[Traduzione a
cura di Elena Intra dall’articolo originale di Heather Cleland Woods e Holly Scott
pubblicato su The
Conversation]
Sia in Europa che
negli Stati Uniti, oltre il 90%
degli adolescenti ha il
volto immerso nello schermo prima di andare a letto. Spesso, questo comporta un
danno per il sonno. È molto più probabile che chi sta davanti allo schermo
prima di dormire riporti poi problemi ad addormentarsi, risvegli durante la notte e meno
ore di sonno in generale. Tali difficoltà sono legate non solo a un rendimento
scolastico più scarso, ma anche un aumento del rischio di problemi di
salute, come
il diabete e le malattie cardiache, con l’avanzare dell’età.
Di conseguenza, l’uso dello schermo da parte degli
adolescenti viene considerato una malsana dipendenzada gran parte dei media. Ma questa
narrativa si basa su un fraintendimento cruciale della ricerca. Il problema non è l’uso degli
schermi nelle ore notturne, ma il modo in cui vengono
utilizzati.
Dopo che un recente studio ha dimostrato come
limitare l’uso dello schermo per una settimana potrebbe ripristinare le normali
abitudini di sonno negli adolescenti, i titoli dei media hanno ampiamente
acclamato questa soluzione come la “salvezza” per i ragazzi dal sonno disturbato. Tuttavia, questi
titoli hanno quasi esclusivamente ignorato il fatto che indossare
occhiali anti luce blu fosse
un metodo altrettanto efficace.
L’esposizione alla luce blu, con le sue conseguenze
sull’attenzione, è indubbiamente un
problema: quando proviene dai nostri schermi durante le ore notturne, può interrompere i
naturali ritmi circadiani che
secernono gli ormoni del sonno necessari per preparare i nostri corpi al
riposo. Ma è anche un problema facile da risolvere. Esistono già applicazioni su
telefoni e computer portatili che modificano l’intensità della
luce in
base all’ora del giorno, avvicinandosi, in modo un po’ irrealistico, allo
stesso effetto dell’indossare occhialini speciali.
La chiave è il contenuto
C’è una questione molto più urgente che sta al centro
della relazione tra l’uso dei dispositivi all’ora della buonanotte e il sonno,
non solo per i giovanissimi ma per tutti. Gli schermi che osserviamo non sono
privi di contenuti e il modo in cui interagiamo con essi è fondamentale.
Le attività passive come la lettura di contenuti
neutri per lo più non creano problemi, a
patto che si presti attenzione a evitare di tenere il cervello che frulla fino
a tarda notte. L’area chiave di preoccupazione sono i social media. Quasi la metà dei giovani di età
compresa tra i 13 e i 17 anni ammette di essere quasi costantemente online,
e questi utenti assidui hanno maggiori probabilità di riportare problemi
ad addormentarsi, oltre a svegliarsi ripetutamente durante la notte.
Oltre il 90% degli adolescenti prima di addormentarsi,
naviga online.
Ma questi impatti negativi dipendono anche
dalla nostra relazione con i
social media, piuttosto
che dal loro semplice utilizzo. Il lavoro svolto, sia
dal nostro laboratorio che da altri, suggerisce che gli impatti negativi dei
social media sulla qualità del sonno possono essere il
risultato di ansia, depressione e abbassamento dell’autostima che questi possono indurre. Fondamentalmente,
gli effetti negativi dei social media sulla salute mentale non sono
inevitabili, ma dipendono dal modo in cui interagiamo online. Se impiegato nel
modo giusto, l’utilizzo dello schermo può effettivamente essere
utile.
Ad esempio, il tempo trascorso utilizzando piattaforme
basate su immagini come Instagram e Snapchat (ma non piattaforme basate su
testo come Twitter) è associato a una diminuzione della solitudine, probabilmente per via di un maggiore senso di
intimità e interconnessione. Tuttavia, questo vantaggio dipende dall’utilizzo
della piattaforma come metodo di interazione con altre persone – coloro che
invece si limitano a trasmettere contenuti in realtà segnalano una maggiore solitudine. Dipende anche dal seguire persone che si conoscono: più estranei si
seguono, più è probabile riportare sintomi
depressivi.
Potrebbe anche sorprendere sapere che il confronto sui
social non è sempre problematico – l’importante è come lo si fa. Paragoni basati sull’abilità, come
confrontarsi con post di “aspirazione
fit” che
mostrano immagini di corpi che solo alcuni di noi hanno il tempo e la capacità
di raggiungere, possono portare a depressione e invidia. Al contrario, i confronti
sulle opinioni, in cui gli
utenti dei social media cercano le opinioni degli altri per dare un senso al
mondo che li circonda, possono portare le persone a sentirsi ispirate e ottimiste.
Navigazione notturna sana
Tenendo conto di tutto ciò, ecco alcuni
suggerimenti basati
sulle più recenti ricerche su schermi e social media per aiutare a sfruttare al
massimo la navigazione serale e dormire sonni tranquilli.
• Usare le piattaforme per creare community e mantenere i contatti
attraverso l’interazione: troppa navigazione solitaria o il lavoro di
auto-esposizione possono danneggiare la propria tranquillità e, quindi, la
facilità ad addormentarsi. E ricordare sempre che le “immagini perfette” che vediamo non sempre
corrispondono alla vita reale.
• Cercare di lasciare l’ultima mezz’ora
prima di dormire per fare qualcosa di non troppo stimolante. Mettere giù il telefono un po’ di
tempo prima di addormentarsi è una buona abitudine, ma se si ha intenzione di
usarlo, meglio usare un’applicazione per regolare la luce dello schermo e fare
qualcosa di passivo, non emotivo, che faciliti l’arrivo della sensazione di
essere assonnati.
• Se si pensa che le attività stiano ostacolando il
proprio sonno, o che le routine familiari della buonanotte non corrispondano al
proprio ritmo, meglio parlane con qualcuno. Il sonno è importante ma genitori che
mandano i figli adolescenti a letto prima che siano pronti a dormire non è
sempre la miglior soluzione.
Abbiamo bisogno di allontanarci dalla narrativa
dominante degli schermi e dei social media come un male, come un ostacolo a uno sviluppo
sano. Usare i dispositivi prima di andare a letto non deve rappresentare un
vizio che induce sensi di colpa. Il mondo online è ricco e diversificato.
Come ogni
interazione sociale, l’uso dei social media può essere dannoso se
sfruttato nel modo sbagliato, ma il mondo virtuale che apre può anche essere soddisfacente, informativo
e rafforzativo. Quindi cerchiamo di creare una società che li
usi in modo sano – non
solo bloccando la luce blu, ma bloccando le cose che ci fanno sentire blue.