Quando, pochi
mesi fa, in Italia, è stata prospettata la possibilità di tassare le bevande
gassate e zuccherate, non s’è fatto neppure in tempo a rendere noti i dettagli
del provvedimento che s’è sollevata una selva di commenti poco motivati,
accompagnati da strumentalizzazioni politiche.
In molti altri paesi, si discute o si sperimentano
forme di soda tax per cercare di capire se essa possa rappresentare una
strategia efficace nella guerra all’obesità dilagante. La Francia, ad esempio,
l’ha già adottata imponendo su ogni lattina 2 centesimi di euro, ma sull'entità
minima necessaria affinché la tassa sia efficace c'è ancora dibattito.
Per
dominare la
situazione sotto il profilo quantitativo, gli esperti dell'Università di
Auckland e di Wellington, in Nuova Zelanda, hanno raccolto gli studi
scientifici effettuati e ne hanno analizzati 32, tutti condotti in paesi
industrializzati, appartenenti all'OCSE e caratterizzati da un elevato consumo
di bevande zuccherate.
Lo studio, che è stato pubblicato questo mese su PLoS One, ha dimostrato che un incremento del 10% del
prezzo di vendita delle bevande zuccherate e gassate può ridurrne il consumo,
dall’1 al 24%, a seconda delle diverse situazioni dei vari paesi…
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