lunedì 27 agosto 2012

Oil for nothing



Si chiama “Oil for Nothing” il video realizzato da Luca Tommasini e prodotto dalla CRBM sugli impatti delle attività estrattive delle multinazionali nel Delta del Niger. Nonostante le difficoltà legate alla diffusa militarizzazione del territorio, Tommasini è riuscito a raccogliere numerose testimonianze e immagini che evidenziano come il fenomeno del gas flaring (il gas bruciato in torcia collegato all’estrazione del petrolio) e gli sversamenti di greggio comportino degli effetti molto negativi sull’ambiente e sulle comunità locali. Il tutto senza che le oil corporation si curino troppo delle conseguenze nefaste delle loro operazioni.
Del Delta del Niger abbiamo parlato nel reportage "Il vero costo di un litro di benzina" nel numero di novembre di Altreconomia. 
il dossier "Il Delta dei veleni", che si può scaricare in formato .pdf anche qui...

domenica 26 agosto 2012

Cormac Cullinan - Wild Law


C'è una Magna Carta universale che gli umani faticano a riconoscere e però sovrasta qualsiasi Costituzione scritta dagli umani stessi. CormacCullinan, socio fondatore della Cullinan&Associates Inc., studio legale di Città del Capo, in Sud Africa, la chiama Wild Law (guarda i dieci punti caldi del pianeta), o legge della natura: «Siamo così abituati a conformarci a un diritto che punta al controllo e allo sfruttamento della natura, che la sola idea che la legge debba piuttosto essere al servizio delle forze naturali ci pare assurda, una contraddizione. Invece, dovremmo riflettere sul fatto che gran parte delle nostre leggi contribuisce alla soppressione della wildness, l'ambiente incontaminato». Insomma, è tempo di ribaltare la filosofia antropocentrica che ha forgiato la giurisprudenza moderna e recuperare quei principi universali che governano l'esistenza di tutti i membri della comunità terrestre…

martedì 21 agosto 2012

Mangiate cibo vero! I consigli di Michael Pollan


(1) Non mangiate nulla che la vostra bisnonna non riconoscerebbe come cibo
(2) Non mangiare nulla che non può andare a male
(3) Evitate cibi che contengono ingredienti sconosciuti, o dai nomi impronunciabili, o che contengono più di 5 ingredienti e/o sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio
(4) Evitate i prodotti che pubblicizzano effetti sulla salute
(5) Nei supermercati state lontani dalla zona centrale e fate i vostri acquisti nelle zone periferiche
(6) Evitate il più possibile i supermercati: stringete la mano che vi nutre.
(7) Preferite i vegetali, e in particolare le verdure a foglia
(8) Siete anche quello che mangia l'animale mangiato da voi
(9) Siate onnivori
(10) Mangiate cibo sano cresciuto su un terreno sano
(11) Mangiate cibi selvatici quando ne avete la possibilità
    (12) Considerate i cibi non tradizionali con scetticismo
    (13) Non cercate un alimento magico nelle diete tradizionali
    (14) Bevete un bicchiere di vino ai pasti
    (15) Pagate di più, mangiate di meno
    (16) Fate pasti veri
    (17) Mangiate a tavola
    (18) Non prendete il vostro carburante dove lo prende la vostra automobile
    (19) Se possibile, non mangiate da soli
    (20) Lasciate decidere al vostro intestino
    (21) Non mangiate di corsa
    (22) Cucinate e, se potete, coltivate il vostro orto
    M. Pollan, In difesa del cibo, Milano 2009 p 157-207

