lunedì 13 maggio 2019

La salute, questa sconosciuta - Ivano Spano



L’emanazione della Legge n. 119 del 2017 che stabilisce l’obbligatorietà della vaccinazione per la popolazione da 0 a 16 anni, legge anticostituzionale e lesiva della “libertà di scelta terapeutica” (e, non da ultimo del diritto fondamentale all’educazione scolastica infantile), ha suscitato l’indignazione di una buona parte degli italiani, delle famiglie, dei genitori, degli studiosi e dei giuristi e anche di medici coscienti, radiati con prontezza dal loro “ordine”, attivando, altresì, una importante e necessaria riflessione sulle problematiche della medicina, in generale, e della salute.
La problematica dei vaccini sembra essere solo una delle punte dell’iceberg sanità,sanità che, sempre più, occupa un posto di assoluto rilievo nella economia nazionale e internazionale. Questo va di pari passo al fatto che disagio del vivere e malattie proliferano mettendo, concretamente, in evidenza la scarsa efficacia delle cure mediche e, quindi, della medicina stessa.
Prova ne è l’andamento delle malattie croniche nel nostro Paese. I dati qui riportati sono quelli resi pubblici dall’Istat (Istituto Centrale di Statistica) relativi ai 2 anno 2016, 2017 e 2018. Il 39.1 per cento degli italiani è affetto da almeno una delle principali patologie croniche sulle 15 considerate dalla rilevazione dell’Istat.
È questo un dato allarmante (e in aumento rispetto agli anni precedenti) considerato anche che tra queste patologie ve ne sono di poco gravi come ipertensione (17,4 %), artrosi/artrite (15.9%), malattie allergiche (10,7%), osteoporosi (7,6%), bronchiti croniche e asma bronchiale (5,8%), per un totale del 57,4 per cento.
Tra i cinquantenni ne soffre già il 53% e tra gli ultra settantacinquenni l’85,3% ha almeno una patologia cronica. Il 66,7% degli ultra settantacinquenni ha più di una patologia cronica. Le donne sono le più colpite per il 72,1%
Tra gli ultra settantacinquenni l’uso di farmaci è pressoché totale: il 90,3% delle donne e l’88,9 % gli uomini e si stima che oltre il 40% di tutta la popolazione lieve nazionale ne faccia un uso quotidiano.
Da questi dati è possibile ipotizzare una certa impotenza della medicina ufficiale a dare risposte risolutive e capaci promuovere e sostenere adeguatamente le condizioni di salute di ognuno di noi.
Di contro, si è passati a una medicalizzazione totale di tutte le fasi della vita.
Drammatica è la situazione infantile aldilà della problematica dei vaccini.
Nel nostro Paese, allo stato attuale, sono in cura psichiatrica un milione e centomila bambini (si consideri il fatto che nascono ogni anno poco meno di 500mila bambini). Nel Veneto, che è la regione con uno dei migliori sistemi sanitari, negli ultimi dieci anni sono stati psichiatrizzati 50mila bambini e psichiatri, neuropsichiatri, psicologi… hanno chiesto alla Regione di attivare un “dipartimento di psichiatria infantile” con tre primariati. Una situazione gravissima e, a dir poco, scandalosa.
Tutti questi bambini sono curati (si fa per dire) con potenti psicofarmaci difficili anche da dismettere e sottoposti, quando va bene, a un controllo mensile (circa 10/15 minuti) che normalmente si esaurisce in una lieve modifica della prescrizione farmacologia o prescrizione di farmaco di nuova generazione presentato come possibile risolutore. Ma questa è storia vecchia per cui ogni nuovo farmaco è sempre stato presentato come un toccasana.
La scuola, poi, è diventata la fucina dove vengono evidenziate problematiche importanti per la salute e il destino dei bambini: i cosiddetti “disturbi”. Sono i “disturbi specifici dell’apprendimento – DSA”, i disturbi da “disattenzione e iperattività – ADHD”, i disturbi del linguaggio. Sono disturbi, questi, tendenzialmente non curabili che segnano, quindi, tutta la vita della persona a partire dall’infanzia. I dati, pur non essendo quasi mai aggiornati, sono particolarmente pesanti. Con DSA negli ultimi due anni (2016/2017) sono stati diagnostica 250mila bambini sottoposti a cure mediche. I disturbi da disattenzione e iperattività sembrano attestarsi verso le 4centomila unità e quelli del linguaggio verso le 6centomila unita. Questi disturbi vengono “curati” con psicofarmaci particolarmente nocivi (come il Ritalin per i disturbi da disattenzione e iperattività).
Un altro dato particolarmente allarmante è quello che riguarda la sindrome autistica aldilà delle cause che la possono provocare tra cui il possibile uso di vaccini. Di fatto, vent’anni fa si contava un bambino autistico ogni 2.000 nati mentre oggi siamo a un bambino autistico ogni 90 nati (più di 5.000 bambini all’anno vengono quindi diagnosticati come autistici).
Ma, la medicalizzazione della vita parte da più lontano ancora: dal concepimento al parto. L’AIFA, l’Associazione Italiana del Farmaco, parla già di “farmaci per la salute” tali da interessare anche le donne in gravidanza e i nascituri. È un dato questo, sconvolgente teso a modificare arbitrariamente l’ambiente dove la vita si trova a nascere e a svilupparsi, compromettendo l’acquisizione da parte del feto della sua stessa natura di co-costruttore delle propria realtà. Tutto questo si accompagna anche a quella pratica che da “eccezionale” è diventata normale: il parto cesareo. Se negli anni ’80 del 1.900 i parti cesarei si aggiravano intorno al 10/11 per cento oggi in certe regioni si arriva a sfiorare quasi l’80 per cento con grave nocumento per la puerpera e per il nascituro (si ricorda che il taglio cesareo appartiene alla cosiddetta grande chirurgia).
