mercoledì 15 maggio 2019

Le sette sorelle della mensa - Gessamí Forner



Sette imprese dedicate alla ristorazione scolastica hanno ottenuto tra i 70 e gli 80 milioni di euro di profitti attraverso un sovrapprezzo contrattato sul prezzo finale. Lo rivela il calcolo fatto da Elkarrekin Podemos con i dati forniti dall’Agenzia basca della concorrenza e dal Dipartimento dell’istruzione del governo basco. L’anno scorso, la Corte di giustizia del Paese basco ha condannato queste aziende a pagare una multa di 7,3 milioni di euro per aver contrattato un prezzo maggiorato sui pasti scolastici tra il 2003 e il 2015. La sentenza non ha però stabilito il sovrapprezzo, né il governo basco lo ha fatto a posteriori e di propria iniziativa. La mancanza dell’intervento del Ministero dell’educazione sui prezzi gonfiati non solo è durata per più di un decennio, come affermato dalla sentenza, ma continua fino a oggi, come ha denunciato Elkarrekin Podemos in un rapporto dirompente presentato il 6 maggio in una conferenza stampa e alla commissione parlamentare di inchiesta sulle mense scolastiche. Nella commissione, che dovrebbe concludere i suoi lavori al più presto, EH Bildu (coalizione di partiti nazionalisti baschi di sinistra, ndt) ha proposto di posticipare il voto, con il sostegno di Elkarrekin e una svolta inaspettata del PP, per evitare una chiusura dei lavori con scarso impatto politico. PNV e PSE avevano proposto alcune conclusioni light, secondo Elkarrekin Podemos, che sarebbero andate avanti con il sostegno o l’astensione dal PP. Il cambiamento all’ultimo minuto della posizione del PP lascia aperta la porta ad alcune conclusioni dirompenti. Il sovrapprezzo dei menu scolastici è stato pagato principalmente dalle famiglie: tra i 42 e i 48 milioni. Mentre dalle casse pubbliche del governo basco, Podemos afferma siano usciti tra i 28 e i 34 milioni di euro. Ciò fa supporre che le imprese abbiano gonfiato il costo del servizio mensa scolastico – il menu e il servizio degli addetti – tra l’8,4 e il 10,6% sul prezzo totale.Elkarrekin ritene che il dipartimento ministeriale “non abbia risposto alla risoluzione del Parlamento del marzo 2016”, in cui al governo era stato chiesto di studiare se ci fossero stati danni patrimoniali nelle casse pubbliche. Al contrario, il ministero “ha permesso o ha favorito la scomparsa delle cucine interne, nonostante il servizio di catering dei pasti caldi aumenti sostanzialmente il costo unitario del menu tra il 30 e il 40% del prezzo, non garantisca una maggiore sicurezza alimentare e l’ingresso di nuove aziende nel processo di offerta del servizio”. Il gruppo di Elkarrekin ha proposto un modello di mense scolastiche in cui prevalga il servizio pubblico, attraverso mense autogestite e servizi partecipati, sorvegliati e trasparenti, di cui il Dipartimento del ministero dovrebbe assumere il costo del personale (cioè Il 55% del prezzo della mensa) e le famiglie paghino solo per il cibo. Elkarrekin propone inoltre che le agevolazioni concesse in base al reddito vengano aumentate.Le associazioni dei genitori di tutto il Paese Basco rivendicano da anni la necessità di tornare alla cucina della scuola, o almeno una ristorazione liberamente scelta da ogni singola scuola.
(Fonte: el salto diario Traduzione per Comune-info: marco calabria)

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