venerdì 29 giugno 2012

Revolution


Tutto è cominciato con l'idea di riportare in vita le scarpe Mecap, vero e proprio mito di chi è cresciuto negli anni '80 con quelle "simil Adidas" a buon prezzo ai piedi. Le vie del riscatto e della rinascita sono davvero infinite. Soprattutto quando uno ha qualche idea chiara in testa. E' il caso di Fabio Manfredi e Massimo Pellegrinotti. Il primo è un impiegato che ha già assaporato i dolori della cassa integrazione diverse volte. Il secondo è un giovane grafico. Il lavoro c'è, ma la crisi morde.
 
Così i due decidono di impegnarsi in qualcosa di totalmente nuovo. Quella "madeleine" chiamata Macap li trascina in un proustiano viaggio alla ricerca del tempo peduto, nei suggestivi paesaggi marchigiani. In una terra famosa in tutto il mondo per essere uno dei distretti dell'eccellenza italiana. Qui si producono scarpe per tutti i più grandi marchi del calzaturiero. Il modello è quello del contoterzismo, ovvero quella struttura di piccole e piccolissime imprese - spesso cooperative - specializzate nella produzione di assemblati e del "ciascuna per sé". Legate a doppio filo alle grandi industrie che ci mettono il marchio. Un modello iperflessibile che caratterizza molta dell'economia italiana, e all'ombra della quale da sempre prolificano veri e proprio "attentati" ai diritti dei lavoratori, laddove - in anticipo di almeno due decenni sui tempi - il confine tra piccolo imprenditore e dipendente è sempre stato molto precario...

surimi?


Il surimi è uno di quei cibi che sembrano perfetti per una cena estiva, si prepara in fretta, ha un aspetto esotico, un sapore gradevole e si consuma freddo. Ma c’è qualcosa che molti consumatori non sanno. Quello che noi chiamiamo surimi è un prodotto legato alla tradizione giapponese dove da secoli si consumano piatti di “pesce macinato”. Negli ultimi 30 anni il pesce macinato si è diffuso in tutto il mondo grazie alla produzione industriale.

Quello venduto in Italia si presenta sotto forma di cilindretti colorati di colore arancione all’esterno e bianco all’interno. L’aspetto è molto gradevole e leggendo l’elenco degli ingredienti si nota che si tratta di strati di polpa di pesce - il vero e proprio surimi - arrotolati e tenuti insieme da addensanti e altri componenti...

un negozio a Parigi

...Trovare un locale, un affitto non troppo caro, firmare le carte, lottare contro burocrazia e ostacoli, pregiudizi, ma soprattutto cercare i prodotti da vendere. “Volevamo fare una bottega che fosse Made in Social – continua Caterina – ma che al tempo stesso lanciasse un messaggio ben preciso: vogliamo la qualità. La qualità in questo negozio è fondamentale: non si comprano i prodotti solo per aiutare chi ha bisogno, che sia il ragazzo che lavora in carcere o la donna con problemi psichici o le cooperative che lavorano in terre confiscate alla mafia: lo si compra perché è buono e spesso è pure migliore degli altri. Per questo abbiamo girato l’Italia alla ricerca di prodotti, ma soprattutto di progetti di qualità”. Una qualità che restituisca dignità al produttore, al venditore e anche al consumatore, seguendo un’etica dell’acquisto che è il cavallo di battaglia di Ethicando. “Sì è vero – aggiunge Ludovica – i clienti all’inizio entrano e ci guardano un po’ con lo sguardo estraniato con cui si possono guardare i poveri italiani sconfitti dalla mafia, ma con i nostri prodotti e le storie soprattutto che si portano dietro, riusciamo a fargli capire che la nostra è una battaglia comune. La mafia e i problemi che ci sono in Italia, ci sono anche in Francia e dalla lotta alla criminalità può venir fuori qualcosa di buono, anche semplicemente comprando una passata al pomodoro”...
da qui

martedì 26 giugno 2012

Lonesome George



…Lonesome George è stato "scoperto" da uno scienziato ungherese, sull'Isla  Pinta nel 1972, risollevando le  speranze degli ambientalisti che credevano che le Chelonoidis nigra abingdoni fossero del tutto estinte. Il giovane maschio entrò subito a far parte del programma di riproduzione del Parco Nazionale delle Galapagos, ma dopo essere convissuto per 15 anni con una tartaruga femmina del vicino vulcano Wolf, Lonesome George si è accoppiato ma le uova sono  risultate sterili. Poi è stato  messo in un recinto con tartarughe  femmine dell'isola di Espanola dell'isola, geneticamente più vicini a lui di quelle del Wolf, ma Lonesome George non si è mai accoppiato con loro…


