martedì 22 ottobre 2013

una mattanza dopo l'altra

I pescatori peruviani li chiamano sea-pig, maiali marini, e ne uccidono illegalmente a migliaia ogni anno allo scopo di farne esche per gli squali: un'indagine sotto copertura del giornalista inglese Jim Wickens per l'agenzia investigativa ambientale britannica Ecostorm, promossa dal Pulitzer Centre for Crisis Reporting in America, ha documentato una mattanza feroce e sistematica. In un'unica soluzione infatti, sullo stesso tratto di costa oceanica, si stermina una specie protetta, il delfino, al solo scopo di massacrarne un'altra, lo squalo, anch'essa minacciata e a rischio di estinzione. 
Imbarcati per alcuni giorni su un peschereccio, a seguito di lunga negoziazione con uno skipper che accetta di ospitare le riprese in cambio di carburante e la categorica promessa di mantenere segreta l'identità dei cacciatori di frodo, reporter e cameramen assistono impotenti all'avvicinarsi dei delfini. Un branco gioca festoso sulla scia della nave che lambisce il Pacifico, al largo della costa del Perù. L'allegria dei cetacei dura fino al primo arpione, che ne colpisce subito uno avvolgendo gli altri in una chiazza scura, fra le grida di giubilo dell'equipaggio. Tirato a bordo, l'animale viene fatto a pezzi mentre ancora si dibatte. Chenchos, maiali grassi! Grida la ciurma indicando i branchi di delfini in arrivo, pronti a essere trasformati in bocconi a costo zero e senza che i passeggeri possano obiettare…
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