Molti genitori di bambini piccoli faticano a introdurre nuovi cibi nelle diete dei figli. I bambini statunitensi schizzinosi nel mangiare già a due anni sono circa il 50 per cento. Sono afflitti, per usare il linguaggio dei nutrizionisti, da “neofobia alimentare”. Il pediatra mi disse una volta che uno dei nostri figli maschi, che era un palato difficile, avrebbe avuto bisogno di provare un nuovo cibo almeno sei volte prima che quel cibo smettesse di riempirlo di paura e disgusto.
Mia moglie e
io volevamo lottare contro la neofobia alimentare di nostro figlio per motivi
pratici e nutrizionali ma, più di tutto, volevamo che mangiasse in maniera
avventurosa per potersi godere questo aspetto della vita. La disponibilità ad
assaggiare un’ampia varietà di sapori e odori rafforza il piacere del mangiare.
Si tratta di
un esempio che fa parte di un’apertura più generale nei confronti di un’ampia
gamma di esperienze di vita – dal visitare luoghi interessanti al considerare
opinioni politiche inconsuete – che porta felicità. “Solo una persona pronta a
tutto, che non esclude alcuna esperienza, neanche le più incomprensibili”, ha
scritto Rainer Maria Rilke nelle sue Lettere a un giovane
poeta, “potrà
percepire le profondità del suo stesso essere”.
Amore da coltivare
I dati gli davano ragione. L’apertura, nota anche come neofilia, è un elemento
fortemente e positivamente associato alla felicità. Naturalmente esiste il rischio di
spingere le cose troppo lontano, e di diventare degli insoddisfatti cronici in
mancanza di un costante flusso di novità, o di sviluppare una dipendenza dal
pericolo e di essere sempre alla ricerca della prossima esperienza estrema. La
vera felicità viene da una neofilia sana ed equilibrata, che coltiva l’amore
per le avventure della vita.
La neofilia
è legata alla felicità nella misura in cui è associata
all’estroversione, e l’estroversione è molto spesso portatrice di felicità. Ma la neofilia genera felicità
anche perché è un motore dell’interesse che, secondo il ricercatore e psicologo
Carroll Izard, è una delle due emozioni positive fondamentali (l’altra è la gioia). Si prova piacere quando il
proprio interesse è stimolato, una cosa che accade naturalmente quando si
è esposti a cose nuove. I neofili stimolano quindi questa emozione positiva
più frequentemente e intensamente dei neofobici.
Il desiderio
insaziabile di novità è una caratteristica del consumatore contemporaneo
Gran parte
delle tendenze neofile è ereditaria. Alcuni studi l’hanno misurato. Nel 2002,
per esempio, una meta-analisi della ricerca sui gemelli ha rilevato che l’apertura a nuove esperienze è
un dato genetico per circa il 57 per cento dei casi. Pochi anni dopo, i ricercatori
giapponesi hanno
scoperto che un particolare enzima mitocondriale chiamato monoammina ossidasi A
– che neutralizza dopamina, serotonina e noradrenalina – è più attivo nel cervello
degli individui che hanno più probabilità di avere, tra i principali tratti
della personalità, la ricerca di novità.
Questo
spiega solo parzialmente la neofilia, che va analizzata considerando anche
altri fattori. Per esempio, l’amore per le novità tende ad aumentare nella
prima età adulta, ma dai venti agli ottant’anni diminuisce di circa il 17 per cento, in
media, per ogni persona. Le persone politicamente conservatrici sono meno
neofile – almeno socialmente ed economicamente – di quelle progressiste. Alcuni ricercatori credono che un’intelligenza fluida e una cultura generale portino ad
apprezzare le novità. E conta l’educazione in casa: alcuni studiosi hanno scoperto che gli stili
educativi dei genitori alimentano o reprimono l’apertura alle novità nei
bambini.
Il rischio dell’insoddisfazione
Anche vivere in una società moderna e consumistica potrebbe giocare un ruolo
importante. Colin Campbell, professore di sociologia all’università di York nel
Regno Unito, ha scritto che “nelle società
tradizionali la novità tende a essere temuta” e che un desiderio insaziabile di
novità è una caratteristica del consumatore contemporaneo.
Questo punto
di vista ci conduce al lato oscuro della neofilia. Nel suo libro New (Nuovo), la scrittrice Winifred Gallagher
sostiene che l’obsolescenza precoce degli oggetti nelle società moderne porta a
spendere troppo per cose di cui non abbiamo bisogno e che non migliorano
affatto il nostro benessere. È difficile smentire questa affermazione. Me ne
rendo conto mentre guardo il mio smartwatch che
mi assilla dicendomi quante calorie ho assunto, quanto sia scarso il mio sonno,
quanto mi manca per fare il giusto numero di passi ogni giorno, e mi interrompe
con un migliaio di altre “comodità” che m’impediscono di godermi la vita.
