OTTO RISCHI PER LA SALUTE LEGATI AL 5G
Il Prof. Martin L. Pall, Professore
emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base della Washington State
University, ha inviato alle istituzioni europee e statunitensi una revisione di
studi che dimostrano la pericolosità della tecnologia 5G.
Secondo la sua analisi della letteratura
scientifica pubblicata ci sono almeno otto pericoli dimostrati correlati alle
esposizioni alle radiazioni del 5G.
Quello allegato in fondo a questo articolo
è una versione breve di un documento originale scritto in risposta a due
documenti scritti rispettivamente dal Sig. Ryan e dal Dott. Vinci in risposta
all’appello di un gruppo di associazioni e di esperti sulla sicurezza del 5G.
Il Sig. Ryan ha dichiarato che “Ci sono prove consistenti presentati da enti
nazionali e internazionali (International Commission on Non Ionising Radiation
Protection – ICNIRP, Scientific Committee on Emerging and Newly Identified
Health Risks (SCENIHR) che l’esposizione a campi elettromagnetici non rappresentano
alcun rischio per la salute al di sotto dei limiti stabiliti dalla
Raccaomandazione del Consiglio 1999/519/EC1.” Le posizioni dell’ICNIRP e
dello SCENIHR, così come quelle dalla Federal Commission Communicatione, della
FDA e dell’Istituto Nazionale sul Cancro degli USA, hanno posizioni molto
diverse le une dalle altre. Alcuni di questi enti dichiarano che i meccanismi
d’azione dei campi elettromagnetici non sono noti, nonostante l’enorme evidenza
di studi pubblicati.
Il
documento del Prof. Pall
rappresenta una base fondamentale per richiedere la messa al bando dello
sviluppo della tecnologia 5G in quanto ci sono sufficienti evidenze di un
rischio per concludere che si tratta di frequenze non del tutto sicure per la
salute umana e per l’ambiente.
Cliccare
qui per scaricarlo. Attenzione: il documento è in inglese e AMICA si sta
attivando per tradurlo in italiano.
Gli otto tipi di danni correlati alle
frequenze del 5G sono i seguenti:
danni cellulari al DNA – rottura al
filamento singolo del DNA, rottura del filamento doppio, ossidazione delle basi
del DNA;
diminuzione della fertilità maschile e
femminile, aumento di aborti spontanei, abbassamento di ormoni come estrogeni,
progesterone e testosterone, abbassamento della libido;
danni neurologici e neuropsichiatrici;
apoptosi e morte cellulare;
stress ossidativo e aumento dei radicali
liberi (responsabili della maggior parte delle patologie croniche);
effetti ormonali;
aumento del calcio intracellulare;
effetto cancerogeno sul cervello, sulle
ghiandole salivari, sul nervo acustico.
VEDI ANCHE
Convegno a Cagliari sul 5G. Isde medici per l’ambiente
e l’appello al principio di precauzione - Claudia Zuncheddu
I dati sulle patologie da esposizione ad inquinamento
elettromagnetico, portati al Convegno dal dottor Domenico Scanu, Presidente
Isde Sardegna, sono stati impressionanti.
Con il 5G milioni di residenti in Italia saranno
esposti a campi elettromagnetici ad alta frequenza con densità espositive e
frequenze sino ad ora inesplorate su così ampia scala. Cagliari diviene
città sperimentale per un accordo firmato a Roma tra la Regione, CRS4 e Huawey,
mentre Noragugume, Pompu e Segariu sono stati designati per la sperimentazione
di questa tecnologia dal Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio.
Per i rischi sulla salute, in tutto il mondo, sindaci
di città americane ed europee, la scienza indipendente di cui Isde Medici per
l’Ambiente, si oppongono alla sperimentazione di una tecnologica avanzatissima
ma di cui non si conoscono gli effetti sulla salute e sulla vita dei cittadini.
Con le città trasformate in laboratori a cielo aperto
ed intere collettività trasformate in cavie per la sperimentazione forzata del
5G si supera ciò che la giurisprudenza prevede in ambito di sperimentazione
individuale. Non si rispetta la salute e la vita, non c’è diritto all’informazione
e non è previsto il consenso da parte delle collettività.
