domenica 19 maggio 2019

i rischi del 5G


OTTO RISCHI PER LA SALUTE LEGATI AL 5G


Il Prof. Martin L. Pall, Professore emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base della Washington State University, ha inviato alle istituzioni europee e statunitensi una revisione di studi che dimostrano la pericolosità della tecnologia 5G.
Secondo la sua analisi della letteratura scientifica pubblicata ci sono almeno otto pericoli dimostrati correlati alle esposizioni alle radiazioni del 5G.
Quello allegato in fondo a questo articolo è una versione breve di un documento originale scritto in risposta a due documenti scritti rispettivamente dal Sig. Ryan e dal Dott. Vinci in risposta all’appello di un gruppo di associazioni e di esperti sulla sicurezza del 5G. Il Sig. Ryan ha dichiarato che “Ci sono prove consistenti presentati da enti nazionali e internazionali (International Commission on Non Ionising Radiation Protection – ICNIRP, Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR) che l’esposizione a campi elettromagnetici non rappresentano alcun rischio per la salute al di sotto dei limiti stabiliti dalla Raccaomandazione del Consiglio 1999/519/EC1.” Le posizioni dell’ICNIRP e dello SCENIHR, così come quelle dalla Federal Commission Communicatione, della FDA e dell’Istituto Nazionale sul Cancro degli USA, hanno posizioni molto diverse le une dalle altre. Alcuni di questi enti dichiarano che i meccanismi d’azione dei campi elettromagnetici non sono noti, nonostante l’enorme evidenza di studi pubblicati.
Il documento del Prof. Pall rappresenta una base fondamentale per richiedere la messa al bando dello sviluppo della tecnologia 5G in quanto ci sono sufficienti evidenze di un rischio per concludere che si tratta di frequenze non del tutto sicure per la salute umana e per l’ambiente.
Cliccare qui per scaricarlo. Attenzione: il documento è in inglese e AMICA si sta attivando per tradurlo in italiano.