Four Fingers - Lonesome George

December first 1971 
On the island of Pinta a tortoise roamed
Most vegetation was destroyed by goats
Yet still George roamed with nothing but hope
Sole survivor of your species
Geochelone nigra abingdoni
You're the rarest creature in the world
With a name like that you could get any girl

Oh, Lonesome George
Giant tortoise of Galapagos
You've got no one and that's how it's been
Listen, George I'll be your friend

Ten thousand dollars to find you a partner
Its time you stop trying to be a martyr
Sixty to a hundred yet no ones sure
Age is just a number that what I've heard
I think its time you became a father
Listen George you don't have to love her
Come on George step up your game
All the other species are jealous of your name

Oh, Lonesome George
Giant tortoise of Galapagos
You've got no one and that's how it's been
Listen, George I'll be your friend



venerdì 22 giugno 2012

droghe in Uruguay


Si può bloccare il traffico illegale di marijuana? Sì, basta legalizzarlo. E’ quello che ha pensato il governo dell’Uruguay che sta studiando la possibilità di legalizzare e di conseguenza monopolizzare la produzione di marijuana.
Ovvio che l’obiettivo principale sia quello di togliere dalle tasche delle organizzazioni criminali un traffico che rende molti quattrini e che è una delle prime voci di guadagno dei narcos.
La notizia è stata diffusa dal ministro della Difesa dell’Uruguay Eleuterio Fernandez Huidobro che ha voluto precisare alcune cose. La prima: la marijuana sarà di Stato e solo lo Stato potrà venderla. La seconda: solo chi si iscriverà ad un registro come consumatore potrà acquistarla.
C’è da aggiungere che la situazione sociale del piccolo Paese sudamericano è favorevole, considerando i bassissimi livelli di criminalità. Negli ultimi tempi, però, sarebbero aumentati tanto rispetto agli anni precedenti i sequestri di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina. Questo avrebbe fatto pensare al governo nuove misure per combattere il traffico di droga, fra cui la legalizzazione.

giovedì 21 giugno 2012

Tianjin Eco-City

...La nuova città ecologica si trova infatti a 40 chilometri da Tianjin, uno dei prossimi motori di crescita della Cina, e a 150 dalla capitale. Ed è stata costruita su un territorio discarica, scelto appositamente inquinato e non coltivabile e bonificato per l'intento. "Questo per dimostrare - ha dichiarato Ho Tong Yen, a capo della Tianjin Eco-city Development and Investment - che è possibile ripulire un'area degradata e renderla utile e vivibile, senza privare il territorio di risorse invece utili".

Al termine dei lavori, Tianjin Eco-city avrà un'area totale di 30 chilometri quadrati e prevede di ospitare 350mila abitanti, la metà dei quali lavorerà in loco già dal 2013. Il progetto prevede infatti un equilibrio tra abitazioni e impiego: ogni distretto sarà composto da un centro urbano dotato di servizi e posti di lavoro. Spostarsi sarà facile: il trasporto ecologico è un altro elemento chiave della pianificazione, per incrementare l'utilizzo dei mezzi pubblici, ibridi. La pianta della città favorirà anche pedoni e ciclistiGrande spazio, infatti, al verde e al blu. Vegetazione e fonti d'acqua saranno parte integrante della struttura. Così come i sistemi integrati di riciclaggio dei rifiuti e di produzione di energia elettrica tramite impienti rinnovabili come eolico, solare e geotermico.

martedì 19 giugno 2012

plastica nuova

"LA COSA più buffa di questa storia è che io non sono uno scienziato e nemmeno un laureato in chimica. Sono soltanto un grafico pubblicitario che un giorno si è detto che doveva esserci un altro modo per fare la plastica. Un modo che non inquinasse il pianeta per migliaia di anni. Allora sono andato su Internet a cercare fino a quando quel modo l'ho trovato". Questa è la storia di una rivoluzione fatta in casa, scoperta per caso e destinata forse a cambiare le cose. 

Gli oggetti della nostra vita. L'artefice si chiama Marco Astorri, ha 43 anni, tre figli, una pettinatura che lo fa assomigliare al protagonista muto di The Artist e un'azienda che sta facendo discutere il mondo: la BioOn sta a Minerbio, a 40 minuti da Bologna. Da qualche mese ogni settimana c'è una processione infinita verso questo misterioso laboratorio in mezzo ai campi: bussano i capi delle grandi multinazionali della chimica, ma anche i produttori di telefonini, personal computer e televisori, componenti per le automobili. Insomma tutti quelli che fanno prodotti usando la vecchia plastica. 

