lunedì 27 febbraio 2012
giovedì 23 febbraio 2012
l'agricoltura per il futuro
"Gli investimenti nell'agricoltura sono la miglior arma contro la fame e la povertà, e intorno ad essi passa la linea di demarcazione fra la vita e la morte per centinaia di milioni di persone. Se volete prendervi cura dei più poveri e sfortunati, dovete prendervi cura dell'agricoltura". Quando avevamo incontrato Bill Gates oltre vent'anni fa a Seattle, era un grintoso e nervoso amministratore delegato che non guardava in faccia nessuno. Oggi parla con il carisma di un capo di Stato. Delinea strategie con pacata risolutezza, prefigura scenari possibili, esemplifica costi e benefici...
...Qual è il contributo, oltre a quello finanziario, che sente di poter dare agli sforzi mondiali per migliorare la resa dei campi, la qualità dei raccolti, la distribuzione dei prodotti agricoli, le condizioni di vita nei Paesi in via di sviluppo?
"Quello di migliorare su tutti questi punti. Non c'è solo bisogno di finanziamenti: la comunità internazionale degli agricoltori deve essere più innovativa, organizzata, efficiente. Per questo, sei anni fa con Melinda abbiamo deciso di impegnarci non più solo contro le malattie più terribili del pianeta (malaria, tbc, polio) ma anche nell'agricoltura: per portare la nostra esperienza manageriale, ottimizzare gli investimenti, evitare sprechi e dispersioni. È inaccettabile che l'Africa sia costretta ad importare prodotti agricoli quando potrebbe essere un esportatore formidabile"...
...Qual è il contributo, oltre a quello finanziario, che sente di poter dare agli sforzi mondiali per migliorare la resa dei campi, la qualità dei raccolti, la distribuzione dei prodotti agricoli, le condizioni di vita nei Paesi in via di sviluppo?
"Quello di migliorare su tutti questi punti. Non c'è solo bisogno di finanziamenti: la comunità internazionale degli agricoltori deve essere più innovativa, organizzata, efficiente. Per questo, sei anni fa con Melinda abbiamo deciso di impegnarci non più solo contro le malattie più terribili del pianeta (malaria, tbc, polio) ma anche nell'agricoltura: per portare la nostra esperienza manageriale, ottimizzare gli investimenti, evitare sprechi e dispersioni. È inaccettabile che l'Africa sia costretta ad importare prodotti agricoli quando potrebbe essere un esportatore formidabile"...
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giovedì 16 febbraio 2012
in giro
Ne è passato di tempo da quando Richard Schirrmann, un insegnante tedesco, ebbe l'idea di creare strutture che fornivano posti letto a prezzi ragionevoli ai giovani e agli studenti che viaggiavano zaino in spalla. Sistemazioni comode ma spartane. Era il 1909. E sono lontani pure gli anni in cui gli ostelli rappresentavano l' "ultima spiaggia" per turisti con le tasche vuote: camerate spoglie da dividere con altri e poca privacy. Oggi questi "hotel economici" assicurano confortevoli camere doppie, spesso arredate da grandi architetti e designer, sono adatti a persone di tutte le età, e a volte rappresentano, per la loro collocazione, un "balcone" d'eccezione su arte e paesaggi.
È il caso di Hostelbookers che vanta ventimila ostelli e alloggi economici in oltre tremila destinazioni nel mondo, molte di questi all'interno dei siti più belli, dichiarati patrimonio dell'umanità. Così, senza spendere una fortuna e affacciandosi comodamente dalla finestra della propria stanza d'albergo si può godere di un'impareggiabile vista su alcune delle località che fanno parte dell'Olimpo Unesco. Dove andare? Nel nostro bel Paese sono tre le mete da non perdere, secondo la top ten del portale britannico...
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È il caso di Hostelbookers che vanta ventimila ostelli e alloggi economici in oltre tremila destinazioni nel mondo, molte di questi all'interno dei siti più belli, dichiarati patrimonio dell'umanità. Così, senza spendere una fortuna e affacciandosi comodamente dalla finestra della propria stanza d'albergo si può godere di un'impareggiabile vista su alcune delle località che fanno parte dell'Olimpo Unesco. Dove andare? Nel nostro bel Paese sono tre le mete da non perdere, secondo la top ten del portale britannico...
