martedì 6 marzo 2018

Comprare a prezzo equo e a filiera corta: dove conviene fare la spesa - Antonella Gallino



Dove comprare a un prezzo equo per chi vende e onesto per chi compra? Quali sono i luoghi dove possiamo accorciare le distanze e risparmiare, riconoscendo il prezzo giusto a chi produce? Ecco dove davvero ‘conviene’ fare la spesa.
A noi acquirenti interessa risparmiare, non ci piove. Eppure, da un po’ di tempo a questa parte, ci stiamo accorgendo che il prezzo è solo una delle variabili di cui tenere conto.
Sarebbe bello anche non intossicarci, non inquinare, valorizzare chi lavora in modo onesto e con cura artigianale, promuovendo la cultura biologica e contadina. Apprezzare e sostenere chi continua una tradizione, crea lavoro, resta in Italia, cura e preserva un territorio e lo mette a frutto, magari proprio il nostro territorio.
Come salvare capra e cavoli?
Il tema del prezzo è spinoso e talvolta viene sollevato anche dagli stessi produttori, che giustamente rivendicano il corretto riconoscimento del proprio valore (leggi Il prezzo giusto di un chilo di lavoro contadino).
Quello che noi compratori possiamo fare, è individuare i luoghi dove sia più logico fare la spesa, perché è garantito sia un prezzo equo ai produttori, sia contemporaneamente un risparmio a chi acquista – o, a parità di prezzo, una qualità maggiore. E tutto questo è possibile in virtù del fatto che vengono tagliati dei passaggi e la relazione tra produttore e acquirente si fa più diretta.
In questi luoghi siamo tranquilli che il prezzo è giusto per il produttore, ma anche onesto per noi. In un certo senso siamo noi a decidere quanto spendere, in base alle nostre necessità organizzative. Questo perché più al prodotto si aggiungono servizi e infrastrutture, più il prezzo logicamente sale.
Un conto è quando noi ci rechiamo nella sede remota di un piccolo produttore, passando di lì o andandolo a trovare, un conto è se lo incontriamo a un mercato o a una fiera dove magari paga il plateatico e impegna una giornata in trasferta, un altro conto ancora e se ci facciamo portare la spesa a casa da un sistema organizzato che raccoglie gli ordini di diversi fornitori, magari stocca le merci garantendone la freschezza ecc.
I luoghi del ‘giusto prezzo’
Per quella che è la mia esperienza ad oggi, indico qui le opportunità che preferibilmente ho individuato per fare una spesa a prezzo onesto e sensato. Non sono poche.
  1. Gli acquisti di gruppo e la spesa cooperativa
  2. Direttamente dai produttori
  3. Piccole distribuzioni organizzate
  4. Cassette di ortofrutta a domicilio
  5. Piccole rivendite (anche online) e botteghe di prossimità
Con questi metodi, negli scorsi anni sono riuscita ad azzerare il più possibile il ricorso ai servizi di grande distribuzione organizzata, anche verticali sul biologico – dove, tra l’altro, il reparto ortofrutta non mi ha mai soddisfatto, né per freschezza, né per prossimità (come del resto è logico per una GDO, la cui organizzazione logistica segue altri criteri).

Gli acquisti di gruppo e la spesa cooperativa
Acquisti di gruppo e Gruppi di acquisto • Questo primo metodo si basa su una serie di assunti: 1) è auspicabile ripristinare una relazione diretta con i produttori; 2) più compriamo e meno paghiamo; 3) se ci sono delle spese di trasporto, le dividiamo tra più persone.
Gli acquisti di gruppo avvengono per lo più attraverso i Gas (Gruppi di acquisto solidale), più o meni strutturati.
Per sapere se c’è un Gas vicino a sé, si può consultare l’archivio storico di retegas.org e combinarlo con la mappa su economiasolidale.net, che però è in progress; oppure, più empiricamente, cercare su Google “Gruppo di acquisto solidale” (per esteso, altrimenti se si scrive Gas escono per lo più i servizi per la fornitura del metano…) + il proprio capoluogo di provincia.
Al di là dei Gas, si possono anche creare cordate estemporanee di acquisto tra amici, vicini o colleghi per i fornitori più lontani. Penso ad alcuni approvvigionamenti specifici di prodotti ben conservabili, per esempio gli agrumi, la frutta secca, il riso, la pasta ecc. o comunque in generale tutti quei prodotti di cui abbia senso privilegiare un fornitore distante che offra buone referenze per noi e buone ragioni per sceglierlo.
Un sistema che vi consiglio di consultare per applicare questo metodo è Ammuina.org, che è una forma di e-commerce disintermediato che indirizza ai singoli produttori. Oppure l’associazione La salute me la mangio, che spedisce referenze pugliesi e altri superfood di aziende da loro selezionate (fatevi mandare il listino delle disponibilità aggiornate).
Gruppi di spesa cooperativa • Accanto a questi metodi, sta emergendo sempre di più la rete dell’Alveare che dice sì, un sistema corporativo di distribuzione con un unico grado di intermediazione (che tra l’altro include la consegna nel proprio quartiere o in un luogo prestabilito), a bassa marginalità. Sta prendendo piede soprattutto nelle città, piccole e grandi, dove risulta molto funzionale.

