venerdì 29 agosto 2014
mercoledì 27 agosto 2014
Ulisse, quel micio migrante sbarcato insieme ai profughi - Silvia Ferraris
Il gatto era di una donna siriana di 35 anni e del fratello di quest’ultima, gravemente disabile. «Il felino era il compagno di giochi del ragazzo. I due fratelli, in fuga dalla Siria, lo avevano messo dentro un trasportino, e avevano preteso di portarselo appresso, nonostante le condizioni disagiate del viaggio» dice il veterinario di Pozzallo. «Sono salito sul rimorchiatore, tra centinaia di persone, e altri medici» - racconta Brafa, «e me lo sono trovato davanti. Sporco, spaventato, smagrito… Io e la mia ragazza avevamo portato qualcosa da dargli, una o due confezioni di mangime, e lo abbiamo sfamato così, con quel poco che avevamo. Poi l’ho visitato, sembrava sanissimo. Però, siccome tutti gli animali che arrivano dall’estero devono fare un periodo di isolamento, lo abbiamo mandato in quarantena in una struttura della Azienda Sanitaria Provinciale di Vittoria».
Gianluca non si ricorda né come si chiamasse la ragazza, né come si chiamasse il gatto. «Era quasi mezzanotte. Il clima a bordo del rimorchiatore era piuttosto agitato. Non ho pensato a certi dettagli». Ma si ricorda molto bene la disperazione della donna nel momento in cui l’interprete le ha comunicato che avrebbe dovuto separarsi dall’animale, per via della quarantena. «Quando gliel’abbiamo detto, è scoppiata in un pianto disperato, e non riuscivamo a consolarla in nessun modo». Qualcuno le ha promesso che avrebbe rivisto l’animale alla fine dell’isolamento necessario a stabilire che non è portatore di gravi malattie o infezioni. «Spero davvero che alla fine della quarantena i due fratelli possano riavere il loro gatto. Se lo meritano. In fondo, non abbandonandolo prima di fuggire dal loro Paese, hanno compiuto un grande atto d’amore». Ma è la prima volta che sui barconi arrivano anche animali, al seguito degli immigrati clandestini? «No no, c’è stata anche una capretta», dice Brafa. «Una capra, sì. Ma non è arrivata qui, mi sembra che l’abbiano portata a Lampedusa».
Quanti si liberano dei loro cani e gatti come se fossero sacchetti di spazzatura, per andarsene poi sereni in vacanza. E questi due ragazzi, certo con altri problemi rispetto a quello di una villeggiatura tranquilla, se lo sono portato su un barcone dalla Siria (MerideGreis).
lunedì 25 agosto 2014
Rosa Luxemburg incontra un bufalo
domenica 24 agosto 2014
sabato 23 agosto 2014
Amore: la gentilezza conta più di fato e passione - Anna Meldolesi
lunedì 11 agosto 2014
un cane contento
Dopo due anni di assenza, Rebecca ritorna a casa in Pennsylvania e incontra il suo schnauzer. In questo video le immagini raccontano la gioia incontenibile del cane nel rivedere la sua padrone. E' tale l'emozione, che per pochi secondi e senza conseguenze, il cucciolo perde i sensi.
domenica 10 agosto 2014
un inchino a Liang Yaoyi, un grande bambino
mercoledì 6 agosto 2014
Il primo contatto con la "civiltà"
martedì 5 agosto 2014
due bambini col babbo sulla strada di Santiago di Compostela
Quei 113 chilometri percorsi a piedi hanno molti significati.
Contengono la voglia di vedere applicata la Carta dei diritti per le
persone autistiche, in particolare l'articolo 11 (il diritto a mezzi di
trasporto accessibili e alla libertà di movimento) e l'articolo 12 (l'accesso
ad attività culturali, ricreative e sportive e a goderne pienamente). E
contengono il desiderio di sfidare i pregiudizi e di dimostrare che le
condizioni di disabilità non possono impedire qualsiasi attività. Penso proprio
che Pierangelo Cappai sia partito da Cagliari con uno zaino pieno di
aspettative, il 2 Luglio, dando il via al progetto “In cammino con l’autismo”,
patrocinato dall’associazione Diversamente Onlus, lungo un percorso
sufficientemente collaudato: Santiago de Compostela. Per cercare di capire il
senso di questa impresa Linguaggio Macchina ha intervistato Pierangelo Cappai,
insegnante, Presidente e socio fondatore dell’Associazione Diversamente Onlus,
sposato con Alessandra, Assistente Sociale, è papà di Federico, 13 anni e di
Karola Teresina, 8 anni.
