venerdì 29 giugno 2012

un negozio a Parigi

...Trovare un locale, un affitto non troppo caro, firmare le carte, lottare contro burocrazia e ostacoli, pregiudizi, ma soprattutto cercare i prodotti da vendere. “Volevamo fare una bottega che fosse Made in Social – continua Caterina – ma che al tempo stesso lanciasse un messaggio ben preciso: vogliamo la qualità. La qualità in questo negozio è fondamentale: non si comprano i prodotti solo per aiutare chi ha bisogno, che sia il ragazzo che lavora in carcere o la donna con problemi psichici o le cooperative che lavorano in terre confiscate alla mafia: lo si compra perché è buono e spesso è pure migliore degli altri. Per questo abbiamo girato l’Italia alla ricerca di prodotti, ma soprattutto di progetti di qualità”. Una qualità che restituisca dignità al produttore, al venditore e anche al consumatore, seguendo un’etica dell’acquisto che è il cavallo di battaglia di Ethicando. “Sì è vero – aggiunge Ludovica – i clienti all’inizio entrano e ci guardano un po’ con lo sguardo estraniato con cui si possono guardare i poveri italiani sconfitti dalla mafia, ma con i nostri prodotti e le storie soprattutto che si portano dietro, riusciamo a fargli capire che la nostra è una battaglia comune. La mafia e i problemi che ci sono in Italia, ci sono anche in Francia e dalla lotta alla criminalità può venir fuori qualcosa di buono, anche semplicemente comprando una passata al pomodoro”...
da qui

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