sabato 24 febbraio 2024

Aquí tamén se fala galego

 

 

Il galiziano è la seconda lingua più parlata in Europa tra quelle non ufficiali. Ha più parlanti di slovacco, sloveno, maltese, islandese o gaelico, ed è tra i trenta idiomi più diffusi su internet, spiega la Real academia galega, l’istituto che da più di un secolo ne promuove lo studio. È una lingua dinamica, vitale, ma rispetto al passato lo parlano molte meno persone, soprattutto tra i giovani e gli abitanti delle città della Galizia, la comunità autonoma nel nordovest della Spagna. Per colpa di politiche che da sempre cercano di screditarlo, e per il pregiudizio sociale.
 

 

In occasione delle ultime elezioni comunali a La Coruña, per esempio, un cittadino indignato ha scritto a un giornale locale perché nella cassetta delle lettere riceveva solo volantini elettorali in galiziano. Quella lettera ha spinto Carla, un’utente venticinquenne di X (ex Twitter), a condividere il suo calvario da parlante galiziana. Carla racconta di essere cresciuta con i nonni in una zona rurale e che il galego è stata la prima lingua che ha imparato. Alla scuola d’infanzia lo parlavano tutti i bambini, ma quando è passata alle elementari, in un villaggio vicino, solo due compagni su trenta lo conoscevano. E se le scappava qualche frase in galiziano la maestra la riprendeva subito. “Ci hanno fatto credere che il galiziano fosse una lingua di seconda scelta”, e che chi lo usava fosse “stupido, ignorante, strano”, continua la ragazza. “E sì, so parlare spagnolo”, ha concluso, “ma non so come essere completamente me stessa in spagnolo. Non so essere divertente, per esempio, so amare solo in galiziano. So arrabbiarmi solo in galiziano”. Le sue riflessioni hanno aperto un dibattito tra gli insegnanti della regione, denunciando una discriminazione e una pressione sociale contro cui le scuole fanno poco o nulla.

In Galizia quasi un giovane su tre sotto i vent’anni non sa cavarsela con il galego, anche se la legge prevede che una parte delle attività didattiche sia svolta in questa lingua. Circa l’8 per cento ha dichiarato di non saperlo “per niente” e un altro 22 per cento ha detto di avere “difficoltà” a capirlo, scrive El País riportando gli ultimi dati disponibili.

Il quotidiano spagnolo ha chiesto a tre adolescenti che frequentano le superiori a La Coruña e che provengono da famiglie in cui si parla galiziano come vivono il loro rapporto con la lingua che hanno imparato da piccoli. Uno di loro, Román Rojo Campaña, dice che nella sua scuola ci sono studenti di quaranta nazionalità diverse, per cui “anche capirsi in spagnolo è un problema”. Lui ha deciso di seguire una sorta di “bilinguismo armonioso” con i compagni. Raúl Martínez Leis, di diciassette anni, spiega invece di essere cresciuto in un paesino di ottocento abitanti dove tutti parlavano galego, a cominciare dagli amici con cui passava i pomeriggi a giocare a calcio. Quando si è trasferito in città, il cambiamento è stato brutale e ha dovuto abbandonare il galiziano per integrarsi. Ora però partecipa a una campagna di promozione linguistica che è partita dal suo istituto e si è già diffusa in 180 scuole della comunità autonoma. Si chiama “Aquí tamén se fala”: anche qui si parla (il galiziano).


(da Internazionale)

 

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