Un po’ si deve alla grandissima notorietà di Friday for
Future, le attività promossa dalla ragazzina svedese Greta
Thunberg per riuscire a dare un futuro alla nostra cara Terra,
l’unica che abbiamo.
Sembra finalmente che pian pianino la
consapevolezza dell’ammorbamento che sta producendo la plastica sui nostri mari
e le nostre spiagge stia facendosi strada nell’opinione pubblica. Imballaggi,
bottiglie, rivestimenti, rifiuti di ogni genere in materiale plastico.
Così, anche in Sardegna, diverse amministrazioni
locali stanno adottando provvedimenti di inibizione dell’utilizzo di prodotti
di plastica sulle spiagge. Da San Teodoro a Carloforte, da Arzachena a Loiri,
da Aglientu a Castiadas.
Il mare troppo spesso è diventato
una vera e propria cloaca di plastica e qualsiasi
provvedimento ne diminuisca la presenza sulle coste è sempre un fatto positivo.
L’educazione e la sensibilizzazione sono importanti, così come le sanzioni
contro i cafoni. Ma è fondamentale ridurre la quantità
di plastica utilizzata con provvedimenti concreti. Uno potrebbe essere il
ritorno al vuoto a rendere, sistema familiare in Italia
fino agli anni ’80 del secolo scorso.
Il sistema del vuoto a
rendere indica che un contenitore – per esempio una bottiglia di
vetro o in plastica PET – dopo il suo utilizzo, viene reso al
fornitore, così da poter essere riciclato (si arriva fino a 20 riutilizzi per le bottiglie in PET,
40 per quelle in vetro). Chi acquista il prodotto in vuoto a rendere
paga una cauzione che viene resa al momento della restituzione oppure riceve
sconti o una piccola somma per ogni contenitore restituito.
Attualmente esiste in 38 Paesi del mondo e
generalmente funziona molto bene. In Germania, grazie al compenso in
denaro a chi restituisce lattine e bottiglie (vetro,
alluminio) il riciclo di questi oggetti è intorno al 97%, per le bottiglie in
plastica il riciclo è intorno all’80%. Negli Stati
Uniti grazie al Bottle Bill i rifiuti che derivano dai
materiali di imbottigliamento sono diminuiti del 70% per cento, in
Australia, dove esiste un analogo meccanismo, la diminuzione è stata di più
dell’85%.
Basterebbe copiare, in questo caso dal
paese a noi più vicino: la Germania. Qui chi porta una bottiglia di plastica,
vetro e cartone, riceve, in contanti, dagli 8 ai 25
centesimi. Sconti per i consumatori, sgravi fiscali per aziende e negozianti.
Il vuoto a rendere funziona bene da trent’anni: in tutti i negozi, per tutti i
consumatori e per tutti i tipi di bevande.
Il Ministero dell’Ambiente, della Tutela
del Territorio e del Mare, con un decreto, potrebbe introdurre in Italia il
vuoto a rendere, facendo risparmiare chi adotta comportamenti virtuosi e
penalizzando chi non lo fa, con l’obiettivo preciso di ridurre la produzione di
rifiuti.
In Italia, dal 10 ottobre 2017 gli
esercenti possono aderire alla sperimentazione atta a reintrodurre il vuoto a
rendere in base alle disposizioni di cui al D.M. 3 luglio 2017, n. 142, sperimentazione
che ha dato finora scarsi risultati. Servono provvedimenti concreti, non
palliativi o, peggio, aria fritta.
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