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martedì 14 febbraio 2012
lunedì 13 febbraio 2012
I pregi di un uso consapevole - Riccardo Staglianò
Si era sentito già tutto. Ma anche il contrario di quel tutto. E poi vederle insieme, in oltre 350 pagine, fanno proprio impressione. Sono le prove della possibilità che ci sia un legame tra uso eccessivo di cellulare e tumore al cervello. Le prove della possibilità, perché la certezza non l'ha trovata neppure Riccardo Staglianò, giornalista e autore del libro Toglietevelo dalla testa, che, in giro per il mondo, ha seguito studi, ricerche, analisi che queste due cose hanno provato a legarle. Ma che il suo cellulare lo tiene ancora con sé. «Se questo rapporto esiste - spiega al nostro giornale Staglianò - lo sapremo tra qualche anno. Alcune delle persone con le quali ho parlato prevedono un'esplosione di casi attorno al 2015. Ma forse non capiterà o succederà più tardi. Come si fanno a intuire gli effetti a lungo termine di qualcosa di nuovo, che non si conosce, come l'effetto delle onde elettromagnetiche sul cervello?».
Ti ho chiesto di parlare e mi hai dato il tuo cellulare. Mi hai sorpresa.
«Si, ma poi ci siamo sentiti al fisso. Il mio cellulare è una parte di me alla quale non potrei mai rinunciare, ma che, adesso, uso con più attenzione e parsimonia. Mezz'ora al giorno è il consiglio riportato sulla maggior parte dei libretti d'istruzione dei telefonini. Con l'avvertimento di tenerlo a qualche centimetro dall'orecchio - 2,5 nel caso dei BlackBerry -. Ma chi lo fa? Quanta gente hai visto parlare col telefono lontano dall'orecchio?»...
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Ti ho chiesto di parlare e mi hai dato il tuo cellulare. Mi hai sorpresa.
«Si, ma poi ci siamo sentiti al fisso. Il mio cellulare è una parte di me alla quale non potrei mai rinunciare, ma che, adesso, uso con più attenzione e parsimonia. Mezz'ora al giorno è il consiglio riportato sulla maggior parte dei libretti d'istruzione dei telefonini. Con l'avvertimento di tenerlo a qualche centimetro dall'orecchio - 2,5 nel caso dei BlackBerry -. Ma chi lo fa? Quanta gente hai visto parlare col telefono lontano dall'orecchio?»...
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sabato 11 febbraio 2012
ricaricarsi con Nikola Tesla
Ricaricare con il wireless i veicoli elettrici mentre sfrecciano per l'autostrada, concependo nuovi modi di utilizzare la corrente elettrica "on the road" e a casa, negli ospedali e in città più accessibili ai disabili. È questo lo scenario a cui stanno lavorando i cervelloni di CARS (http://me.stanford.edu/groups/design/automotive/), che non è un cartone animato ma il programma dell'Università di Stanford dedicato al settore dell'auto (Center for Automotive Research di Stanford). Qui i ricercatori hanno sviluppato un sistema di ricarica, basato sui campi magnetici, capace di trasmettere senza fili grandi quantità di corrente tra due bobine di metallo poste a una certa distanza. Lo studio, pubblicato sulla rivista Applied Physics Letters (http://www.stanford.edu/group/fan/publication/Yu_APL_99_214102_2011.pdf), parte da una scoperta fatta qualche anno fa dal Massachusetts Institute of Technology, diventata poi il fiore all'occhiello di una startup chiamata - guarda caso - WiTricity (http://www.witricity.com/). Entrambe le tecnologie prendono spunto da un principio teorizzato già a fine Ottocento dal fisico serbo-americano Nikola Tesla.
Il lavoro degli scienziati di Stanford ha potenzialità rivoluzionarie per il settore dell'auto elettrica. Il gruppo guidato da Shanuhi Fan è infatti riuscito a trovare il modo di trasmettere 10 chilowatt di energia elettrica lungo una distanza di quasi due metri, riducendo al minimo le perdite. Secondo i fisici, questa tecnologia potrebbe un giorno essere utilizzata
per creare un'autostrada elettrica dotata di canali wireless: una strada su cui i veicoli possano ricaricarsi anche in movimento e continuare a funzionare, virtualmente, all'infinito.