    lunedì 20 agosto 2012

    Michael Pollan: dal punto di vista delle piante

    invecchiare


    Il documento ufficiale – su carta intestata Guinness World Records – è giunto pochi giorni fa in piazza Europa, sede del Comune di Perdasdefogu come "lettera assicurata". Da Londra – dopo sette anni di indagini nei cinque Continenti – hanno messo nero su bianco che è una famiglia di Perdasdefogu quella che detiene il primato mondiale della longevità. Prima in Sardegna, in Italia, in Europa, nel globo terracqueo. La Guinness World Records ha fatto ricerche ovunque, nei paesi sotto l'Himalaya, nelle Ande, in Tasmania, anche in Giappone. Ma da nessuna parte è stato riscontrato un nucleo familiare così "resistente". E la sentenza è stata emessa. (Era stata la Guinnes World ad assegnare il record della longevità a Jeanne Calment morta nel 1977 a 122 anni e 164 giorni, definita dal Times la Signora del Tempo").
    Alla lettera di complimenti giunta a Perdasdefogu («Vi diamo il benvenuto nel club molto ristretto – very select club – dei possessori di titoli-record al mondo») era allegata la pergamena, in inglese e con tanto di bollo. Ecco i numeri: nove fratelli viventi per un totale di 818 anni e 205 giorni certificati («verified») al primo giugno 2012 negli uffici al terzo piano di Drummond Street 184-192 e controfirmati dal direttore Jachie Angus. E giù i nomi per questo inaspettato oro olimpionico della durata in vita: Consolata Melis, the Queen, compirà 105 anni mercoledì prossimo 22 agosto essendo nata nel 1907...

    domenica 19 agosto 2012

    Slurptruppen


    Come esito di uno dei workshop dello S.L.U.R.P. meeting è nato un coordinamento che intende portare avanti la creazione di aree di gioco attivo e che vuole promuovere l’autocostruzione, le forme di gestione condivisa e in generale il diritto al gioco nello spazio pubblico.
    Per fare questo sono state proposte alcune iniziative coordinate da svolgersi 
    ogni 6 del mese a partire dal prossimo 6 giugno in tutti i luoghi dove sono attivi gruppi che d’ora in poi saranno chiamati le SLURPTRUPPEN…(scusate se è poco)
    Le città che hanno attivato Slurptruppen finora sono:
    Roma, Firenze, Napoli, Lecce, Macerata, Alghero, Pistoia… e altre se ne stanno aggiungendo.
    Le azioni prevedono l’installazione di dispositivi ludici in luoghi pubblici, realizzati in autocostruzione, con materiali di recupero o a basso costo
    Se c’è qualcuno che vuole prendere parte attiva comincia da qui l’autogestione delle Slurptruppen in movimento…
    Abbiamo creato un gruppo facebook per organizzare velocemente l’azione da fare in rete a livello nazionale (6 giugno) e magari “acchiappare” altri gruppi interessati.
    il gruppo lo trovate qui: 
    https://www.facebook.com/groups/slurptruppen/edit/

    se siete interessati andate e chiedete l’amicizia.



    economie strabiche


    …quasi il 50% degli incidenti stradali sono imputabili a conducenti ubriachi, che 9 volte su 10 sono uomini. Ci si chiede, quindi, per quale motivo la sanità italiana continui a negare epidurali alle partorienti o a preoccuparsi così tanto dei cesarei, invece di rifiutare l’anestesia, laddove il dolore sia comparabile, a chi ha causato un incidente stradale.

    Elena Sisti, da Altreconomia, n.140

    un parto



    letto qui

    giovedì 16 agosto 2012

    Land grabbing all'italiana

    “Gli Arraffa Terre” sono le imprese italiane che si stanno accaparrando terreni agricoli su scala globale. Il fenomeno del land grabbing, cioè, riguarda da vicino anche imprese e istituzioni finanziarie del nostro Paese (che sostengono l'azione dei primi). 
    Nomi più o meno conosciuti, da Eni a Maccaferri, da Benetton a Generalifino ai tre big del credito (UnicreditIntesa e Monte dei Paschi di Siena), che portano l’Italia al secondo posto tra i Paesi Europei “più attivi negli investimenti su terra all’estero, seconda solamente all’Inghilterra”. 
    “Gli Arraffa Terre” è anche il titolo di una mappatura puntuale e ricca di dati sul ruolo che l’Italia svolge nell’accaparramento dei terreni agricoli su scala globale, pubblicato da Re:Common in occasione del vertice di Rio sull'ambiente.  
    In totale sono una ventina le compagnie attive in questo business, dalla Patagonia (dov'è presente Benetton) a tante imprese in Africa, in particolare in Mozambico, Etiopia e Senegal. 

