Ci avrete senz’altro fatto caso: quando qualche
impresa deve tirare su un palazzo accompagna il rendering con
un po’ di verde intorno. Così come capita che addirittura il verde lo azzera
proprio e poi richiama nel nuovo progetto il termine “parco” o similare.
Insomma, il verde deve esserci, in qualche modo attenua le stronzate che fanno.
Mi è venuto alla mente questo concetto quando ho visto
senza volerlo le pubblicità che inondano le televisioni e che mostrano la
bellezza delle nostre regioni. Fateci caso: tutte, senza eccezione, fanno
riferimento alla natura in primis, alla storia, alla cultura. La
Sicilia, la Sardegna, il Trentino, le Marche. E sicuramente me ne sono persa
qualcuna. Insomma, il verde fa marketing, attira, è l’asso nella manica: non ti
faranno mai vedere una nuova lottizzazione o gli scassi di una nuova inutile
opera pubblica. Peccato che questo verde, questa natura vengano buoni solo per
attirare i gonzi, mentre le politiche che vengono attuate dalle regioni vadano
in senso diametralmente opposto. C’è un contrasto stridente fra ciò che i
politici fanno apparire e ciò che fanno (o non fanno) nella realtà. Prendiamo
come esempio le nostre due isole maggiori: Sicilia e Sardegna, riportando due
esempi della loro sensibilità ambientale.
Sicilia, esempio del non fare. In Sicilia ogni
benedetto giorno estivo e non, che soffia lo scirocco, si mettono in azione i
piromani. Cosa ci sia dietro le devastazioni dolose si può solo intuire, e qui
non lo dico, resta il fatto che il governo regionale non fa nulla per
prevenirli e per individuare i piromani, al di là delle battute a effetto di
Musumeci («Per i piromani ci vorrebbe il carcere a vita»: https://www.palermotoday.it/cronaca/incendi-sicilia-piromani-musumeci.html).
Siamo all’inizio di luglio e già decine di incendi si sono sviluppati. Nella
sola estate del 2020 sono andati letteralmente in fumo qualcosa come 35.900
ettari di natura. Neppure le aree più pregiate si sono salvate e anche la
Riserva dello Zingaro – che attira decine di migliaia di turisti ogni anno – nel
mese di agosto 2020 è andata quasi interamente in fumo. Rafforzare la
prevenzione, utilizzare droni e telecamere, fissare ricompense per le
informazioni utili a identificare i delinquenti sono tutte azioni che
potrebbero essere utili per fronteggiare un disastro che, tra l’altro, alimenta
la desertificazione dell’isola già in atto per via del riscaldamento globale.
Invece si aspetta passivamente che arrivino l’ennesimo scirocco e gli ennesimi
incendi.
Sardegna, esempio del fare. Le pubblicità ci mostrano
coste integre. Peccato che la giunta attuale abbia varato un Piano casa che
consente notevoli ampliamenti dell’esistente anche in barba al Piano
Paesaggistico varato a suo tempo da Soru. Il Piano è stato impugnato a marzo
dal Governo, ma medio tempore fa già danni (https://www.lanuovasardegna.it/regione/2021/06/05/news/piano-casa-braccio-di-ferro-tra-regione-e-soprintendenze-di-sassari-e-cagliari-1.40355484).
Sono solo due esempi dei tanti che si potrebbero fare
dell’uso solo strumentale di quel che resta – sempre meno ogni anno che passa –
della natura integra. Della serie: «Mostriamo solo ciò che ci fa comodo».
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