è una deformazione mentale pericolosa pensare che in
Italia si sia fuori dall’emergenza Covid perché ora essa si sta allargando nel
resto del mondo e rallenta da noi, che siamo stati il primo paese ad esserne
colpiti così massicciamente (ben più della Cina che fece tanto scalpore e che
la cavò con 3mila morti): se il Covid su diffonde altrove, tornerà anche da
noi, che non siamo riusciti a sradicarlo.
e sul Covid abbiamo qualche idea più chiara dopo sei
mesi:
1. non è nato in Cina, a Wuhan; i cinesi sono stati i
primi a scoprirlo a fine dicembre, ma girava per il mondo inosservato almeno
dal marzo 2019 (anzi, non sarebbe il caso di ridare un’occhiata all’epidemia di
polmoniti della bassa bresciana nell’estate 1018, a questo punto?);
nell’autunno del 2019 è arrivato anche in Cina, ma da dove esattamente?
2. i cinesi sono stati accusati di averlo creato nel
loro mercato di Wuhan (la favola del pipistrello e del pangolino) o nel loro
laboratorio di quella città, semplicemente perché sono stati più bravi degli
altri a scoprirlo; ma, secondo una comune deformazione mentale umana,
responsabile di un fatto è chi lo individua e comunica per primo.
3. questo non elimina del tutto la possibilità che il
virus sia il frutto di ricerche di laboratorio sfuggite al controllo, ma
sicuramente la ridimensiona; l’ipotesi del laboratorio diventa meno plausibile,
se il virus non è nato da una improvvisa mutazione a Wuhan, ma da una lunga
fase di trasformazioni sfociata da ultimo in una variante più pericolosa, in
altre parole se questo nuovo virus è una variante di quello dell’epidemia russa
di fine Ottocento, nato nei macelli;
4. comunque l’esigenza di una analisi internazionale
sulla sua origine resta;
5. solo la Cina è riuscita a tenere questo virus
rigidamente sotto controllo e a eliminarlo radicalmente in due successivi
attacchi, e in generale le culture orientali si sono dimostrate più efficaci
nel combatterlo, sia per diverse abitudini sociali, sia per un senso diverso
della disciplina collettiva, sia per regimi politici più efficienti nel
promuovere il benessere collettivo;
6. il virus non dà una stabile immunità, il che relega
nel quadro delle leggende diffuse in modo interessato il mito del vaccino
risolutivo;
7. il virus spesso rimane per sempre nel corpo di chi
se lo prende e in un numero consistente di persone si trasforma in una malattia
cronica molto debilitante: la cosa non è ancora molto evidente, ma lo diventerà
presto;
8. le società occidentali, incapaci di sradicare il
virus, non hanno ancora trovato un modo efficace di conviverci: la convivenza
col virus comporta un cambiamento radicale di abitudini sociali e mette in
crisi il modello consumista esagerato su cui si fondano le nostre economie del
capitalismo incontrollato;
9. l’attuale risposta economica all’epidemia punta
alla moltiplicazione del debito, per sfuggire al collasso immediato: ma questo
pone un dilemma sempre più chiaro: o collasso dell’economia per pagare il
debito o collasso del debito, cioè sua cancellazione o almeno sua sostanziale
ri-contrattazione; ma ovviamente, quanto più cresce il debito, tanto più cresce
la quota che dovrà essere cancellata perché la società possa sopravvivere.
10. la crisi, tutta occidentale, provocata dal Covid è
gravissima, ma riguarda principalmente il nostro mondo; il Covid è la prova
attraverso la quale emerge il predominio cinese sul mondo; ma il Covid non è la
crisi più grave che il mondo deve affrontare, perché ce n’è un’altra, che è
davvero planetaria.
. . .
e adesso parliamo di questa emergenza, che farà
sembrare l’epidemia da Covid una bazzeccola.
forse potrebbero persino bastare e potrei concludere
il post qui, ma aggiungiamo ancora qualcosa.
entro 5 anni il contenuto di CO2 nell’atmosfera
terrestre sarà ancora più alto del periodo più caldo degli ultimi 3,3 milioni
di anni, quando eravamo nel Pliocene.
ce ne informa Elwyn de la Vega su “Scientific Reports”. in base agli
studi su resti fossili depositati nel Mar dei Caraibi che mostrano quanto fosse
alta allora la percentuale di CO2 nell’atmosfera: fra 380 e 420 parti per
milione.
quest’anno abbiamo raggiunto le 418 ppm a giugno;
erano 417 a maggio: il Covid non è servito a molto, nonostante tutto: le
emissioni sono calate soltanto del 5%; avevamo superato le 400 ppm soltanto nel
2013 e per fermare l’aumento servirebbe una riduzione del 30% per almeno sei
mesi.
perfino se smettessimo di colpo di emettere CO2
servirebbero migliaia di anni per ritornare ai livelli precedenti.
. . .
il Pliocene durò da 5,3 a 2,5 milioni di anni fa, le
temperature del pianeta erano 3-4 gradi più alte di oggi (e il sole era
leggermente meno caldo di oggi) e il livello del mare 15-20 metri più su.
in Europa vivevano le giraffe, sulle coste
dell’Antartide crescevano delle piante e la Groenlandia era totalmente libera
dai ghiacci.
ma niente paura: gli antenati dell’uomo, a metà strada
tra le scimmie antropomorfe e l’homo sapiens, esistevano anche allora; anzi,
forse la linea evolutiva che potrò a noi nacque proprio da quell’ambiente e da
quel clima.
ma a breve dovremo rivolgerci ad altri scenari, cioè
alle temperature di 15 milioni di anni fa.
oramai l’aumento di temperature scientificamente
prevedibile e imminente è pari a 4 gradi, almeno, se non di più.
perché siamo giunti palesemente al punto di svolta,
dopo il quale le trasformazioni climatiche cominceranno ad avere una reazione a
catena e sfuggiranno completamente ad ogni nostra anche vaga possibilità di
controllo e forse persino di previsione: anche i nostri modelli climatici
rischiano di saltare.
. . .
oramai abbiamo bisogno più che altro di qualche
improbabile colpo di fortuna. ecco perché chi vivrà fra qualche anno ricorderà
l’epidemia di Covid come un episodio in fondo minore.
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