La ricarica wireless è già in funzione in alcune stazioni sperimentali per veicoli elettrici, dove viene usata per fare il pieno di batteria senza bisogno di fili o prese di corrente. La tecnologia, nata nel laboratori del MIT di Boston e cresciuta con WiTricity, sfrutta il principio in base al quale i campi magnetici di due dispositivi sintonizzati sulle stesse frequenze naturali possono "accoppiarsi" in un solo campo magnetico continuo (un fenomeno noto come "accoppiamento di risonanza magnetica"). Facendo risuonare due spirali di rame a una determinata frequenza, insomma, si crea la stessa consonanza di quando due bicchieri di vino vibrano all'unisono al suonare di una specifica nota...
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Originally the inventor Nikola Tesla experimented with wireless transmission of electricity with the Tesla Coil however the method and efficiency wasn't so good though he was an amazing inventive man quite ahead of his time.It looks as if Witricity has made good on this wireless transmission of electricity in a new way though.
Anyway my idea for an electric car would be to have powered and likely sensor equipped roads,highways and Interstates with much less expensive electric vehicles that carry no batteries (maybe?) on them and thereby reduce their overall weight thereby increasing their energy efficiency,vastly reduce the cost (no pricey batteries) and give them unlimited driving range without the need for time consuming battery charging.Witricity on their site only mentions charging electric cars and they have a development kit for companies.I would prefer to go much further (scale up).
In addition a magnetic oscillating electricity producing road or even sidewalk would enable power to other more efficient (less mass) personal vehicles like electric bicycles,those EPAMD electric scooters,wheelchairs (on sidewalks).
As we know electric brushless motors are highly efficient at producing mechanical work at between 75 to 90% efficiency compared to the pathetic efficiency of a fossil fuel powered Internal Combustion Engine at 18 to 20% efficiency.The main drawback with electric vehicles has always been their low energy density batteries so why not just eliminate those batteries.
da qui
Il lavoro degli scienziati di Stanford ha potenzialità rivoluzionarie per il settore dell'auto elettrica. Il gruppo guidato da Shanuhi Fan è infatti riuscito a trovare il modo di trasmettere 10 chilowatt di energia elettrica lungo una distanza di quasi due metri, riducendo al minimo le perdite. Secondo i fisici, questa tecnologia potrebbe un giorno essere utilizzata
per creare un'autostrada elettrica dotata di canali wireless: una strada su cui i veicoli possano ricaricarsi anche in movimento e continuare a funzionare, virtualmente, all'infinito.
La ricarica wireless è già in funzione in alcune stazioni sperimentali per veicoli elettrici, dove viene usata per fare il pieno di batteria senza bisogno di fili o prese di corrente. La tecnologia, nata nel laboratori del MIT di Boston e cresciuta con WiTricity, sfrutta il principio in base al quale i campi magnetici di due dispositivi sintonizzati sulle stesse frequenze naturali possono "accoppiarsi" in un solo campo magnetico continuo (un fenomeno noto come "accoppiamento di risonanza magnetica"). Facendo risuonare due spirali di rame a una determinata frequenza, insomma, si crea la stessa consonanza di quando due bicchieri di vino vibrano all'unisono al suonare di una specifica nota...
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Anyway my idea for an electric car would be to have powered and likely sensor equipped roads,highways and Interstates with much less expensive electric vehicles that carry no batteries (maybe?) on them and thereby reduce their overall weight thereby increasing their energy efficiency,vastly reduce the cost (no pricey batteries) and give them unlimited driving range without the need for time consuming battery charging.Witricity on their site only mentions charging electric cars and they have a development kit for companies.I would prefer to go much further (scale up).
In addition a magnetic oscillating electricity producing road or even sidewalk would enable power to other more efficient (less mass) personal vehicles like electric bicycles,those EPAMD electric scooters,wheelchairs (on sidewalks).
As we know electric brushless motors are highly efficient at producing mechanical work at between 75 to 90% efficiency compared to the pathetic efficiency of a fossil fuel powered Internal Combustion Engine at 18 to 20% efficiency.The main drawback with electric vehicles has always been their low energy density batteries so why not just eliminate those batteries.