Direttamente dai produttori
I produttori di solito si sdoppiano, cioè fanno contemporaneamente sia i contadini, sia i venditori di loro stessi. I più fortunati possono dividere i ruoli con altri membri della propria famiglia. Li possiamo trovare nei mercati contadini o, quando possibile, presso le loro aziende.
Relativamente ai mercati agricoli del Nord Italia, ho iniziato una mappatura puntuale, a partire da Milano, Parma, Bologna. Trovi tutto in questa mia rubrica sui mercati contadini. Poi ci sono anche fiere, eventi, sagre, feste patronali, da non sottovalutare come occasioni più estemporanee, dove accorgersi di qualche produttore o fare qualche piccola scorta utile.
Quanto alla vendita diretta in sede, ci sono aziende più o meno organizzate. C’è:
  • chi vende accanto al campo in giorni e orari predeterminati
  • chi ha allestito una sorta di negozio interno, con i propri prodotti o spesso rivendendo anche quelli di altri colleghi (prossimi per territorio o per filosofia). Questa formula può presentarsi in modi molto diversi, dallo spaccio minimale (persino in self-service a bordo strada, viva la fiducia!) a una vera e propria bottega strutturata.
 In certi casi un risparmio ulteriore è riconosciuto se chi compra è anche il coglitore o se si acquista una cassetta di merce che, pur essendo buona, ha qualche difetto estetico o è vicina a guastarsi.
  
Un altro modo per risparmiare: la frutta viene colta dagli stessi acquirenti al Campo dei Frutti, PC. Questo è il mio cestino di ciliegie, e mentre le coglievo ne ho anche assaggiata qualcuna (credo lo mettano in conto).
Inoltre, alcuni produttori, a fronte di alcune condizioni (quantitativi minimi e regolarità di acquisto) sono disponibili a consegnare anche a domicilio o a intercettarci in qualche punto di scambio (una specie di drive in).

Piccole distribuzioni organizzate
Un altro metodo è tenere d’occhio i sistemi di piccola distribuzione organizzata (la cosiddetta PDO), spesso organizzati dai DES, i Distretti di economia solidale, che raggruppano i produttori del territorio.
Il più delle volte si traducono in piccoli spacci, aperti solo in certi giorni e certi orari, o in piccoli e-commerce, o in entrambe le cose. Il magazzino fisico è di solito in una cascina o in un altro spazio comodo per chi abita in città, o comunque ben raggiungibile.

Cassette a domicilio
I servizi di consegna cassette a domicilio, se ben selezionati, sono un ottimo sistema per coniugare qualità e comodità. A patto che alle spalle ci sia una relazione reale e diretta con un bacino di piccoli produttori, identificabili e trasparenti nei propri criteri produttivi.

A proposito di questo tipo di servizi, che mi hanno molto incuriosito – si va dai cargo-bikers alle reti di produttori, fino a servizi più francamente retail – sta per uscire un mio e-book è uscito il mio primo e-book per la zona di Milano.

Piccole rivendite e botteghe di prossimità
Buone per me anche le piccole botteghe locali e i piccoli e-commerce, che garantiscano una selezione accurata e intelligente dei fornitori, e offrano una serie di servizi complementari.
L’intermediazione, sia chiaro, non è una cosa negativa; in tanti casi è necessaria e rappresenta una valida opportunità. Ma deve essere sensata e possibilmente aggiungere valore, tale per cui noi acquirenti siamo ben lieti di riconoscere un onesto margine di rivendita.
Nel caso di un e-commerce, per esempio, la possibilità di farmi accedere a una selezione di produttori tutti molto referenziati, ma radunati sotto un unico comodo processo di acquisto e di consegna (recentemente, per i vini naturali ho scoperto Decanto).

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