    Le compagnie italiane acquisiscono a poco prezzo e per periodi molto lunghi centinaia di migliaia di ettari in Paesi afflitti da siccità e fame, come l’Etiopia, per impiantare colture intensive, con lo scopo di produrre cibo per l’esportazione o per coltivare olio di palma o jatropha poi impiegate per generare agro-combustibili. 
    Si pensi al caso della Fri-el Green, che proprio in Etiopia paga 2,5 euro l’anno a ettaro per un totale di 30mila ettari affittati per 70 anni, la cui produzione di olio di palma potrebbe essere destinata ad alimentare la controversa centrale termoelettrica di Acerra...

    qualcuno offre l'acqua del rubinetto

                                      


                                                      Qui

    Se un'azienda in crisi rifiuta una commessa militare


    Sembra una storia di altri tempi, ma accade nell’Italia della crisi sociale e del realismo economico. Si svolge a Pisa, in quella Toscana che nonostante uno “standing” progressista subisce pesantemente gli effetti di un’economia che non tira e del lavoro che manca. E niente più dei numeri rende l’idea del dramma quotidiano di migliaia di persone: dal maggio 2009 al giugno 2012 sono state autorizzate dalla Regione 35.605 richieste di cassa integrazione in deroga, poco meno di diecimila aziende coinvolte, oltre 55mila lavoratori interessati e quasi 63 milioni di ore, per un costo di oltre 616 milioni di euro. Sono i dati snocciolati dall'assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini e che danno un’idea statistica del problema, che riesce solo parzialmente a rendere giustizia di una situazione insostenibile.
    In questo scenario rimangono sotto la scure della crisi piccole e piccolissime imprese, spina dorsale dell’imprenditoria italiana, tra cui la Morellato Energia e la Morellato Termotecnica di Ghezzano (Pisa), entrambe guidate da Valerio Morellato, un giovane ingegnere poco più che trentenne con un’attenzione particolare alla sostenibilità e all’etica in economia. Al punto da far aderire le sue aziende al Patto del Distretto di Economia Solidale AltroTirreno che, nel comprensorio di Pisa, vuole sostenere la cooperazione tra soggetti economici “virtuosi” ed eticamente orientati. La crisi economica da una parte, la difficoltà nel reperire credito e il clima di incertezza che si è creato attorno agli incentivi al fotovoltaico (dopo il quarto e quinto conto energia, approvati nel corso di un anno e che ridimensionano, seppur confermandoli, gli incentivi al settore) hanno imposto alle due aziende di fare ricorso alla cassa integrazione nella speranza di riuscire a superare l’empasse.
    E’ in questo momento difficile che arriva una commessa particolare. LaWAAS, Whitehead Alenia Sistemi Subacquei, è azienda del gruppoFinmeccanica, che la presenta come “leader a livello mondiale nel settore dei Sistemi Subacquei”, produce siluri, come viene chiarito dal sito internet dove si ricorda come “più di 100 siluri sono in fase di produzione e di consegna per varie importanti Marine distribuite in tre diversi continenti”...

    lunedì 13 agosto 2012

    pomodori


    Gira una storiella molto carina su internet, che sta facendo il giro degli Stati Uniti. Protagonisti sono un anziano signore italiano, che coltiva il suo orticello casalingo appena fuori casa, nel New Jersey, e suo figlio Vincent, che sta in prigione. L’anziano signore non riesce più a coltivare il suo orto come faceva un tempo per via degli acciacchi dell’età, e così, in un momento di scoramento, scrive una lettera al figlio detenuto, che dice più o meno così:
    “Caro Vincent, mi sento triste perché sembra proprio che quest’anno non sarò in grado di piantare i miei pomodori quest’anno. Sto semplicemente diventando troppo vecchio per piegarmi sul terreno, dissodare il terreno e piantare i semi e le piantine. So che se tu fossi qui i miei problemi sarebbero finiti. So che saresti felice di dissodare il terreno per me, come ai vecchi tempi. Con amore, Papà”...

