Al di là della frontiera, l tunnel della seconda
Torino-Lione è una catastrofe per le fonti d’acqua. Fontane di villaggi che
smettono di zampillare, paura per l’approvvigionamento di acqua potabile e
trasformazioni irreversibili delle fonti in montagna… le conseguenze
idrogeologiche della costruzione del tunnel ferroviario Lione-Torino
preoccupano gli abitanti e gli ambientalisti. Traduzione di un articolo del
portale ecologista francese https://reporterre.net/
A una decina di chilometri dalla frontiera italiana, il
villaggio di Villarodin-Pourget è uno dei più colpiti dalla costruzione del
tunnel Lione-Torino. Il progetto iniziato negli anni ’90, che ha l’obiettivo di
collegare la regione Auvernie-Rhône-Alpes alla regione limitrofa italiana
attraverso una linea ferroviaria ad alta velocità che passa per la valle della
Maurienne. La sezione transfrontaliera del progetto, che comprende un tunnel di
57,5km, è finanziata per il 40% dall’Unione Europea per un costo totale di 8,6
miliardi di euro, la Francia e l’Italia coprono il 60% restante. Il progetto è
presentato come ecologico, perché dovrebbe ridurre di all’incirca 3 milioni di
tonnellate di C02 all’anno e le emissioni di gas a effetto serra, trasferendo
milioni di camion dalla strada alla ferrovia. Ma fa ugualmente polemica: è
stato respinto a due riprese dalla corte dei conti e deve fare fronte da una
forte opposizione sul lato italiano.
Trent’anni dopo l’inizio del progetto meno del 20% delle
gallerie è stato scavato, 30km sul momento sui 160km di cui 4km sotto il comune
di Villarodin-Bourget. In questo villaggio della Savoia,
il cantiere di Telt, il promotore pubblico incaricato dei lavori del tunnel
euroalpino, ha ridisegnato gli argini dell’Arc, il fiume che serpeggia al fondo
della valle. Delle strade sono state tracciate per permettere l’accesso di
mezzi di lavoro e per scavare un tunnel geognostico la cui entrata si situa
sulla riva destra. I lavori legati a questa galleria di 4km sono terminati dal
2007, ma le loro conseguenze sulle fonti d’acqua alimentano ancora oggi le
conversazioni tra gli abitanti del luogo. “Il tunnel è stato scavato
solamente 50m sotto le abitazioni”, spiega Philippe Delhomme vicesindaco
del comune del 2008 al 2020 “Dall’inizio dei lavori, nel 2002,
le fontane del villaggio hanno smesso di funzionare. È un
fenomeno conosciuto perché nel momento in cui si scava la montagna il percorso
dell’acqua, che si infiltra naturalmente lungo alcune falde, è deviato. Le
fonti sono dunque risucchiate dal tunnel che diventa il nuovo luogo in cui
l’acqua defluisce. Questo ha per forza di cose impattato
anche sulla popolazione dato che l’acqua è una risorsa vitale”. Un’inquietudine
che ha condotto il sindaco dell’epoca, Henrie Ratel, ad allertare il prefetto
della Savoia: “Siamo obbligati a farvi parte di una situazione
preoccupante che riguarda il prosciugamento del bacino del nostro comune causa
dei lavori di carotaggio della galleria di ricognizione del progetto
Lione-Torino ferroviario (LTF)” scriveva in una lettera datata Marzo
2003 in cui chiedeva che l’acqua potabile intercettata dal tunnel fosse
integrata nella rete comunale. Un’allerta anticipata dal promotore che ha
reagito rapidamente: “Il prosciugamento delle fonti d’acqua era
previsto”, afferma Xavier Darmendrail, direttore territoriale di
Telt. “A Villarodin-Pourget, era addirittura evidente che delle fonti
sarebbero state intaccate poiché è stato scavato solamente 50m sotto il
villaggio. Delle misure di compensazione sono state rapidamente messe in campo
pagate da LTF il precedente promotore: le fontane sono state collegate alla
rete di acqua potabile e un aiuto finanziario è stato apportato al comune per
rinnovare i suoi canali. È stato scelto di attendere la fine del cantiere per
valutare il numero di fonti coinvolte prima di mettere in atto una misura
compensatoria sostenibile, cosa fatta una volta che la galleria è stata
terminata nel 2007”. La soluzione “sostenibile”? Intercettare
l’acqua di un torrente a 2.000m di altitudine e costruire un condotto di 5km
oltre che una cisterna sotterranea per alimentare il villaggio. In
totale queste misure compensatorie sono costate 1,2 milioni di euro secondo
Xevier Darmendrail che vanta i meriti di queste nuove infrastrutture “Abbiamo
aumentato la capacità dell’acqua del comune di 3 L per secondo e migliorato la
rete”. Una pezza che non soddisfa affatto Philippe Delhomme, che è anche
co-presidente dell’associazione ambientalista Vivere e Agire in Maurienne
(vam): “La fonte intercettata è ai bordi della Vanoise, uno dei parchi
nazionali più protetti in Francia! Secondo noi sarebbe stato meno dannoso per
l’ambiente pompare l’acqua intercettata dal tunnel”.
