Sette
imprese dedicate alla ristorazione scolastica hanno ottenuto tra i 70 e gli 80
milioni di euro di profitti attraverso un sovrapprezzo contrattato sul prezzo
finale. Lo rivela il calcolo fatto da Elkarrekin Podemos con i dati forniti
dall’Agenzia basca della concorrenza e dal Dipartimento dell’istruzione del
governo basco. L’anno scorso, la
Corte di giustizia del Paese basco ha condannato queste aziende a pagare una
multa di 7,3 milioni di euro per aver contrattato un prezzo maggiorato sui
pasti scolastici tra il 2003 e il 2015. La sentenza non ha però
stabilito il sovrapprezzo, né il governo basco lo ha fatto a posteriori e di
propria iniziativa. La mancanza dell’intervento del Ministero dell’educazione
sui prezzi gonfiati non solo è durata per più di un decennio, come affermato
dalla sentenza, ma continua fino a oggi, come ha denunciato Elkarrekin Podemos
in un rapporto dirompente presentato il 6 maggio in una conferenza stampa e alla
commissione parlamentare di inchiesta sulle mense scolastiche. Nella
commissione, che dovrebbe concludere i suoi lavori al più presto, EH Bildu
(coalizione di partiti nazionalisti baschi di sinistra, ndt) ha
proposto di posticipare il voto, con il sostegno di Elkarrekin e una svolta
inaspettata del PP, per evitare una chiusura dei lavori con scarso impatto
politico. PNV e PSE avevano proposto alcune conclusioni light,
secondo Elkarrekin Podemos, che sarebbero andate avanti con il sostegno o
l’astensione dal PP. Il cambiamento all’ultimo minuto della posizione del PP
lascia aperta la porta ad alcune conclusioni dirompenti. Il sovrapprezzo dei
menu scolastici è stato pagato principalmente dalle famiglie: tra i 42 e i 48
milioni. Mentre dalle casse pubbliche del governo basco, Podemos afferma siano
usciti tra i 28 e i 34 milioni di euro. Ciò fa supporre che le imprese abbiano gonfiato il costo del servizio
mensa scolastico – il menu e il servizio degli addetti – tra l’8,4 e il 10,6%
sul prezzo totale.Elkarrekin ritene che il dipartimento ministeriale
“non abbia risposto alla risoluzione del Parlamento del marzo 2016”, in cui al
governo era stato chiesto di studiare se ci fossero stati danni patrimoniali
nelle casse pubbliche. Al contrario, il ministero “ha permesso o ha favorito la scomparsa delle cucine
interne, nonostante il servizio di catering dei pasti caldi aumenti
sostanzialmente il costo unitario del menu tra il 30 e il 40% del prezzo, non
garantisca una maggiore sicurezza alimentare e l’ingresso di nuove aziende nel
processo di offerta del servizio”. Il gruppo di Elkarrekin ha proposto un modello di mense
scolastiche in cui prevalga il servizio pubblico, attraverso mense autogestite
e servizi partecipati, sorvegliati e trasparenti, di cui il Dipartimento del
ministero dovrebbe assumere il costo del personale (cioè Il 55% del prezzo
della mensa) e le famiglie paghino solo per il cibo. Elkarrekin
propone inoltre che le agevolazioni concesse in base al reddito vengano
aumentate.Le associazioni dei genitori di tutto il Paese Basco rivendicano da
anni la necessità di tornare alla cucina della scuola, o almeno una
ristorazione liberamente scelta da ogni singola scuola.
(Fonte: el salto diario Traduzione
per Comune-info: marco calabria)
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