    giovedì 9 agosto 2012

    alberi con le case intorno

    Ignari, continuano a stagliarsi verso il cielo, a succhiare vita dalla terra. Se solo sapessero quante battaglie e tribolazioni innescano. Spesso sono religione e superstizione ad andare in loro soccorso. Altre volte è la storia, magari rimescolata a miti e leggende. Altre ancora è l'affetto degli esseri umani, il rispetto reverenziale per abitanti della Terra assai più anziani di loro. In un mondo dove il cemento incede vistosamente, ci sono alberi che riescono a riprendersi una rivincita. Piante graziate da ruspe e motoseghe, che costringono architetti ad arrovellarsi e muratori a impilare mattoni in forme nuove. Alberi da frutta, per esempio, come quelli che crescono a New York nei quartieri degli ebrei ultra-ortodossi. Per i quali tagliarne uno può portare a sciagure indicibili: malattie fulminanti in famiglia, affari disastrosi. Meglio quindi costruirvi intorno. Come ha fatto Joe Lieberman, che aveva comprato un terreno a Brooklyn per realizzarvi la sua panetteria.

    Arrivata l'estate, s'è accorto che quello che vi cresceva era un albero da frutta: "Abbiamo dovuto cambiare tutto il progetto", ha raccontato al New York Times il fornaio dopo essersi recato da un rabbino locale per una consultazione. Le interpretazioni delle leggi ebraiche possono variare, ma la maggior parte dei rabbini, che citino il Talmud, il Deuteronomio o un testo mistico vecchio un migliaio di anni, sostiene che tagliare un albero da frutta è pericoloso perché significa danneggiare un bene divino. Che dio ce ne scampi, quindi.

    Altre latitudini, stesse credenze. Da quando si racconta che Buddha ebbe l'illuminazione sotto l'ampio fico di Bodh Gaya, e suggerì "se venerate la pianta è come se veneraste me", in Thailandia il fervore religioso impone di cambiare ogni progetto di strada e autostrada che entri in rotta di collisione con un "sacro fico". Nella meno mistica Australia, invece, non c'è albero che tenga di fronte a un progetto di sviluppo. Neanche il Guardian tree di Bulahdelah, sacro da millenni tra gli aborigeni, ce l'ha fatta: a dispetto delle proteste della comunità Worimi, l'arbusto è stato segato per fare procedere l'asfalto della Pacific Highway...
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    Rifiuti agli indiani - Daniele Barbieri


    In aprile «The Guardian» ha raccontato di una inchiesta delle Nazioni Unite sulle condizioni dei nativi americani (2 milioni e 700mila persone). E' la prima indagine del genere e sarà condotta da James Anaya, il relatore speciale Onu – dal 2008 - sui popoli indigeni. Ma gli Usa non hanno gradito e la notizia è scomparsa dai media. 
    Negli stessi giorni Lance Henson, poeta e attivista del popolo  Cheyenne (ma il loro vero nome è Tsistsistas) inviava ad alcuni fra i più seri quotidiani statunitensi alcune notizie “radioattive” su ciò che accadeva a Fort Reno, in Oklahoma. “Molto interessante” la risposta dei giornalisti contattati che, nei due mesi successivi, non hanno pubblicato una riga. A questo punto Henson ha inviato il suo piccolo dossier al Bia, Bureau of Indian Affairs, e al Procuratore generale degli Usa (in pratica il ministro della Giustizia).
    Le informazioni – scrive Henson - sono state raccolte in Oklahoma «da una indigena eroica che per ragioni di sicurezza personale vuole rimanere anonima».
    Henson le sintetizza così.
    «Più approfondisco e più la situazione appare peggiore. Chi sa realmente cosa è successo a Fort Reno? Da anni si parla di rifiuti pericolosi gettati lì. Dicerie o verità? Mi sono giunte informazioni anonime su quel che aveva fatto un geologo che lavorava a Fort Reno a fine anni '70, inizio anni '80. E' stato licenziato quando ha presentato le scoperte al suo supervisore, ma per fortuna aveva copie del suo rapporto dove scriveva di scorie nucleari gettate a Fort Reno. All'epoca minacciarono lui e la sua famiglia. E' un uomo anziano ora, ha lasciato l'area, ma mi hanno detto che è tornato in Oklahoma. Il tentativo di insabbiare tutto coinvolge Doi, cioè il Dipartimento  dell'Interno, l'Usda (il dipartimento statunitense dell'agricoltura), il senatore Kerr, il proprietario delle terre Keating (che è senatore repubblicano), il senatore Donald Nickles, ufficiali della Contea “canadese” (cioè il distretto dell'Oklahoma dove vivono Cheyenne e Arapaho) e di El Reno così come l'ex-avvocato della nostra tribù, Rick Grellner…

