In tutta l'isola ogni
giorno ci sono cortei di protesta organizzati da Spi Cgil, Fnp Cisl e Ur Uilp
per evidenziare le responsabilità della Regione. Nel Nuorese e in Ogliastra
mancano persino i medici di base. L'emergenza non risparmia i Pronto soccorso.
Su 7mila pazienti con sclerosi multipla, che qui ha un'incidenza superiore alla
media nazionale, 5mila sono seguiti da tre sole neurologhe. Una paziente
operata di tumore al seno 10 anni fa e con un nuovo nodulo ha denunciato di non
aver potuto fare la mammografia.
Una protesta al giorno. Da nord a sud
della Sardegna, passando per il centro e le zone costiere:
tutti in piazza, un giorno sì e l’altro pure, per denunciare i disastri di
una sanità in agonia. Con reparti ridimensionati dalla mancanza di medici e infermieri, pazienti cronici abbandonati, esami diagnostici
bloccati e liste d’attesa incredibili anche
nelle strutture private convenzionate, oramai congestionate.
Una catastrofe. E l’emergenza Covid – che sì
ha fatto sentire i suoi effetti disastrosi – ormai appare come un capro
espiatorio di fronte al personale ridotto all’osso, alle politiche (avviate già
da almeno un decennio) improntate alla razionalizzazione che, in realtà, si è
tradotta in smantellamento di servizi e
reparti, cancellazione quasi totale dell’assistenza nei territori e paesi privi
persino del medico di base. Anche in quelli più impervi e già penalizzati dal
sistema viario.
PENSIONATI IN MARCIA – Non a caso i sindacati
dei pensionati hanno annunciato nuove tappe della “Marcia della salute” per
denunciare le responsabilità della Regione: appuntamento martedì prossimo a San
Gavino, poi a Nuoro il 13 novembre, per
continuare con altri centri dell’isola e concludere con una manifestazione
generale a Cagliari. “La Giunta, con il
presidente Christian Solinas in testa,
continua a far finta di affrontare i problemi, annunciando soluzioni spot che
non trovano concretezza nella realtà”, attaccano Marco Grecu, Adalberto Farina e Rinaldo Mereu,
rispettivamente segretari regionali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Ur Uilp i quali ricordano: “Da tempo
chiediamo all’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, e alle
forze politiche del Consiglio di definire un piano in grado di garantire a
tutti i cittadini efficienza assistenziale
e appropriatezza delle cure, superando le disparità
territoriali e le criticità aggravate con la crisi pandemica”. Una richiesta
caduta nel vuoto. “Siamo rimasti del tutto inascoltati e non si intravede
alcuna volontà concreta di intervenire su una situazione che sta minando il
diritto alla salute dei sardi e rischia di provocare danni alla salute collettiva”.
NIENTE MAMMOGRAFIE – Sta già succedendo. È degli ultimi
giorni la protesta pubblica di una cinquantenne di Iglesias che – su tutto il
territorio regionale – non è riuscita a prenotare una mammografia. Operata di tumore al
seno 10 anni fa, si è accorta di avere un nuovo nodulo: “Mi è stata prescritta una mammografia urgente
– dice Monica Giachetti – ma non è stato possibile farla
da nessuna parte. Per fare almeno un’ecografia ho dovuto pagare di tasca mia 60
euro: questo perché la radiologia, negli
ospedali della mia zona, da circa un anno funziona solo per i ricoverati e le strutture convenzionate hanno
liste d’attesa infinite”.
MEDICI DI BASE – Nel Nuorese e in
Ogliastra mancano persino i medici di base o
sono a mezzo servizio perché hanno in carico più centri, collegati tra loro da
una viabilità improponibile, soprattutto nel periodo invernale, fatta di
chilometri di tornanti. Chicco Usai, sindaco
di Ussassai, paesino di circa cinquecento anime, ha
chiesto aiuto persino a Emergency e al
Presidente della Repubblica. Anche l’ospedale San Francesco, nel capoluogo
barbaricino, è fortemente ridimensionato. “Tutti i reparti funzionavano
benissimo e alcuni, come la Cardiologia, erano
un fiore all’occhiello ma ora quasi non esistono più, come Oculistica e Geriatria –
dice una paziente – Assistiamo al trasferimento di medici che, poi, non vengono
sostituiti: solo in Radiologia ne mancano 12. Per la struttura pubblica non ci
sono soldi, ma intanto la Regione elargisce cospicue somme di denaro al Mater Olbia”. Ovvero:
l’ospedale, convenzionato con la Regione e
per il quale è stata autorizzata la spesa di 20 milioni, nato dalla partnership
fra Qatar foundation e il Policlinico Gemelli.
ALLARME PRONTO SOCCORSO – La situazione
d’emergenza non risparmia i Pronto soccorso, come evidenzia anche Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti facendo
riferimento all’allarme dei direttori dei PS di ospedale Brotzu e Policlinico,
unici attivi a Cagliari. “La preoccupazione non è più data dal Covid, ma
dall’alto numero di interventi ordinari, come era facilmente prevedibile”. A
ciò si aggiunge l’alto numero di incidenti stradali avvenuti
negli ultimi giorni. “Da tempo chiediamo una riorganizzazione del sistema
sanitario, ma chi di dovere è evidentemente impegnato in altre vicende che non
riguardano il diritto alla salute dei cittadini sardi”.
SCLEROSI MULTIPLA – Un grido d’aiuto
arriva anche dalle persone affette da sclerosi multipla,
che ha proprio in Sardegna un’incidenza superiore alla media nazionale: cinquemila, dei settemila pazienti sardi, sono seguiti
da appena 3 neurologhe del Centro
sclerosi multipla con sede all’ospedale Binaghi. “Una struttura che era
un’eccellenza ma che è stata distrutta e
relegata in uno spazio ridottissimo per essere trasformata in ospedale Covid –
denuncia Ivan Melis, portavoce del gruppo Sorrisi multipli – ma
anche ora che l’emergenza pare stia passando, non sappiamo quali saranno le
nostre sorti e siamo ancora costretti a fare la spola tra due ospedali: Binaghi
per le visite, con tempi sempre più lunghi per la carenza di medici,
l’Oncologico per le terapie”.
L’assessore Mario Nieddu, intanto, chiama in causa il governo
nazionale: “Deve intervenire per permettere alle Regioni di avere gli strumenti
che consentano di gestire questa situazione. Il nodo è legato soprattutto alla
carenza del personale ma la rivendicazione, d’accordo con i sindaci, va
spostata a livello nazionale perché finora abbiamo fatto tutto ciò che si
poteva: abbiamo assunto tutto il personale che potevamo assumere qui in
Sardegna e non c’è più nessuno”. Nieddu, nel corso della Commissione Sanità
riunita per fare il punto sulla situazione d’emergenza, ha consegnato anche ai
sindaci una copia del Piano della medicina
territoriale. Da parte di Emiliano Deiana (presidente
dell’Anci Sardegna, l’associazione dei Comuni) è arrivata la proposta degli
Stati generali della sanità sarda e di un Patto della salute, condiviso da
istituzioni e territori. “Occorre una programmazione regionale che garantisca
il diritto alla salute in modo uguale in tutta la Sardegna”.
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