Vengono, ascoltano, guardano le ampolle piene di misture dolciastre, i fermentatori di metallo riflettente. Poi spalancano gli occhi e la domanda che si fanno è: possibile che questo scienziato-fai-da-te, questo hacker con la scatola del piccolo chimico sotto il braccio abbia trovato la formula magica per farci vivere davvero "senza petrolio" (il petrolio, com'è noto, è la base di tutte le plastiche e l'origine dei problemi a smaltirle dato il suo tasso terribilmente inquinante, vedi la diossina)? ...

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Dieta Dukan

...Pierre Dukan è un medico francese di medicina generale che dal 1975 si interessa di nutrizione e ha pubblicato diversi libri sull'obesità. Il più noto è “La dieta Dukan  che espone il metodo in grado di guarire dall'obesità.

Nel libro l'obeso è descritto come una sorta di ”bulimico minore”, nei confronti del quale ogni tentativo di ridurre le quantità di cibo e di educarlo ad una corretta alimentazione, risulterebbe fallimentare. L'unica strada possibile è farlo mangiare ad libitum, cioè senza stabilire limiti alle quantità. Con queste premesse la scelta del cibo deve per forza focalizzarsi sulle proteine che, per una serie di ragioni collegate anche alla loro azione dinamica, sono le meno caloriche tra i tre macronutrienti e sono in grado di "spiazzare" il metabolismo.

La dieta proposta da Dukan si basa su 4 fasi di un percorso che assiste l'obeso dall'inizio alla fine del dimagrimento, e questo è un elemento positivo. La prima fase di attacco si basa sull’assunzione di " proteine pure". Si tratta di mangiare solo carni a basso contenuto in grassi, per un periodo variabile da 3 a 10 giorni, evitando tutti gli altri alimenti, compreso le verdure. Si passa poi ad un regime "da crociera" che alterna giornate dove si mangia solo carne a giornate dove la carne è abbinata a (poche) verdure. La terza fase “di consolidamento” ha una durata prestabilita (10 giorni per ogni Kg perso) e si basa sull’assunzione di carne in quantità, verdure, poca frutta, poco pane integrale e una puntina di formaggio ogni giorno. A questa dieta si sommano un paio di piatti di pasta o riso alla settimana. C’è anche un po' di attività fisica (25 minuti di camminata ogni giorno) e due cucchiai di crusca d'avena al dì, anche se il menù del giovedì comprende (per sempre) solo carne magra...

...Cos'è in definitiva la dieta Dukan? Sostanzialmente è un regime alimentare iperproteico con tutti i problemi che comportano questi regimi dietetici, tant'è che, come accennavamo in apertura, non sono stati pochi i nutrizionisti che l'hanno bollata come pericolosa. Giovanna Cecchetto, presidente dell'Associazione Nazionale Dietisti ha testualmente affermato: "La fase iniziale è la più pericolosa e solo chi non ha alcun problema di salute può permettersela. Per chi invece ha disturbi renali o soffre di ipertensione, situazioni molto frequenti nei pazienti obesi, è molto rischiosa"; anche il dott. Andrea Ghiselli, ricercatore dell'Inran, non ha mostrato di apprezzare la  dieta Dukan: "a un regime alimentare altamente iperproteico è meglio preferire una dieta lievemente ipocalorica abbinata a una intensa attività fisica, anche perché se si dimagrisce senza tonificare, il fondoschiena, per esempio, è più magro, sì, ma cadente". 
Ghiselli parla giustamente di un'intensa attività fisica; anche la dieta Dukan prevede l'attività fisica: venti minuti di camminata tutti giorni e stop all'utilizzo degli ascensori. Siamo al limite del ridicolo. 
Che la dieta Dukan sia abbastanza assurda (e soprattutto poco salutare) lo si capisce anche dal fatto che non pone alcun paletto quantitativo, le restrizioni (che tra l'altro non sono da poco) riguardano meramente l'aspetto qualitativo. Com'è possibile che una dieta del genere possa funzionare, ma soprattutto, com'è possibile sostenerla nel lungo periodo? Certo, inizialmente si potranno vedere alcuni risultati a breve termine dovuti sostanzialmente alle perdite di liquidi e di glicogeno, ma un regime alimentare quale la dieta Dukan non può essere gestito vita natural durante. E che dire dei rischi a livello renale e digestivo? 
Dieta Dukan? No, grazie.

martedì 12 giugno 2012

acqua di rubinetto

...L'acqua del rubinetto viene preferita per il gusto(27,5%, soprattutto tra i 55 e 64 anni), la comodità di non dover più trasportare casse dal supermercato fino a casa (25,6%, soprattutto giovani e anziani), il risparmio economico che va dalle 300 alle 1000 volte rispetto alla bottiglia (21,2%) e i maggiori controlli (17,9%). L'attenzione verso l'ambiente è più sentita al nord-est, in particolare tra i 35 e i 44enni (29,3%). In netto calo coloro che non la berrebbero per nessuna ragione: sono il 10,9%, contro il 19% del 2008. Questo dimostra un cambio di opinione sulla superiorià dell’acqua minerale, fino a poco tempo fa indiscussa anche fra i consumatori e non solo sostenuta dai produttori (LINK). 