    martedì 7 agosto 2012

    Azzardopoli


    ...Ad Azzardopoli i clan fanno il loro gioco. Sono tante, svariate e di vera fantasia criminale i modi e le tipologie fare bingo. Infiltrazioni delle società di gestione di punti scommesse, di Sale Bingo,che si prestano in modo "legale" ad essere le "lavanderie" per riciclaggio di soldi sporchi. Imposizione di noleggio di apparecchi di videogiochi, gestione di bische clandestine, toto nero e clandestino. Il grande mondo del calcio scommesse, un mercato che da solo vale oltre 2,5 miliardi di euro. La grande giostra intorno alle scommesse delle corse clandestine dei cavalli e del mondo dell'ippica. Sale giochi utilizzate per adescare le persone in difficoltà, bisognose di soldi, che diventano vittime dell'usura. Il racket delle slotmachine. E non ultimo quello dell'acquisto da parte dei clan dei biglietti vincenti di Lotto, Superenalotto, Gratta e vinci. I clan sono pronto infatti a comprare da normali giocatori i biglietti vincenti, pagando un sovrapprezzo che va dal cinque al dieci per cento: una una maniera "pulita" per riciclare il denaro sporco. Esibendo alle forze di polizia i tagliandi vincenti di giochi e lotterie possono infatti giustificare l´acquisto di beni e attività commerciali. Eludendo così i sequestri...

    …Si mette l'euro, si tira la leva, il nastro a ruota gira. In un attimo il gioco è finito e si riparte subito, si vinca o si perda. Un altro euro, un altro tiro di leva. C'è chi lo fa per dieci minuti, chi per un'ora, chi per l'intera giornata. Un meccanismo tanto semplice quanto seducente quello delle slot, vista la loro diffusione sempre più ramificata nelle sale giochi, nei bar e nei circoli di tutta la penisola. Ad esempio solo nel Lazio sono più di 37 mila, accese ogni giorno in più di 9 mila bar ed esercizi commerciali. Perché gli italiani, di ogni età e condizione sociale, giocano, giocano, giocano. Sono drogati dall'azzardo e stanno aumentando a dismisura, denuncia l'associazione Libera di don Ciotti, a nome dei tanti che criticano giochi in cui non serve l'abilità o la logica ma solo la fortuna. Le dieci concessionarie ufficiali dello Stato (dalla Snai alla Sisal, da Slot a Lottomatica) ribattono che le ludopatie accertate riguardano solo l'1% dei giocatori.
    L'undicesima concessionaria non prende parte alla discussione e continua a lavorare. Alla criminalità organizzata non è mai piaciuta la pubblicità. Se gli affari sono semplici e sicuri, meno se ne parla meglio è…