Eppure non possiamo sostenere che non esista una
normativa in Europa per la tutela della salute e dell’ambiente. Nel 1972
in occasione del Consiglio Europeo a Parigi, sulla scia della Prima Conferenza
delle Nazioni Unite, i capi di Stato si espressero per la prima volta sulla
tutela dell’ambiente. Nel 1987 l’Atto Unico Europeo introdusse il nuovo titolo
di Ambiente, come prima base giuridica per una politica ambientale.
Sull’onda delle Politiche per la tutela della salute e
dell’ambiente nel 1993, con il Trattato di Maastrichtc, l’Ambiente diviene un
elemento portante delle politiche dell’UE. Nel 1999 il Trattato di Amsterdam
punta sullo sviluppo sostenibile. Nel 2009 il Trattato di Lisbona sui
cambiamenti climatici. Nel 2013 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno
adottato il 7° PAA (Programmi di Azione per l’Ambiente) per un arco di
tempo sino al 2020, intitolato «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta».
Con la sperimentazione 5G, è legittima la riflessione
su dove sia finita fior fior di normativa europea in materia di salute
ambientale e umana, con il Principio di Precauzione, con il diritto di accesso
all’Informazione, alla Partecipazione democratica e alla Condivisione, con il
diritto di accesso alla Giustizia qualora i precedenti diritti vengano
violati. Ma i diritti individuali e collettivi vengono violati con la
complicità dei governi degli Stati che barattano grandi finanziamenti con la
salute del proprio ambiente e delle collettività.
L’Unione Europea, gli USA ed i governi di tutto il
mondo hanno fallito nel rinunciare al ruolo di garanti della salute dei propri
cittadini. Oggi chi determina le sorti dei popoli sono le multinazionali
della globalizzazione mondiale di cui i colossi della telefonia ne sono parte.
Il loro dominio è tale da potersi dotare di “governi propri” sottraendoli ai
popoli. Il fallimento degli Stati è nella rinuncia al proprio ruolo e
nell’abdicare a favore dei Poteri finanziari e delle multinazionali.
Regna la confusione e l’incredulità. I mezzi di
comunicazione, organici a questo sistema, perdono anch’essi la ragione di
esistere. Non è più tempo di libera circolazione delle idee e d’interpretazione
di realtà. Camouflage di interessi lobbistici dominano sempre
più sull’informazione. Pensare che centri urbani sardi, a partire da
Cagliari, con la complicità delle amministrazioni locali, siano destinati a
divenire laboratori per la sperimentazione di tecnologie che esulano dai
bisogni umani di innovazione, preoccupa.
Anche la bomba atomica era certamente un progresso
scientifico, un’innovazione tecnologica vincente, peccato che sia stata anche
l’arma di un genocidio a breve, a medio e a lungo termine. Le sperimentazioni
su decine di migliaia di cittadini si facevano nei campi di sterminio in nome
della scienza e del potere. Colossi della farmaceutica, oggi potenti
multinazionali, regnavano in quei percorsi di perversione e di morte in nome
del progresso scientifico. E pensare che sulla sperimentazione 5G, ancora
su più vasta scala, non c’è consapevolezza. Il dibattito all’interno delle
istituzioni è assente o fuorviante.
Le uniche preoccupazioni per il Ministro Di Maio sul
5G riguardano la sicurezza, non sulla salute di intere collettività, ma sui
fenomeni di spionaggio e dichiara “di rafforzare il golden power per
fornire adeguate garanzie rispetto a possibili perdite di sovranità determinate
dall’affidamento di servizi ad aziende straniere”. Inoltre,
ritrovandosi come per casualità, al centro della guerra fredda tra Trump e Xi
Jinping, sotto pressioni degli Usa che chiedono all’Italia che si bandiscano i
colossi cinesi come Huawei, Di Maio avrebbe spiegato, senza sapere a che santo
darsi, “di aver recepito il messaggio e di aver rassicurato
Trump”. Tace sulla salute e si caccia nei guai.
Intanto a Cagliari, chi ha amministrato per le
due ultime legislature, esibisce la sperimentazione della tecnologia 5G in
città come trofeo vincente della propria campagna elettorale. E pensare
che certi sindaci o qualcuno che ambisce a questa carica, non ha neppure la
lungimiranza delle Compagnie di assicurazione che di coprire i rischi da
esposizione a campi elettromagnetici non ne vogliono neppure sentire.
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