: ciò ha permesso di dislocare diritti e libertà da un ambito sociale a quello meramente personale. Così, mentre si perdono i diritti sul lavoro, il diritto all’assistenza sanitaria, alla pensione e alle tutele del welfare, si acquisiscono ipotetici diritti di poter essere ciò che si vuole. Si tratta semplicemente di decorare le sbarre con manifesti colorati. E molti nemmeno se ne accorgono.

da qui

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