Ma l’affare
delle fontane di Villarodin-Pourget è solo la punta dell’iceberg. In
realtà nel comune sono 10 i punti di acqua che sono stati danneggiati a causa
della costruzione del tunnel, di cui 4 completamente prosciugati secondo il
rapporto di Telt sui punti d’acqua e i loro rischi di impatto (2017). “Questo
studio dice di recensire 51 punti d’acqua al livello del paese” precisa
Philippe Delhomme “ma non c’è nessun dato per 22 di questi. Come
possono affermare che ci sono solamente 10 punti coinvolti dai lavori?”.
La Vam denuncia inoltre una comunicazione ambigua del promotore a riguardo. In
una brochure distribuita alla popolazione nel 2018 Telt afferma che “i
controlli in prossimità del cantiere non hanno rilevato alcun abbassamento
delle fonti. Fino ad ora una sola fonte di acqua è stata toccata dai lavori e
ristabilita il giorno dopo a complemento delle misure compensatorie per la
collettività e le persone coinvolte”. Intervistato da Reporterre a questo
proposito Xavier Darmendrail si difende affermando che “i punti
d’acqua toccati erano alimentati dalla stessa fonte”. Sarà un gioco di
parole? “Minimizzano le conseguenze per fare tacere la popolazione” protesta
Philippe Delhomme.
Ciononostante, Villarodin-Pourget non è il solo comune in
cui le fonti d’acqua sono state deteriorate dai lavori. I rapporti
del 2017 dimostrano che i comuni di Saint-Martin-Delaporte e Saint-Andrè hanno
anch’essi subito l’impatto dei lavori: due punti d’acqua sono stati
danneggiati e uno di questi presenta un forte rischio di prosciugamento. Ma non
è tutto. Un rapporto europeo un più datato, del 2006, rileva che “LTF
ha stimato che i tunnel principali, le gallerie, etc avranno bisogno di un
flusso accumulato di acque sotterranee comparabile all’alimentazione in acqua
necessaria a una città di circa 1milione di abitanti. Questo influenzerà lo
stoccaggio e il movimento delle acque sotterranee e probabilmente anche altri
elementi del ciclo idrogeologico. Tali variazioni possono intaccare l’ambiente
in generale ma anche certi utilizzi dell’acqua per esempio: la fruizione nelle
abitazioni private, i paesi, le città, l’agricoltura e l’irrigazione, la
produzione idroelettrica”. A più riprese i militanti della Vam hanno
tentato di lanciare l’allarme durante le riunioni pubbliche “La prima
volta abbiamo potuto presentare le nostre argomentazioni fondate su dei
documenti” racconta Philippe Delhomme “In seguito ci hanno
chiuso in faccia la porta delle riunioni. Durante il mio mandato abbiamo
depositato numerosi ricorsi contro Telt ma nessuno è stato accolto.. abbiamo
delle volte l’impressione di batterci contro i mulini a vento.“
Insomma, è tutto l’equilibrio delle acqua sotterranee e
dell’ecosistema di una valle che potrebbe essere deturpato se il tunnel verrà
costruito. “Ed è una cosa
irreversibile!” dice preoccupato Philippe Delhomme. Questi sacrifici
valgono la pena? Non per gli oppositori al progetto “dal momento che
esiste già una linea ferroviaria adatta al traffico europeo e che non è sfruttata al massimo
delle sue capacità. I promotori della nuova linea dicono che la linea attuale
presenta un dislivello (presenta delle salite del 3%) il che causa un dispendio
di energie importante per il trasporto di merci. Ma è sufficiente per il
traffico attuale. Inoltre se lo stato francese e l’Europa volessero veramente
sviluppare il trasporto delle merci sui binari comincerebbero per far applicare
questa politica in pianura. Ci parlano di milioni di tonnellate di emissioni di
CO2 evitate grazie alla Lione-Torino.. ma questo rapporto costi benefici non
tiene in conto gli effetti sull’acqua. Nell’attesa
spendiamo denaro pubblico per una grande opera inutile”
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