    lunedì 6 agosto 2012

    La vitalità dei siti nuragici

    Il presente progetto nasce dalla necessità di dare risposta all’antico quesito se vi sia o no la presenza di forte energia vitale nei siti nuragici della Sardegna, come ci viene tramandato dalle leggende popolari locali. Cosa rappresentavano per le popolazioni di allora questi siti? Esiste davvero energia nei siti nuragici? Questa energia è da considerarsi buona e compatibile con l’uomo? E’ vero che in certi periodi dell’anno qui si officiavano importanti riti di guarigione per l’intera comunità tribale? Il rito dell’incubazione come ci viene tramandato da Aristotele nei suoi antichi testi è la realtà o la leggenda? E’ vero che gli antichi pastori e i guerrieri frequentavano questi luoghi per guarire dalle malattie e dalle possessioni? E’ vero che durante il solstizio di estate si ha un aumento della vitalità del luogo? E ancora, è bene frequentare i siti di notte? Questi sono alcuni dei motivi che mi hanno indotto ad intraprendere la presente ricerca allo scopo di arricchire le mie conoscenze personali sul magico mondo antico della Sardegna. Pertanto, il mio, vuole essere un viaggio di piacere senza alcuna pretesa di voler dare risposte certe su misteri, che ancora oggi avvolgono le strutture megalitiche del passato. I siti nuragici di cui parlo sono: i Nuraghi, le Tombe dei Giganti, i Templi a pozzo, le Domus De Janas, i Menhir e i Dolmen disseminati sul territorio e particolari chiese cristiane sorte su resti di antichi siti pagani. Per la verità questi siti si trovano su tutto il territorio della Sardegna ma ho voluto sviluppare questo primo progetto in Gallura, nel Nuorese ed in Ogliastra per l’aiuto importante che mi hanno offerto dall’Associazione Culturale Elicriso di Palau, in particolare l’amico Piernando Fioredda e gli amici Antonio Zurru di Nuoro e Giuseppe Piras di Arbatax. E’ dal 1996 che mi avvalgo della loro fraterna ospitalità, che mi permette, per due periodi l’anno, di fare le mie misurazioni ridiestesiche dei megaliti. Essi mi hanno accompagnato per intere giornate a visitare la Sardegna come guide esperte dei luoghi e come conoscitori attenti della storia della Sardegna e delle usanze e credenze popolari che attingono sembra nella storia antica di questa regione. Ho ascoltato i loro linguaggi e dialetti che originano da culture lontane e diverse tra loro. Questa esperienza vissuta assieme a loro è stata bella e importante, ha segnato l’inizio di una serie di studi sui siti nuragici ed ha saldato una collaborazione ed una amicizia che durano ancora oggi e di cui vado fiero. Per le prove energetiche io faccio uso della radionica da utilizzare per rilevamenti sul posto (Radioestesia). Gli strumenti utilizzati per le misurazioni radiestesiche sono:
     l’antenna radiestesica;
     la scala Bovis;
     il sale blu per rilevare le radiazioni nocive;
     fiale test per rilevare i disturbi provenienti dal sottosuolo (Geopatie);
     apparati radionici per misurare a distanza la vitalità dei siti.
    La prima tomba che visitai fu quella chiamata “Li Mizzani” vicino a Palau, in Gallura. La struttura di questo monumento funebre è formato da grandi pietre infisse in verticale nel terreno che formano una struttura posteriore a forma di scafo di nave lunga dagli 8 ai 30 metri, per la conservazione dei resti mortali dei componenti la tribù nuragica. Queste pietre (Menhir) venivano sormontate da altre pietre traversali (Dolmen) che a loro volta erano coperte da un tumulo di pietra. Sul davanti invece questi Menhir formano un semicerchio (Esedra) con al centro una pietra molto più grande detta “stele” che presenta in basso un pertugio per l’ingresso nella camera sepolcrale. L’intera struttura vista dall’alto rappresenta schematicamente la testa del toro, con le corna formate dall’esedra semicircolare ed il muso formato dal tumulo funebre. Le misurazioni radiestetiche del sito evidenziarono subito un fatto assolutamente imprevedibile: mentre sul davanti dell’esedra le energie misurate erano vibrazioni buone e di elevata intensità lati in prossimità di un albero di ginepro che si trova a destra della tomba, e sul lato sinistro in prossimità di un muro a secco, si evidenziarono invece energie molto basse e negative per l’uomo. Piernando, racconta che le popolazioni di allora usavano in particolari periodi dell’anno, utilizzare la tecnica della della “incubazione” che consisteva nel digiunare per cinque giorni e cinque notti distesi sulle pietre dell’esedra in cambio oltre alle guarigioni, responsi sull’esito delle future battaglie, della caccia, della salute e della fecondità ma questo era un compito addetto ai sacerdoti delle tribù nuragiche…