domenica 9 agosto 2020

Amore per il ciclismo - Ravi P. Bhatia

Molte persone di tutte le età adorano andare in bicicletta per lavoro o per esercizio o semplicemente per divertirsi; di solito hanno le loro biciclette, ma possono anche noleggiarne una per un giorno o per poche ore.

Quando ero un bambino di dieci anni non avevo una bici tutta mia, quindi avrei noleggiato una bicicletta per un’ora, con un importo insignificante anche per quei tempi. Vedendo quel desiderio, mio padre mi ha regalato una nuova bicicletta per il compleanno. Che bel regalo! Col nuovo dono pedalavo per lunghe ore, svolgevo compiti vari per la casa, incluso l’acquisto di verdure. Quando la scuola ha riaperto, la bici era il mezzo per andare a lezione, con mia sorella minore seduta dietro.

Qualche anno fa, a Osaka in Giappone, ho notato una situazione molto insolita per quanto riguarda il ciclismo: fuori dai negozi, dai ristoranti o da altri luoghi pubblici, si possono vedere delle biciclette parcheggiate; se hai bisogno di andare da qualche parte, prendi una bicicletta parcheggiata, vai dove vuoi e poi la lasci. Nessuna spesa, nessuna registrazione. Vedendo quell’insolito sistema ho chiesto a una persona del posto:

«Supponiamo che qualcuno pedali verso casa sua e non riesca a restituire la bicicletta parcheggiata?»

La risposta fu:

 «Questo non succede. I giapponesi sono onesti».

In India, in genere i ricchi viaggiano in auto o in taxi, i poveri usano le loro biciclette. A volte si viene a sapere di incidenti o di talenti insoliti del ciclismo. Recentemente è stato riferito che un Tamil di 73 anni, Pandian, ha pedalato da Chennai a casa sua, nel villaggio di Tirunelveli. Quanto tempo gli ci è voluto per arrivare nel suo villaggio a circa 800 km di distanza? Solo una settimana!

Qualche giorno fa, una ragazza di 15 anni, Roshni, ha ottenuto il voto di 98,5 su 100 agli esami della decima classe all’MP Board, assicurandosi l’ottavo grado generale. Ma ciò che è stato sorprendente è che pedalava per 12 km dal suo villaggio alla scuola, andata e ritorno: 24 km ogni giorno.

Nel maggio di quest’anno, quando la pandemia era al culmine, la stampa e i social media hanno riportato una straordinaria prodezza ciclistica: un’altra ragazza quindicenne si è distinta per la sua determinazione e la sua grinta. Jyoti Kumari ha pedalato per circa 1.200 km con suo padre seduto dietro di lei sul seggiolino posteriore. Suo padre era malato e aveva perso il lavoro. La coraggiosa ragazza decise di percorrere l’arduo viaggio da Gurgaon – vicino a Delhi – al suo villaggio nel Bihar con suo padre Mohan Paswan seduto dietro di lei. Il viaggio è durato circa una settimana; alcuni camionisti di tanto in tanto davano un passaggio al duo figlia-padre e alla loro bibicletta. Sul ciglio della strada alcuni Samaritani offrivano loro del cibo gratuito, aiutando Jyoti e suo padre a sopravvivere all’incredibile viaggio.

La ragazza ha ricevuto varie offerte (anche dalla Cycling Federation of India [Federazione Ciclistica dell’India, NdR], per lavorare come apprendista, ma Jyoti ha rifiutato dicendo che le piacerebbe completare prima i suoi studi (ora in Bihar).

In precedenza, le lettere erano il mezzo principale per comunicare con gli altri o addirittura per inviare denaro tramite quello che veniva chiamato vaglia postale. Chi recapitava quelle lettere o i soldi? Un postino in sella alla sua bicicletta. Il suo arrivo a casa era atteso con speranza, e ogni tanto si cementava la relazione scambiando qualche parola col portalettere.

Per tutti gli esempi indicati, una bicicletta non è stata solo un mezzo di trasporto, ma anche uno strumento educativo, per aiutare il padre malato e per ricevere una lettera o del denaro. Gli smartphone o WhatsApp possono offrire questi vantaggi? Le persone che promuovono la digitalizzazione o l’online banking non sarebbero d’accordo. Ma io resto col mio amore per la bicicletta.

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