Per la prima volta la ricerca CRA ha chiesto agli intervistati se hanno utilizzato dispositivi di trattamento domestico dell'acqua negli ultimi 12 mesi. Il 23,4% degli italiani possiede almeno un apparecchio: in quasi la metà dei casi si tratta di caraffe (12,6%), mentre sistemi di filtraggio si attestano al 4%, l'osmosi inversa al 3,9% e i sistemi di refrigerazione o gasatura all'1,8%...

lunedì 11 giugno 2012

L’orto privo di grazia - Lidia Zitara


Ho letto, tempo addietro, da qualche parte su Facebook, che l’orto non ha “grazia”.
Non so dire se questo sia vero o no ma mi ha dato da pensare.
Per stabilirlo bisognerebbe prima definire cos’è la “grazia”. Se ci rifacciamo a Kant e al suo concetto di “grazioso” (una piccola rotondità senza importanza), per molti motivi l’orto non può avere grazia, principalmente perchè è produttivo.
Se invece con “grazia” intendiamo una generica bellezza, un senso di quiete, riposo, pace, serenità, estasi, contemplazione, libertà di pensiero…ecco, forse dovremmo ammettere che l’orto davvero non possiede quella specifica qualità estetica detta “grazia”.
Perchè?
Sarò fatta con lo stampino di latta ma credo che il nostro amico Kant avesse ragione: perchè l’orto -volenti o nolenti-si mangia. E se non si mangia è uno spreco, e lo spreco (al giorno d’oggi) rende brutta qualsiasi cosa… 


…Le rose, come ogni arbusto prodigo e vistoso, vanno usate con misura.
Nell’orto invece non abbiamo questi problemi. Sceglieremo gli ortaggi in base alla qualità del nostro terreno, e useremo tutte le tecniche e le astuzie che conosciamo per renderle produttive. Un orto ben tenuto, ben curato e molto produttivo sarà sicuramente bello, ma forse non grazioso. Non dovremo impazzire a rincorrere trame di luce, giochi di colori, effetti d’insieme, artifici scenici. Quello che ci occorre è l’acqua, il letame e un buon sarchiello. In effetti è più rilassante non doversi sdilinquire il cervello su risultati formali. Meno interessante, magari. Però gratificante.
Allora lasciatemi dire che a quelle feste di rose su rose preferisco un orto senza grazia. Tanto, ad essere sinceri, non ce l’hanno neanche quei giardini traboccanti di trine e merletti, gonfi di festoni colorati e imbalsamati, ripetitivi, in cui il profumo diventa una puzza di silicone, i colori una violenza schiaffata negli occhi. Giardini tanto vantati dai proprietari e tanto celebrati dalle riviste (un po’ di meno, a dire il vero, fanno meno tendenza, per fortuna, a scapito degli horti deliciarum di vip, vippesse e nobiloni assortiti)…

domenica 10 giugno 2012

LA TRIBÙ PIÙ MINACCIATA DEL MONDO



Molti Awá sono ancora incontattati, e stanno fuggendo per salvarsi la vita.

Ma c’è un uomo che può fermare i taglialegna: il Ministro della Giustizia brasiliano.
In questo momento non è una sua priorità. Facciamo in modo che lo diventi!
— Colin Firth

leggi QUI



sabato 9 giugno 2012

otto ore

8HOURS 1: mai più di otto ore di viaggio per qualsiasi specie animale destinata al macello. 1.103.428 firme consegnate giovedì al commissario UE John Dalli, il quale ha annunciato apertura all'ipotesi di una nuova normativa, a coronamento di una straordinaria campagna internazionale lanciata l'anno scorso dagli Animals' Angels, associazione fondata in Germania dalla teologa Christa Blanke e ramificata in tutto il mondo, assieme all'europarlamentare danese Dan Jørgensen. Sostengono la proposta 130 eurodeputati (alcuni di loro, Andrea Zanoni, Idv, Esther de Lange, olandese popolare e Pavel Poc, ceco socialista e il verde svedese Carl Schylter sono stati promotori della dichiarazione scritta 49/2011 approvata il 15 marzo dal Parlamento Europeo) e 100 associazioni.