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martedì 7 febbraio 2012
Land grabbing in Italia
A quanto sembra - secondo i calcoli di Palazzo Chigi - vendere i terreni a destinazione agricola di proprietà del demanio porterà nelle casse dello Stato circa 6 miliardi di euro. A pensarci bene, neanche così tanti. Quale sia il rischio e la perdita in termini strettamente economici di una così colossale dismissione, invece, lo può capire anche un bambino. Eppure, tutto ciò sta succedendo…
…Chi saranno, allora, i clienti interessati a comprare il terreno demaniale? "Di interessi ce ne sono molti e variegati - osserva Alessandro Triantafyllidis, presidente dell'Aiab - l'esperienza dei paesi del sud del mondo ci ha già mostrato il fenomeno del 'land grabbing'. La popolazione aumenta, c'è grande interesse da parte di multinazionale e corporazioni a comprare terreno 'vuoto', sia per coltivare cibo, che per utilizzarlo ad altri scopi: biodisel, pannelli fotovoltaici e cose varie. O anche per fare semplicemente rendita, ovvero latifondo. Poi c'è da temere che vi si possano infiltrare anche interessi della criminalità organizzata: mafia, 'ndrangheta, che così potrebbe riciclare denaro sporco".
Il decreto prevede che i terreni siano venduti senza asta per un valore inferiore ai 100 mila euro e con asta pubblica per valori superiori. Il prezzo è quello stabilito annualmente da un decreto presidenziale : in pratica circa 20 mila euro l'ettaro. Lo Stato ne metterà in vendita 340 mila. L'affare si ingrossa se si considera che il decreto stabilisce la non edificabilità e il mantenimento della vocazione agricola soltanto per i primi 20 anni. Come dire, il futuro è già qui…
i misteri del lago Vostok
Un mistero lungo venti milioni di anni, sepolto sotto i ghiacci del Polo Sud 1. E' quello racchiuso nel lago Vostok, subglaciale grande come l'Ontario, lungo quasi 250 chilometri e largo 50, profondo 1000 metri, il più grande dei 70 bacini sotto il Polo sud. Forse gli strati che ricoprono il lago sono più recenti, 12mila anni circa. Ma tradotti in misure, equivalgono comunque a tre chilometri e oltre di spessore glaciale, che le trivelle russe impegnate nella spedizione hanno finito di perforare oggi, dopo trent'anni di lavori. La zona di Vostok è ammantata di mistero oltre che di ghiaccio, da sempre. Non ultima la sparizione del team di scienziati impegnati nei lavori in questi giorni, riapparsi improvvisamente dopo una settimana di comunicazioni interrotte. E la vera avventura comincia adesso, perché fare luce sui misteri del lago, l'ambiente che lo circonda e le sue anomalie potrebbero rappresentare per la scienza un episodio non distante per importanza dalla conquista della Luna negli anni 60...
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sabato 4 febbraio 2012
Biodiesel, peggio del petrolio - Paola Desai
Altroché «benzina verde». Gli agrocombustibili sono più sporchi, in termini di emissioni di gas di serra, di molti combustibili fossili, se si include nel conto la deforestazione che inducono - per la precisione, il«cambiamento d'uso indiretto dei terreni». A dirlo sono dati raccolti dalla Commissione europea, che sta preparando una nuova direttiva sui «biocarburanti» e per questo ha stimato l'impatto di queste benzine: la nuova legislazione è attesa in primavera, ma intanto alcuni dati di quello studio sono filtrati, e sono arrivati alla rete di ong europee EurActiv. E sono dati che demoliscono l'idea che gli agrocarburanti siano un'alternativa «sostenibile».