Come affermato dal grande biologo Bruce Lipton “La scienza deve imparare che la nascita è un processo naturale che non necessità di medicine”.
Oggi, non sappiamo più “accompagnare la vita a nascere”, la “facciamo nascere”.
Come si sa oggi, poi, rilevante per la salute dei bambini è la problematica dei vaccini. Su questo già si è detto sia a favore, la medicina ufficiale presunta scientifica, che contro ovvero, in prevalenza, per la libertà di scelta terapeutica.
Chi scrive è, allo stato attuale, contro l’uso dei vaccini per queste ragioni: non si ha alcuna certezza sulla composizione dei vaccini stessi e, in particolare, sulla non presenza di veleni e sostanze altamente nocive come i metalli pesanti. Se non è così cosa aspettano le autorità preposte a rendere noti questi dati e a far effettuare controlli periodici e casuali sugli stessi? Fino a oggi nulla di tutto questo ed è per questa ragione che bisogna rifiutare questi vaccini. Per altro i vaccini che vengono usati vengono sottoposti a monitoraggio addizionale il che, di fatto, vuol dire che sono vaccini in corso di sperimentazione; da parte della medicina ufficiale vi è, poi, un grande assente quando si parla di vaccini: il sistema immunitario. Sembra non si sappia di cosa si stia parlando tanto è che la vaccinazione può interessare un bambino a 2 mesi dalla nascita: Il paradosso è che se si pensa che già il sistema immunitario del neonato si è già formato, perché andarlo a sollecitare dall’esterno con i vaccini?; vi è, poi, la “leggenda metropolitana” che la validità dei vaccini sia il frutto della ricerca scientifica e che la “scienza non sia democratica”. Qui l’ignoranza della medicina è al culmine incapace o, probabilmente, non volendo ammettere che i fondamenti scientifici su cui pensa di sostenersi sono stati falsificati dallo sviluppo scientifico contemporaneo a partire, in particolare, dalla fisica quantistica.
Di recente la famosa rivista internazionale “Nature” ha documentato che più del 70% delle ricerche della medicina considerate scientifiche hanno fallito i test di riproducibilità che qualificano la ricerca come scientifica e, ciò nonostante, i risultati ottenuti sono stati assunti come base per le nuove ricerche e per le pratiche mediche.
Rispetto alle ricerche (ben oltre 200) che hanno documentato la pericolosità e il danno dall’uso dei vaccini (ricerche che sono state di fatto non più attivate a partire dal 2012), la medicina ufficiale sta parlando, al riguardo, di “bufale”. A parte il fatto che le indicazioni bibliografiche di alcune di queste ricerche pubblicate possono non avere tutti gli elementi per il loro riconoscimento ciò non toglie nulla al loro valore. Di fatto l’appellativo di “bufale” per queste ricerche si sostiene solo sul fatto che sono, ormai datate (si va dal 1969 alla fine del secolo scorso) e che, quindi, si parla dei vecchi vaccini e non di quelli attuali. Sono queste affermazioni inaudite che non dovrebbero essere permesse a nessuno. Con questo attacco a ricerche importanti è implicita la considerazione che prima si poteva anche morire tranquillamente da uso di vaccini ma che oggi non più vista la “bontà” e l’innocuità dei vaccini attuali,
Un’ultima considerazione su questione di cui non si parla mai o quasi mai. Riguarda l’uso combinato di più vaccini nella stessa somministrazione (esavalente, a esempio). Il teorema, ovvero la giustificazione di questa strategia risiede, per la medicina ufficiale, nel fatto che ogni vaccino avrà gli stessi effetti come se somministrato da solo. Qui non solo sono sconvolte le leggi della chimica a anche quelle relative al calcolo delle probabilità. Di fatto, somministrando il vaccino esavalente tra gli elementi che lo compongono si generano ben 720 reazioni. Al lettore tirare le conclusioni di questa “bestemmia”… Ma, probabilmente, c’è di più anche se nessuno ne parla. Si tratta della poco conosciuta “Paralisi immunitaria”. Questa è rintracciabile nel fatto sempre più frequente, che per molti vaccinati già il giorno dopo della vaccinazione non risultano immunizzati. La giustificazione sta nel fatto che il sistema immunitario di fronte alla gran massa di nemici (antigeni) deve mobilitare tutte le sue risorse e impegnare anche all’uopo quelle cellule deputate a memorizzare il nemico. Cosi facendo il sistema immunitario in barba ai vaccini non è più in grado di riconoscere i sui nemici e, quindi, attaccarli.
Qui si fermano le brevi considerazioni fatte sui vaccini come esempi di una medicina che oramai ha invaso tutti gli aspetti e le fasi della vita non conoscendone né capendone più i significati e, quindi, reclutando ognuno di noi a far da cavie per gli sperimenti non certo della scienza quanto del potere economico delle multinazionali del farmaco.

Nessun commento:

Posta un commento