Oltre a ridurre le terribili, inutili sofferenze inflitte agli animali dagli attuali viaggi verso i mattatoi, lunghi anche settimane, questa rivoluzionaria proposta garantirebbe anche sicurezza, salute e interessi umani: "Tratte ragionevolmente contenute, al massimo 500-700 km, faciliterebbero i controlli, eviterebbero violazioni commesse di continuo perché di fatto le regole sono inapplicabili, oltre a snellire le notifiche d'infrazione che coinvolgono gli stati membri" spiega Andrea Zanoni. Oggi infatti la normativa comunitaria prevede che cavalli, mucche, buoi, pecore, maiali, pecore, polli, agnellini, possano per esempio nascere in Polonia e venire uccisi nella più profonda Sicilia. Stipati uno sull'altro, assetati, spaventati, spesso morti prima dell'arrivo, a bordo di camion quasi mai ventilati, dovrebbero soggiacere a cicli di 24 ore in movimento e altrettanti di pausa, con discese a terra in aree di ristoro che, com'è ovvio, non si verificano mai.

Specializzati nel seguire e assistere gli animali lungo le strade di tutto il mondo nel tratto che separa l'orribile vita di allevamento dal macello, gli Animals' Angels abbeverano chi è allo stremo, pretendono gli stop, non di rado intercettano carichi illegali. Ragazzi coraggiosi, si conquistano persino il rispetto di alcuni trasportatori, costretti loro malgrado ad accettare trasporti fuorilegge. Testimonial d'eccezione di 8hours è la grande etologa inglese Jane Goodall, il coordinatore generale Adolfo Sansolini è italiano, il voto in plenaria è previsto a settembre. Per ora, il commissario Dalli si è detto d'accordo che l'attuale Regolamento 1/2005 non è sufficiente a garantire un livello di benessere accettabile degli animali durante i trasporti, perciò la Commissione proporrà una revisione della normativa europea che includerà, fra l'altro, la riduzione dei tempi di viaggio.

da qui

mercoledì 6 giugno 2012

No al gasdotto Rete Adriatica nelle zone sismiche!


Il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha votato all’unanimità la legge regionale 5 giugno 2012 (non ancora pubblicata) con la quale viene inibito il necessario conseguimento dell’intesa Stato – Regione (art. 52 quinques, comma 6°, del D.P.R. n. 327/2001 e s.m.i.) per la realizzazione del gasdotto Snam Brindisi-Minerbio (gasdotto “Rete Adriatica” o gasdotto Appeninico) in zona sismica “1”, cioè in buona parte dell’Abruzzo e del tratto appenninico dell’assurdo progetto.
E’ uno degli argomenti principali dell’opposizione manifestata in tutte le sedi legali, istituzionali, pubbliche da parte del Comitato interregionale “No Tubo”, dei Comitati per l’ambiente di Sulmona, del Gruppo d’Intervento Giuridico e di tante altre realtà associazionistiche ed Enti locali.  Compresa la Camera dei Deputati, per quel che vale.
Nel mentre non dimentichiamo che anche la pianura emiliana era considerata fino a poche settimane fa zona poco o per nulla sismica.
Ma ci vuol così tanto ad adoperare un po’ di banale buon senso?!

domenica 3 giugno 2012

la corsa di Matt



...Matt, cognome sconosciuto, frequenta le scuole elementari "Colonial Hills" di Worthington (Ohio). Ha un bellissimo viso, tratti sottili e gentili. E' completamente calvo, ma non ci fa caso nessuno. Perché Matt è affetto da una grave forma di paralisi spastica cerebrale. In pratica, Matt ha enormi difficoltà motorie, perché non riesce a controllare e comandare gli arti. Per questo, chi lo osserva per la prima volta non fissa i suoi occhi, non nota quella bella testolina lucida. L'attenzione è tutta per gli sforzi che fa nel semplice camminare, caracollando passo dopo passo come un soldatino di latta.

Matt è abituato a quegli sguardi, la curiosità e la pietà degli altri non gli interessano. Perché lui crede in se stesso e nelle sue gambe. Ci crede al punto da iscriversi alla gara dei quattrocento metri piani ai giochi della gioventù del suo istituto. Eccolo,sulla linea di partenza, assieme a un pugno di avversari. Davanti a sé, Matt ha una pista nell'erba lunga 200 metri, da correre a perdifiato per due volte. Un insegnante nel ruolo di starter avverte i concorrenti: "Vi dirò semplicemente GO!"...