sabato 31 agosto 2013

Rapid Alert System for Food and Feed (RASFF)

Il meccanismo delle comunicazioni rapide, sempre più numerose negli ultimi anni, è uno strumento essenziale per la valutazione di eventuali rischi e per la tutela del consumatore.
Per notificare in tempo reale i rischi diretti o indiretti per la salute pubblica connessi al consumo di alimenti o mangimi è stato istituito il sistema rapido di allerta comunitario, sotto forma di rete, a cui partecipano la Commissione Europea, l’EFSA (Autorità per la sicurezza alimentare) e gli Stati membri dell'Unione…


QUI  il database

domenica 25 agosto 2013

Dalla parte sbagliata del mondo - Francesco Gesualdi

se qualcuno pensa di cambiare il mondo, o di lasciarlo non peggiore di come l'ha trovato, non può non cercare (e leggere ) questo libro.
per chi si iscrive a un sindacato questo libro dovrebbe essere una lettura obbligatoria, insieme alla tessera dovrebbe ricevere questo libro.
e se vuoi essere un degno cittadino del mondo leggilo, poi mi dirai - francesco




“Francuccio” Gesualdi, iniziatore del “consumo critico” italiano, ripercorre qui le tappe del suo impegno, dalla scuola di don Lorenzo Milani fino all’espatrio in Bangladesh e al ritorno in Italia, “dalla parte sbagliata del mondo”. In questa lunga intervista ricostruisce la nascita del “Centro nuovo modello di sviluppo” e i retroscena delle campagne di pressione condotte in questi anni su Del Monte, Nike, Chiquita. 
Gesualdi analizza anche le premesse teoriche, i progetti e le sperimentazioni che potrebbero condurre a un’economia della sobrietà, in cui gli interessi pubblici prevalgono su quelli privati. Non una biografia, ma il contributo di un militante che continua a battersi per la giustizia sociale.
da qui

lunedì 5 agosto 2013

Caro delfino, perdonaci

...Gli esseri umani non sono tutti stupidi e crudeli però, qualche volta, capita di incrociare sulla propria rotta quello sbagliato, magari portato da un’onda anomala, armato di fiocina e di cattiveria, quella che fa uccidere un essere indifeso e libero come te. Perdonaci, caro delfino, non siamo intelligenti come te e abbiamo ancora tanto da imparare.
Claudia Basciu
Gruppo d’Intervento Giuridico

Comunicato stampa del 04.08.2013
Un giovane maschio il delfino brutalmente ucciso in prossimità dell’Isola di Razzoli
È un giovane maschio dalle dimensioni di 2 metri e 40 centimetri non ancora foto identificato il delfino, Tursiops truncatus brutalmente infilzato con una fiocina in prossimità dell’Isola di Razzoli nel corso della mattinata di sabato scorso. Avvistato ancora in vita da un dipendente dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena l’animale è morto dopo un’agonia durata qualche ora a causa della profonda ferita riportata. Quasi impossibile risalire agli autori del vile gesto. Appurata la causa violenta della morte dell’animale, di concerto con il veterinario della “Rete regionale di recupero e di soccorso della fauna marina selvatica in difficoltà” si provvederà adesso allo smaltimento del corpo…

giovedì 1 agosto 2013

Il cracker devasta le foreste tropicali

Distributore automatico di merendine in un’azienda occidentale. Tarallucci, crackers, biscotti di cioccolato, wafer al riso soffiato, patatine. Su cinque snack, cinque citano fra gli ingredienti “oli e grassi vegetali”. Nome generico dietro cui, probabilmente, si cela anche l’olio di palma, usato pure come biocarburante e in vari detersivi, shampoo, cosmetici, in particolare nei saponi, perché permette di ottenere un prodotto molto solido, di rapida essiccazione e che si consuma lentamente. È l’olio vegetale più usato al mondo, dopo quello di soia: coltivarlo costa poco e ha un’altissima resa. Un singolo ettaro può produrre fino a sette tonnellate di olio, molto più di quanto si riesca a estrarre da altre colture di semi oleosi come mais, soia, colza.
INCENDI DOLOSI - Isola di Sumatra, Indonesia. Da giugno a settembre, nella stagione secca, ogni anno qui si consuma un triste rituale: incendi dolosi appiccati nelle foreste per far posto a sconfinate piantagioni di palma da acacia, da cui si estrae la polpa di cellulosa per la produzione di carta, oppure di una particolare varietà di palma, che produce un grosso frutto rosso ricco di olio, la palma da olio appunto. Incendi accesi da mano umana che spesso si trasformano in roghi fuori da ogni controllo. Migliaia di ettari di vegetazione tropicale vanno in fumo così, ogni anno, creando enormi nuvole di cenere e polvere che arrivano fino a Singapore, Malesia, Taiwan e altri Paesi vicini, rendendo l’aria irrespirabile per centinaia di chilometri. Come hanno dimostrato le scioccanti immagini satellitari diramate in giugno. Per giorni Singapore è stata avvolta da una densa caligine che ha spinto la popolazione a barricarsi in casa o girare con la mascherina e le centraline dell’inquinamento dell’aria, che misurano le famigerate polveri sottili in atmosfera, sono schizzate da 75 a 401 (Pollutant Standard Index), “rischio letale per anziani e malati”…

…Di certo noi italiani non possiamo chiamarci fuori, anche se centinaia di migliaia di chilometri ci separano da quelle foreste. Siamo, infatti, uno dei principali consumatori di polpa di cellulosa dalla Cina (e quasi tutta la polpa di cellulosa commercializzata dai cinesi proviene dall’Indonesia) e terzi consumatori di olio di palma a livello europeo dopo Gran Bretagna e Olanda. Sugli scaffali dei nostri supermercati, come nei distributori automatici di snack o nelle profumerie, si accumulano prodotti industriali che contengono materie prime provenienti dalla distruzione delle foreste indonesiane. L’obiettivo di Greenpeace è proprio quello di ricostruire la filiera, il binario che collega la distruzione delle torbiere con i prodotti che finiscono nelle nostre case. Tentando poi di cambiare le politiche di acquisto di queste materie prime da parte dei grandi brand internazionali.
LA CAMPAGNA “DEFORESTAZIONE ZERO” - Come è già avvenuto per la filiera della carta, attraverso una campagna “deforestazione zero” che ha spinto gli editori a non comprare più polpa di cellulosa proveniente da “crimini forestali”, Greenpeace ora punta a spingere i brand della cosmetica e dell’alimentazione a ripulire i loro prodotti alla sorgente e quindi a fermare la “politica dello slash and burn”. Quando Unilever o Procter&Gamble, che commercializzano saponette, prodotti cosmetici e detersivi, hanno cancellato il contratto con le multinazionali più controverse dell’olio di palma, infatti, anche i produttori indonesiani hanno fatto marcia indietro. Insomma, la via più facile per spegnere gli incendi in Asia sembra essere la sensibilizzazione dei consumatori e delle aziende occidentali, quasi tutte ormai dotate di una politica di Corporate sustainability che si occupa dell’impatto delle proprie pratiche produttive. Torno al distributore di merendine. Prendo un’acqua e vado via.