domenica 22 maggio 2016

(le volpi a guardia delle galline) Inchiesta sul recupero della fauna selvatica a Padova. Un clamoroso caso di conflitto di interessi - Grig

Il Centro Recupero Animali Selvatici della LIPU Padova chiude i battenti per una convenzione provinciale che non gli è stata più rinnovata e che quindi impedisce l’affidamento della fauna selvatica ferita agli esperti della Lega Italiana Protezione Uccelli, per la cura, la riabilitazione e infine la restituzione all’ambiente naturale. Perciò tutti a casa.
Tutti davvero?
In qualche meandro del sito internet della Provincia di Padova, scopriamo che la LIPU Padova ha un “concorrente”.  Si tratta dell’Associazione di Volontariato Ornitologica “IL GHEPPIO ONLUS” con sede operativa a Villafranca Padovana in Via G. Matteotti, 53, rappresentata dal Presidente pro-tempore, Bison Giorgio nato a Villafranca Padovana il 29/11/1944.
Il disciplinare che regola i rapporti tra la Provincia di Padova e la LIPU, e il disciplinare stipulato tra la Provincia di Padova e “Il Gheppio” sono praticamente una fotocopia l’uno dell’altro, eccetto che per 2 voci:
la LIPU Padova all’art. 1 co. 2 ha un punto aggiuntivo che “Il Gheppio” non ha, e suona così:“La LIPU si impegna a svolgere le seguenti attività: 2. prestazioni gratuite per la visita e le prime eventuali cure veterinarie da parte dei volontari L.I.P.U.;”. “Il Gheppio” invece ha a sua volta una voce (art.1 punto 4) che la LIPU non ha: “L’Associazione di Volontariato Ornitologica “IL GHEPPIO ONLUS” si impegna a fornire le seguenti prestazioni: detenzione dei soggetti di cui non è stata possibile la riabilitazione al volo;”. La LIPU dunque può ospitare degli uccelli per un tempo limitato, anche se non più curabili.
Tecnicamente, invece, “Il Gheppio” può detenere a vita uccelli selvatici “compromessi” (non ci è dato sapere se l’infermità venga documentata da un medico veterinario oppure sia frutto di autocertificazione da parte dei responsabili della struttura).
Che strana difformità di trattamento ad opera del Dirigente del servizio caccia e pesca, Dott. Renato Ferroli…
Ma chi sono allora i responsabili del “Centro recupero fauna selvatica Il Gheppio”? Diamo un’occhiata all’organigramma.
Il Presidente è un certo Giorgio Bison, il Vicepresidente risponde al nome di Patrizio Carraro, il Segretario si chiama Mattia Gobbin. A queste tre persone dobbiamo aggiungerne una quarta, tale Enrico Volpin, che compare, nel disciplinare della Provincia di Padova, tra i collaboratori de “Il Gheppio” autorizzati a detenere fauna selvatica presso la propria abitazione. Cominciamo da Giorgio Bison che sappiamo essere nato a Villafranca Padovana, dove del resto si trova la sede del Centro recupero fauna selvatica. Proviamo un po’ di combinazioni sul motore di ricerca e inseriamo qualche parola magica e voilà, scopriamo che Giorgio Bison è Presidente della Federazione Italiana Della Caccia nella sezione comunale di Villafranca Padovana. Mah?! Accanto al nome di Bison leggiamo una sigla “UCIM”. U.C.I.M. sta per “UNIONE CACCIATORI ITALIANI MIGRATORISTI” ed è definito “settoriale della Federcaccia”. Sì sa, ogni cacciatore ha le sue preferenze: ci sono quelli che amano la caccia grossa (safari, cinghiali, ecc.) e poi ci sono quelli che cadono nella follia per uccelli migratori di pochi grammi o anatre migratrici che arrivano dalla Mitteleuropa, dalla Scandinavia o dalla Siberia. Uccelli che si fanno qualche migliaia di chilometri in volo per farsi massacrare in Italia.
In gergo, i “migratoristi”, sono proprio quelli che vanno a caccia di uccelli migratori (caccia specialmente da appostamento fisso con utilizzo di uccelli da richiamo in gabbia). Il Presidente del “Centro recupero fauna selvatica Il Gheppio” di Villafranca Padovana è una di queste persone.
Ma Giorgio Bison è anche tra i 10 componenti del Comitato Direttivo dell’Ambito territoriale di caccia PD1 “Alta Padovana”. L’Ambito territoriale di caccia è una suddivisione del territorio agro-silvo-pastorale dove si esercita la caccia, ed è amministrato da una struttura di tipo associativo con interesse pubblico che opera a fini di gestione faunistico-venatoria del territorio all’interno di confini fissati dal piano faunistico-venatorio regionale (Piano Faunistico – Venatorio Regionale approvato con L. R. n. 1/2007).
Questi enti di diritto privato, quali sono gli ATC, non si occupano solo della distribuzione dei tesserini venatori regionali dei cacciatori residenti nell’ambito di competenza per conto della Provincia, ma orchestrano la cosiddetta “riqualificazione ambientale faunistica”, che dal nome sembra una figata, nella realtà si tratta di acquisto e lancio di migliaia di animali pronta-caccia  (lepri, fagiani, starne, ecc.), di realizzazione di allevamenti di fauna stanziale domesticata, organizzati in forma di azienda agricola, nonché di massacro di tutti gli “elementi di disturbo alla caccia”: ad esempio, massacro delle volpi e dei Corvidi. 

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