sabato 31 marzo 2012

Caro Sindaco e il bilancio partecipato

Caro Sindaco, 
Come cittadine e cittadini responsabili e informati, sappiamo che, dopo la manovra Monti, l’Amministrazione si troverà di fronte a decisioni difficili e impopolari: tagliare ulteriormente i servizi pubblici essenziali oppure uscire dal Patto di Stabilità.
Del resto già negli ultimi due anni, la discussione e l’approvazione del Bilancio del Comune di Venezia sono avvenute costantemente in un clima di emergenza che ha portato a una serie di decisioni dell’ultimo minuto, adottate esplicitamente con l’obiettivo di fare cassa per salvare in qualche modo il salvabile. Abbiamo così assistito all’impoverimento del patrimonio pubblico con la vendita di proprietà immobiliari di grande importanza per la vita e il futuro della città.

Si può affrontare questo momento difficile in modo da trasformarlo in un’opportunità per giungere a scelte migliori e non vissute come imposizioni dall’alto, con un guadagno per la crescita della democrazia e della coesione del tessuto sociale?
Noi pensiamo di sì e per questo, sulla scorta di tante, tantissime esperienze anche italiane, La invitiamo ad aprire immediatamente un percorso di democrazia partecipativa sul bilancio comunale 2012. 
Abbiamo davanti un tempo ragionevole per compiere tutto l’iter necessario:

- illustrare ai cittadini con linguaggio accessibile la situazione delle risorse disponibili, delle entrate e delle uscite della finanza comunale e i dati correlati con un Town Meeting (= incontro pubblico aperto alla città); 
- formulare, attraverso il lavoro di una commissione aperta seguendo l'esperienza di altri Comuni, una proposta di bilancio che individui le scelte e le priorità nell’uso delle risorse; 
- giungere a proporre, grazie a questo percorso - in cui ogni tappa sarà trasparente e pubblica - le soluzioni adeguate e condivise.

Riteniamo infatti che coinvolgere  e spiegare il senso della difficoltà economica che stiamo vivendo sia un presupposto fondamentale affinché tutti se ne sentano partecipi. In tal modo l'Amminstrazione offrirà ai cittadini strumenti di conoscenza della gravità dei problemi e dei vincoli di Bilancio, ma anche capacità di giudizio e di voce in capitolo sulle scelte da fare. Un percorso dunque che permetterebbe di recuperare quel “senso del comune” che è necessario per uscire dalla crisi.

Soprattutto nella situazione attuale del nostro Paese e della nostra città il Bilancio non può essere dunque ridotto a un mero processo amministrativo ma diviene un cruciale atto di indirizzo politico, che richiede una piena condivisione della cittadinanza alle scelte che incidono sulla vita delle persone e sul futuro della città.

Caro Sindaco,
siamo certi che Lei, insieme alla Giunta e al Consiglio Comunale, assumerà con chiara volontà politica questa richiesta, che mira ad avviare ben più di una ‘buona pratica’ di governo cittadino, perché, come è noto, tutte le esperienze ‘reali’ di Bilancio partecipativo consentono di affrontare i problemi insieme, con una crescita della cittadinanza, degli amministratori e un migliore utilizzo delle risorse e conseguentemente della qualità complessiva della vita della città.
Il titolista forse ha leggermente calcato la mano nel descrivere questo processo come democrazia diretta, però certo è un esperimento di superamento del normale modello rappresentativo con una interessante novità. Quella del sorteggio. In Italia poche volte si è creata una assemblea di cittadini con poteri così forti, tramite estrazione a sorte. Mentre nei paesi anglosassoni, le esperienze cominciano ad essere varie e significative, nel nostro paese questa è ancora una rarità.
Cosa sta succedendo a Capannori? Si sta facendo un bilancio socio-partecipativo (come lo chiamano loro), in cui gli 80 cittadini partecipanti sono stati estratti a sorte dalle liste elettorali in modo che rispecchino demograficamente la composizione della società.
Questi 80 cittadini discuteranno di progetti da realizzare con  400.000 euro.Forse questa è la debolezza di tutto il processo. Perchè poi nel percorso è stato stabilito che gli 80 si dividano in 4 parti corrispondenti alle 4 circoscrizioni ed ugnuna studi le sue proposte, da effettuarsi quindi con 100.000 euro a testa.
Un po’ pochino su una popolazione di 46.000 abitanti. Il bilancio 2011 del comune, risulta infatti di 89 milioni di euro. La somma di 400.000 euro che sarà discussa in questo processo partecipativo, significa che lo 0,45% del Bilancio Comunale verrà deciso dai cittadini e il 99,55% dai rappresentanti.
Tutto da gettare quindi? No. Anzi, il processo “Dire, fare, partecipare” sembra studiato molto bene.
Cos’è Dire Fare Partecipare?

È un percorso di partecipazione ideato dal Comune di Capannori e finanziato dall’Autorità Regionale per la Partecipazione.

A cosa serve?

L’obiettivo principale del percorso di partecipazione è quello di creare nuovi spazi di discussione e nuovi strumenti operativi che consentano ai cittadini di incidere nella definizione delle politiche del Comune.

Viene realizzato un nuovo strumento di partecipazione, “il bilancio socio-partecipativo”, che consente alla cittadinanza di:
a) conoscere e valutare le attività realizzate e i servizi erogati dal Comune;
b) indirizzare la gestione del Comune attraverso la richiesta di nuovi servizi;
c) progettare e scegliere opere pubbliche da realizzare sul territorio comunale nel 2012…
Il Bilancio Partecipativo o partecipato è una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria città (democrazia diretta).
L'esperienza più celebre di bilancio partecipativo si è avuta a Porto Alegre (Brasile), città di 1,3 milioni di abitanti. L'esperienza di Porto Alegre ha avuto inizio nel 1989. Il fine era quello di permettere ai cittadini di partecipare attivamente allo sviluppo ed alla elaborazione della politica municipale.
La partecipazione si realizza innanzitutto su base territoriale: la città è divisa in circoscrizioni o quartieri. Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione di ciascuna circoscrizione è invitata a precisare i suoi bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente,educazione, salute...). A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (sindacati, imprenditori, studenti..). Ciò permette di avere una visione più completa della città, attraverso il coinvolgimento dei cosiddetti settori produttivi della città. La municipalità o comune è presente a tutte le riunioni circoscrizionali e a quelle tematiche, attraverso un proprio rappresentante, che ha il compito di fornire le informazioni tecniche, legali, finanziarie e per fare delle proposte, attento, però, a non influenzare le decisioni dei partecipanti alle riunioni.
Alla fine ogni gruppo territoriale o tematico presenta le sue priorità all'Ufficio di pianificazione, che stila un progetto di bilancio, che tenga conto delle priorità indicate dai gruppi territoriali o tematici. Il Bilancio viene alla fine approvato dal Consiglio comunale.
Nel corso dell'anno, attraverso apposite riunioni, la cittadinanza valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell'anno precedente.
Di solito le amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi di cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale. Nel caso di Porto Alegre si è partiti dal 10% del bilancio comunale, fino ad arrivare, lentamente, al 25%...

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