Spieghiamoci meglio. Per «cambiamento d'uso indiretto» si intende ad esempio quando un terreno coperto di boschi, o acquitrini, o zone umide o altro viene ripulito e coltivato per sostituire altre terre prese per produrre agrocarburanti. È noto che l'Unione Europea si è data l'obiettivo di mettere nel mix di benzine usate nel settore dei trasporti almeno il 10% di agrocarburanti entro l'anno 2020 (al momento è a circa metà strada dall'obiettivo, con Slovacchia, Austria e Francia all'avanguardia). L'idea propagandata è che i carburanti derivati dalle piante migliorano la qualità dell'aria nei centri urbani, aiutano l'agricoltura e contribuiscono a tagliare le emissioni di anidride carbonica (di cui i combustibili fossili, come il petrolio, sono la principale fonte). Idea contestata da diversi punti di vista, e in particolare perché trasformare canna da zucchero o mais in etanolo - o soia e olio di palma in biodiesel - solleva almeno due problemi. Il primo è che grandi estensioni di terra arabile (e grandi quantità di acqua) sono usate per produrre carburante invece che cibo. Il secondo è che per produrre sempre più olio di palma, mais, soia etc si accelera la deforestazione. E l'Europa, che non ha abbastanza terre disponibili per produrre tutti gli agrocarburanti che si è prefissata, per rispettare il su obiettivo dipende dall'importazione di olii vegetali, che infatti è aumentata del 21% nel 2011: abbiamo importato circa 2,42 milioni di tonnellate di olii, con l'Argentina come primo fornitore e l'Indonesia (grande produttrice di palma da olio) al secondo posto...
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Spieghiamoci meglio. Per «cambiamento d'uso indiretto» si intende ad esempio quando un terreno coperto di boschi, o acquitrini, o zone umide o altro viene ripulito e coltivato per sostituire altre terre prese per produrre agrocarburanti. È noto che l'Unione Europea si è data l'obiettivo di mettere nel mix di benzine usate nel settore dei trasporti almeno il 10% di agrocarburanti entro l'anno 2020 (al momento è a circa metà strada dall'obiettivo, con Slovacchia, Austria e Francia all'avanguardia). L'idea propagandata è che i carburanti derivati dalle piante migliorano la qualità dell'aria nei centri urbani, aiutano l'agricoltura e contribuiscono a tagliare le emissioni di anidride carbonica (di cui i combustibili fossili, come il petrolio, sono la principale fonte). Idea contestata da diversi punti di vista, e in particolare perché trasformare canna da zucchero o mais in etanolo - o soia e olio di palma in biodiesel - solleva almeno due problemi. Il primo è che grandi estensioni di terra arabile (e grandi quantità di acqua) sono usate per produrre carburante invece che cibo. Il secondo è che per produrre sempre più olio di palma, mais, soia etc si accelera la deforestazione. E l'Europa, che non ha abbastanza terre disponibili per produrre tutti gli agrocarburanti che si è prefissata, per rispettare il su obiettivo dipende dall'importazione di olii vegetali, che infatti è aumentata del 21% nel 2011: abbiamo importato circa 2,42 milioni di tonnellate di olii, con l'Argentina come primo fornitore e l'Indonesia (grande produttrice di palma da olio) al secondo posto...
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giovedì 2 febbraio 2012
povere Ong
Due anni dopo il terremoto che ha devastato Haiti, quasi nulla è cambiato per gli haitiani. Eppure si è parlato di centinaia di milioni di dollari in aiuti e le organizzazioni non governative internazionali erano affluite in massa. Ora alcune se ne vanno: non ci sono più soldi e vanno altrove a cercare sfortune più redditizie. Altre cercano di restare. Ma dopo due anni in cui la politica pubblica haitiana è stata sostituita dal «regno» delle Ong, la vita dell'insieme della popolazione non è migliorata. Al contrario: l'aiuto portato dalla logica della compassione - anche quando è stata efficace - lascia la popolazione ancora più dipendente di prima.
La logica compassionevole ha sostituito la logica delle strutture, e i fondi dispensati dalle Ong non hanno permesso che si delineasse una politica che trasformi il lungo termine in un avvenire migliore. Le Ong, nell'ossessione del presente, uccidono il pensiero sul futuro. Hanno bisogno di uno stato di crisi permanente...
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La logica compassionevole ha sostituito la logica delle strutture, e i fondi dispensati dalle Ong non hanno permesso che si delineasse una politica che trasformi il lungo termine in un avvenire migliore. Le Ong, nell'ossessione del presente, uccidono il pensiero sul futuro. Hanno bisogno di uno stato di crisi permanente...
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