In base ai National Footprint & Biocapacity Accounts (NFA) calcolati dal Global Footprint Network, l’Earth Overshoot Day di quest’anno, ovvero il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra, cade il 28 luglio.
Il Ministro dell’Ambiente, dell’Acqua e della Transizione Ecologica
dell’Ecuador, Gustavo Manrique, inaugura l’Earth
Overshoot Day di quest’anno con il sostegno di numerosi Ministri dell’Ambiente
di tutto il mondo. La giornata ci ricorda che il perdurare del
sovrasfruttamento delle risorse terrestri da ormai oltre mezzo secolo ha
portato a un enorme declino della biodiversità, a un eccesso di gas serra
nell’atmosfera e a una maggiore competizione per l’energia e le risorse
alimentari. Sia le cause che i sintomi di questo sovrasfruttamento stanno
diventando sempre più evidenti con ondate di calore insolite, incendi boschivi,
siccità e inondazioni.
Le conseguenze delle pressioni economiche sono già visibili. La ricerca del
Global Footprint Network mostra infatti che più di 3 miliardi di persone vivono ad oggi in
Paesi che producono meno cibo di quanto ne consumano e generano meno reddito
della media mondiale. Ciò significa che questi Paesi hanno una capacità
alimentare inadeguata e un enorme svantaggio nell’accesso al cibo sui mercati
globali. Allargando il discorso a tutte le risorse, non solo quelle alimentari,
il numero di persone esposte a questa doppia sfida – economica ed ambientale –
sale a ben 5,8 miliardi di persone.
“L’Earth Overshoot Day dimostra che l’attuale modello economico, basato su
produzione e consumo, non è compatibile con l’intenzione di continuare ad
abitare questo pianeta. Per proteggere meglio le risorse naturali del nostro
pianeta e gestire la nostra domanda su di esse, è necessario intraprendere
azioni concrete e congiunte volte a un nuovo modello di sviluppo basato sulla
sostenibilità e sulla rigenerazione. Dall’Ecuador chiediamo al mondo di
impegnarsi per questa causa”, spiega il ministro Gustavo Manrique.
“La sicurezza delle risorse naturali sta diventando un parametro essenziale
della forza economica. Non c’è alcun vantaggio nel temporeggiare. Piuttosto, è
nell’interesse di ogni città, azienda o nazione proteggere la propria capacità
di operare in un futuro inevitabile di maggiori cambiamenti climatici e
scarsità delle risorse”, afferma Mathis Wackernagel, fondatore del Global
Footprint Network.
“Le città rappresentano la chiave per la trasformazione. Quito per la conservazione
delle aree protette, Santiago del Cile per il numero di autobus elettrici o
Bogotà per le piste ciclabili dimostrano come i governi locali diano alle loro
città maggiori possibilità di avere un futuro solido”, afferma Sebastian
Navarro, segretario generale di CC35, la Coalizione delle Città Capitali delle
Americhe per la lotta al cambiamento climatico.
Invertire questa tendenza non è soltanto possibile, ma farlo porterà
vantaggi economici a coloro che guideranno il cambiamento. Sono infatti molteplici
le possibilità economicamente
valide che riducono al contempo l’Overshoot, tra cui:
Dimezzare gli sprechi alimentari a livello globale, come avviene in molte
iniziative comunitarie in tutto il mondo, farebbe spostare la data
(#MoveTheDate) dell’Earth Overshoot Day di 13 giorni.
Migliorare le infrastrutture ciclabili urbane in tutto il mondo, in linea
con gli standard che attualmente troviamo nei Paesi Bassi, ha il potenziale di
far spostare la data dell’Earth Overshoot Day di 9 giorni.
Produrre energia con eolico on-shore a costi competitivi, come avviene in
Danimarca e Germania, ha il potenziale di far spostare la data dell’Earth
Overshoot Day di almeno 10 giorni.
“Il potere delle possibilità ci dà esempi di come costruire il futuro di
cui abbiamo bisogno”, afferma Wackernagel.
Fatti chiave dell’Earth Overshoot Day
Per rigenerare tutte le risorse ed i servizi ecosistemici che l’umanità
attualmente richiede al pianeta sarebbe necessaria la biocapacità di 1,75 Terre.
Il 60% dell’Impronta Ecologica
mondiale è costituito dalle emissioni di anidride carbonica. Per evitare un cambiamento
climatico inarrestabile, è necessario azzerarle entro il 2050, senza aumentare
le altre componenti dell’Impronta.
3 miliardi di persone vivono
in Paesi che producono meno cibo di quanto ne consumano e generano meno reddito
della media mondiale.
Il cibo da solo occupa oggi il 55%, cioè più della metà, della biocapacità
della Terra.
5,8 miliardi di persone, ovvero
il 72% della popolazione mondiale, vive in un Paese che ha un deficit di
biocapacità e che produce meno reddito della media mondiale.
Quest’anno, ben 156 giorni separano l’Earth Overshoot Day – ovvero il Giorno
del Sovrasfruttamento della Terra – dalla fine dell’anno.
Il perdurare da 50 anni di questa situazione di sovrasfruttamento delle
risorse naturali significa che i deficit annuali si sono accumulati in un
debito ecologico pari a 19 anni di rigenerazione del pianeta. Il
risultato è un degrado diffuso degli ecosistemi e l’accumulo di gas serra in
atmosfera.
Ritardando l’Earth Overshoot Day di 6 giorni ogni anno, l’umanità riuscirà
a rientrare al di sotto dei limiti di un pianeta prima del 2050. Per seguire il
percorso ideale, definito dello scenario IPCC 1,5°C, dovremmo spostare la data
di 10 giorni all’anno.
Esistono molte possibilità, economicamente valide,
per invertire l’Overshoot. Queste iniziative hanno anche una maggiore
probabilità di veder accrescere il proprio valore economico rispetto a quelle
che contribuiscono all’Overshoot.
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