Com'è nato questo progetto?
«Premetto che sin dal momento della diagnosi ho sempre sentito l’esigenza di
fare rete, di unirmi ad altri genitori per condividere l’esperienza, per
sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti e sulle particolari esigenze
delle persone con autismo e proprio per questo motivo sin dal 2007 ho
contribuito a fondare, con altri genitori, l’Associazione Diversamente Onlus
che ho l’onore di rappresentare essendo il Presidente. Con l’Associazione ci
siamo spesso mossi in gruppo, sia per escursioni di una giornata che per veri e
propri viaggi di più giorni anche all’estero. L’idea del viaggio è nata almeno
un anno fa, doveva essere almeno inizialmente un’esperienza personale. Ho
pensato poi di condividerla con uno scopo ben preciso o meglio con due
obiettivi, il primo quello di far conoscere il più possibile la Carta dei
Diritti delle Persone con Autismo, in particolare gli articoli riguardanti la
mobilità e il secondo quello di dimostrare che anche nei casi di autismo a
basso funzionamento o comunque con maggiori compromissioni non bisogna
arrendersi, non bisogna fermarsi ma al contrario cercare di garantire loro il
maggior numero di opportunità. Terminata la scuola le occasioni di
socializzazione e integrazione si riducono notevolmente e se sin da piccoli non
abituiamo i nostri figli e non ci abituiamo noi genitori ad affrontare anche
situazioni in ambienti non strutturati e non protetti, il rischio
dell’autoghettizzazione è molto alto.»
Come vi siete preparati?
«Federico sapeva da mesi della partenza, ha imparato a riconoscere alcune delle
immagini tipiche del Cammino quali la Freccia Gialla, la conchiglia e alcuni
pittogrammi che poi si trovano lungo il percorso. Questo lo ha aiutato molto.
Per quanto riguarda la preparazione fisica, in realtà sarebbe dovuta essere
maggiore, anche perché Federico è un ragazzo abbastanza pigro, che tende a non
voler camminare e che molto spesso se decide di fermarsi e non proseguire è
irremovibile. Durante tutto il cammino in ogni caso sono stati rispettati i
tempi e le esigenze dettate principalmente da Federico, con frequenti pause e
soprattutto nei primi giorni terminando il cammino dopo pochi chilometri.»…
venerdì 1 agosto 2014
paese che vai spiagge che trovi
Se nell'almodovariana e post zapateriana Spagna questo può ancora accadere, che cosa può e deve ancora accadere nell'Italia di Giovanardi, della Binetti, dei Dico mai fatti, per capire che uno straccio di legge contro l'omofobia - che non è una riforma costituzionale - è urgente, non tanto per le pene che comminerà, ma per unire quella spiaggia, per sentire più forte quell'applauso che in parte oggi ci ha salvati…
la malattia dello stare seduti
I suggerimenti contenuti nel libro di Levine si rivolgono a tutta la popolazione adulta, ma in particolare agli anziani: "Fare attività fisica 30 minuti al giorno va bene - ha osservato l'endocrinologo - ma non può certo contrastare gli effetti negativi dello stare seduti tutto il giorno. Ciò che bisogna fare è alzarsi dalla sedia, dalla poltrona o dal sofà almeno 10 minuti ogni ora e muoversi. E questo è particolarmente importante per i pensionati che vogliono vivere una esistenza piena dopo una vita di lavoro" Secondo gli studi di Levine, la maggior parte della gente siede 10-15 ore al giorno, mentre il corpo è disegnato per il movimento.
Tra i consigli dati dal medico figurano: fare brevi camminate a intervalli di mezz'ora o massimo un'ora, andare in giardino, piegare la biancheria stando in piedi, pedalare sulla cyclette guardando la Tv, parlare al telefono passeggiando per casa. Fare shopping andando nei negozi e non tramite Internet. E per gli anziani disabili, magari in sedia a rotelle? "Uno dei miei pazienti è in effetti in sedia a rotelle, ogni ora facciamo una serie di esercizi con le braccia, dai push-up a una sorta di danza delle mani". Il mantra di Levine è quindi, non limitarsi alla mezzora di esercizio quotidiano raccomandato, ma muoversi a intervalli regolari: i dati mostrano il beneficio di questo regime fisico a intermittenza contro la sedenterietà.