Gli otto tipi di danni correlati alle frequenze del 5G sono i seguenti:
danni cellulari al DNA – rottura al filamento singolo del DNA, rottura del filamento doppio, ossidazione delle basi del DNA;
diminuzione della fertilità maschile e femminile, aumento di aborti spontanei, abbassamento di ormoni come estrogeni, progesterone e testosterone, abbassamento della libido;
danni neurologici e neuropsichiatrici;
apoptosi e morte cellulare;
stress ossidativo e aumento dei radicali liberi (responsabili della maggior parte delle patologie croniche);
effetti ormonali;
aumento del calcio intracellulare;
effetto cancerogeno sul cervello, sulle ghiandole salivari, sul nervo acustico.
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I dati sulle patologie da esposizione ad inquinamento elettromagnetico, portati al Convegno dal dottor Domenico Scanu, Presidente Isde Sardegna, sono stati impressionanti.
Con il 5G milioni di residenti in Italia saranno esposti a campi elettromagnetici ad alta frequenza con densità espositive e frequenze sino ad ora inesplorate su così ampia scala. Cagliari diviene città sperimentale per un accordo firmato a Roma tra la Regione, CRS4 e Huawey, mentre Noragugume, Pompu e Segariu sono stati designati per la sperimentazione di questa tecnologia dal Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio.
Per i rischi sulla salute, in tutto il mondo, sindaci di città americane ed europee, la scienza indipendente di cui Isde Medici per l’Ambiente, si oppongono alla sperimentazione di una tecnologica avanzatissima ma di cui non si conoscono gli effetti sulla salute e sulla vita dei cittadini.
Con le città trasformate in laboratori a cielo aperto ed intere collettività trasformate in cavie per la sperimentazione forzata del 5G si supera ciò che la giurisprudenza prevede in ambito di sperimentazione individuale. Non si rispetta la salute e la vita, non c’è diritto all’informazione e non è previsto il consenso da parte delle collettività.
Eppure non possiamo sostenere che non esista una normativa in Europa per la tutela della salute e dell’ambiente. Nel 1972 in occasione del Consiglio Europeo a Parigi, sulla scia della Prima Conferenza delle Nazioni Unite, i capi di Stato si espressero per la prima volta sulla tutela dell’ambiente. Nel 1987 l’Atto Unico Europeo introdusse il nuovo titolo di Ambiente, come prima base giuridica per una politica ambientale.
Sull’onda delle Politiche per la tutela della salute e dell’ambiente nel 1993, con il Trattato di Maastrichtc, l’Ambiente diviene un elemento portante delle politiche dell’UE. Nel 1999 il Trattato di Amsterdam punta sullo sviluppo sostenibile. Nel 2009 il Trattato di Lisbona sui cambiamenti climatici. Nel 2013 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno adottato il 7° PAA (Programmi di Azione per l’Ambiente) per un arco di tempo sino al 2020, intitolato «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta».
Con la sperimentazione 5G, è legittima la riflessione su dove sia finita fior fior di normativa europea in materia di salute ambientale e umana, con il Principio di Precauzione, con il diritto di accesso all’Informazione, alla Partecipazione democratica e alla Condivisione, con il diritto di accesso alla Giustizia qualora i precedenti diritti vengano violati. Ma i diritti individuali e collettivi vengono violati con la complicità dei governi degli Stati che barattano grandi finanziamenti con la salute del proprio ambiente e delle collettività.
L’Unione Europea, gli USA ed i governi di tutto il mondo hanno fallito nel rinunciare al ruolo di garanti della salute dei propri cittadini. Oggi chi determina le sorti dei popoli sono le multinazionali della globalizzazione mondiale di cui i colossi della telefonia ne sono parte. Il loro dominio è tale da potersi dotare di “governi propri” sottraendoli ai popoli. Il fallimento degli Stati è nella rinuncia al proprio ruolo e nell’abdicare a favore dei Poteri finanziari e delle multinazionali.
Regna la confusione e l’incredulità. I mezzi di comunicazione, organici a questo sistema, perdono anch’essi la ragione di esistere. Non è più tempo di libera circolazione delle idee e d’interpretazione di realtà. Camouflage di interessi lobbistici dominano sempre più sull’informazione. Pensare che centri urbani sardi, a partire da Cagliari, con la complicità delle amministrazioni locali, siano destinati a divenire laboratori per la sperimentazione di tecnologie che esulano dai bisogni umani di innovazione, preoccupa.
Anche la bomba atomica era certamente un progresso scientifico, un’innovazione tecnologica vincente, peccato che sia stata anche l’arma di un genocidio a breve, a medio e a lungo termine. Le sperimentazioni su decine di migliaia di cittadini si facevano nei campi di sterminio in nome della scienza e del potere. Colossi della farmaceutica, oggi potenti multinazionali, regnavano in quei percorsi di perversione e di morte in nome del progresso scientifico. E pensare che sulla sperimentazione 5G, ancora su più vasta scala, non c’è consapevolezza. Il dibattito all’interno delle istituzioni è assente o fuorviante.
Le uniche preoccupazioni per il Ministro Di Maio sul 5G riguardano la sicurezza, non sulla salute di intere collettività, ma sui fenomeni di spionaggio e dichiara “di rafforzare il golden power per fornire adeguate garanzie rispetto a possibili perdite di sovranità determinate dall’affidamento di servizi ad aziende straniere”. Inoltre, ritrovandosi come per casualità, al centro della guerra fredda tra Trump e Xi Jinping, sotto pressioni degli Usa che chiedono all’Italia che si bandiscano i colossi cinesi come Huawei, Di Maio avrebbe spiegato, senza sapere a che santo darsi, “di aver recepito il messaggio e di aver rassicurato Trump”. Tace sulla salute e si caccia nei guai.
Intanto a Cagliari, chi ha amministrato per le due ultime legislature, esibisce la sperimentazione della tecnologia 5G in città come trofeo vincente della propria campagna elettorale. E pensare che certi sindaci o qualcuno che ambisce a questa carica, non ha neppure la lungimiranza delle Compagnie di assicurazione che di coprire i rischi da esposizione a campi elettromagnetici non ne vogliono neppure sentire.



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