La neofilia
ha effetti negativi più gravi di un consumismo meccanico. Alti livelli di
neofilia sono associati alla tendenza a correre rischi durante l’infanzia, e quindi alle dipendenze più
avanti nella vita. E se quando siamo alla ricerca di nuovi stimoli c’incoraggia
a esplorare e a creare, è vero anche che rende l’appagamento particolarmente
sfuggente, perché cerchiamo un’altra novità a una velocità sorprendente. I
neofili indisciplinati sono spesso anime vagabonde e
irrequiete, saltano da un progetto all’altro, lasciano il loro lavoro e si
spostano spesso. Tutte cose che, come mostrano Benjamin Storey e Jenna Silber
Storey nel loro libro Why we are restless (Perché
siamo irrequieti), tendono a rendere le persone meno soddisfatte della loro
vita.
Quattro consigli
Trovare un sano grado di neofilia è una sorta di atto ad alta tensione (che, a
pensarci bene, ai neofili potrebbe piacere provare). Sulla base delle ricerche
in materia, ecco quattro princìpi per coltivare una neofilia equilibrata che vi
aiuterà a essere più felici.
Primo,
mettete alla prova regolarmente i vostri gusti e fate degli esperimenti. Siamo
portati a pensare che le nostre preferenze siano scolpite nella pietra e che sia inutile cercare di
cambiarle, specialmente quando invecchiamo e diventiamo più irritabili di
fronte alle novità. I dati non supportano questa ipotesi. In realtà alcuni
studi mostrano che i lavoratori più anziani sono più aperti dei loro colleghi
più giovani ai cambiamenti nelle loro responsabilità lavorative.
Contemporaneamente, i nostri sensi del gusto e dell’olfatto tendono ad
attenuarsi con l’età, rendendoci più o meno attratti da certi cibi. Fate una
lista delle cose che non vi piacciono e che attualmente evitate. Poi
rileggetela e provate le cose che avete elencato. Il cibo è un buon punto di
partenza. Potete anche provare a visitare luoghi e impegnarvi in attività che
normalmente respingereste. Odiate l’opera lirica? Forse sì, forse no. Più
avanti con gli anni potreste ascoltarla in modo diverso da quando eravate più
giovani.
Secondo,
fate in modo di scegliere la curiosità invece della comodità. Scrivete una
lista di nuove esperienze e idee che dovete ancora provare ed esploratene una
alla settimana. Non devono essere grandi cose. Forse non leggete mai narrativa,
non perché non vi piaccia, ma perché siete più abituati alle biografie: in
questo caso scegliete un romanzo. Se di solito guardate uno dei vostri vecchi
film preferiti invece di qualcosa di nuovo, o scegliete lo stesso luogo di
vacanza ogni anno, fate in modo di diversificare.
Terzo,
evitate la trappola della novità fine a se stessa. Se siete piuttosto neofili,
può darsi che stiate già seguendo i suggerimenti di cui sopra e che ne stiate
raccogliendo i frutti. Ma potreste anche essere inclini all’irrequietezza e
all’instabilità, e a cercare le novità materiali per placarle. In questo caso,
provate ad azzerare la vostra soddisfazione con un “digiuno da consumo”: non
comprate nulla di non essenziale per due mesi. È probabile che la vostra
attenzione si sposterà dagli acquisti in rete ad attività più soddisfacenti.
Quarto, se
la vostra neofilia si traduce in impulsività, dedicate consapevolmente un po’
più di tempo ai vostri processi decisionali. La ricerca ha dimostrato che in
una crisi un processo decisionale più lento porta a risultati migliori. Per i
neofili, tutto è urgente, ma farebbero bene a prendere decisioni in maniera più
ponderata. Volete accettare quel lavoro come istruttore di bungee-jumping?
Dormiteci sopra. Poi prendetevi un paio di giorni per immaginare come sarà la
vostra vita fra tre anni se farete quella scelta, e chiedete consiglio a un
paio di amici fidati.
Uno dei
piaceri della vita è vedere noi stessi e gli altri cambiare, specialmente i
nostri figli quando crescono. Prendete mio figlio, quello che era neofobo
alimentare. Ora ha 21 anni, è un soldato dei marines alto quasi due metri, e
quando si trova davanti del cibo spazza via tutto. Recentemente gli ho
ricordato quanto fosse schizzinoso da bambino, e mi ha risposto: “Immagino che
semplicemente non avessi abbastanza fame”.
E qui sta il
grande segreto della felicità, la lezione più importante sulla neofilia. Il
benessere associato alla neofilia non riguarda affatto le cose nuove, ma la
fame: di vita. Coltivare un sano appetito per quel che la vita ha da offrire
significa aprire gli occhi su un mondo di abbondanza, bellezza, pienezza e
avventura. E questo non può che portare gioia.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è uscito sul sito del mensile statunitense The Atlantic.
https://www.internazionale.it/opinione/arthur-c-brooks/2021/06/17/novita-insoddisfazione-felicita
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