sabato 18 luglio 2020

emergenza Covid, emergenza Pliocene - bortocal




è una deformazione mentale pericolosa pensare che in Italia si sia fuori dall’emergenza Covid perché ora essa si sta allargando nel resto del mondo e rallenta da noi, che siamo stati il primo paese ad esserne colpiti così massicciamente (ben più della Cina che fece tanto scalpore e che la cavò con 3mila morti): se il Covid su diffonde altrove, tornerà anche da noi, che non siamo riusciti a sradicarlo.
e sul Covid abbiamo qualche idea più chiara dopo sei mesi:
1. non è nato in Cina, a Wuhan; i cinesi sono stati i primi a scoprirlo a fine dicembre, ma girava per il mondo inosservato almeno dal marzo 2019 (anzi, non sarebbe il caso di ridare un’occhiata all’epidemia di polmoniti della bassa bresciana nell’estate 1018, a questo punto?); nell’autunno del 2019 è arrivato anche in Cina, ma da dove esattamente?
2. i cinesi sono stati accusati di averlo creato nel loro mercato di Wuhan (la favola del pipistrello e del pangolino) o nel loro laboratorio di quella città, semplicemente perché sono stati più bravi degli altri a scoprirlo; ma, secondo una comune deformazione mentale umana, responsabile di un fatto è chi lo individua e comunica per primo.
3. questo non elimina del tutto la possibilità che il virus sia il frutto di ricerche di laboratorio sfuggite al controllo, ma sicuramente la ridimensiona; l’ipotesi del laboratorio diventa meno plausibile, se il virus non è nato da una improvvisa mutazione a Wuhan, ma da una lunga fase di trasformazioni sfociata da ultimo in una variante più pericolosa, in altre parole se questo nuovo virus è una variante di quello dell’epidemia russa di fine Ottocento, nato nei macelli;
4. comunque l’esigenza di una analisi internazionale sulla sua origine resta;
5. solo la Cina è riuscita a tenere questo virus rigidamente sotto controllo e a eliminarlo radicalmente in due successivi attacchi, e in generale le culture orientali si sono dimostrate più efficaci nel combatterlo, sia per diverse abitudini sociali, sia per un senso diverso della disciplina collettiva, sia per regimi politici più efficienti nel promuovere il benessere collettivo;
6. il virus non dà una stabile immunità, il che relega nel quadro delle leggende diffuse in modo interessato il mito del vaccino risolutivo;
7. il virus spesso rimane per sempre nel corpo di chi se lo prende e in un numero consistente di persone si trasforma in una malattia cronica molto debilitante: la cosa non è ancora molto evidente, ma lo diventerà presto;
8. le società occidentali, incapaci di sradicare il virus, non hanno ancora trovato un modo efficace di conviverci: la convivenza col virus comporta un cambiamento radicale di abitudini sociali e mette in crisi il modello consumista esagerato su cui si fondano le nostre economie del capitalismo incontrollato;
9. l’attuale risposta economica all’epidemia punta alla moltiplicazione del debito, per sfuggire al collasso immediato: ma questo pone un dilemma sempre più chiaro: o collasso dell’economia per pagare il debito o collasso del debito, cioè sua cancellazione o almeno sua sostanziale ri-contrattazione; ma ovviamente, quanto più cresce il debito, tanto più cresce la quota che dovrà essere cancellata perché la società possa sopravvivere.
10. la crisi, tutta occidentale, provocata dal Covid è gravissima, ma riguarda principalmente il nostro mondo; il Covid è la prova attraverso la quale emerge il predominio cinese sul mondo; ma il Covid non è la crisi più grave che il mondo deve affrontare, perché ce n’è un’altra, che è davvero planetaria.
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e adesso parliamo di questa emergenza, che farà sembrare l’epidemia da Covid una bazzeccola.

introduco l’argomento con queste due foto.
forse potrebbero persino bastare e potrei concludere il post qui, ma aggiungiamo ancora qualcosa.
entro 5 anni il contenuto di CO2 nell’atmosfera terrestre sarà ancora più alto del periodo più caldo degli ultimi 3,3 milioni di anni, quando eravamo nel Pliocene.
ce ne informa Elwyn de la Vega su “Scientific Reports”. in base agli studi su resti fossili depositati nel Mar dei Caraibi che mostrano quanto fosse alta allora la percentuale di CO2 nell’atmosfera: fra 380 e 420 parti per milione.
quest’anno abbiamo raggiunto le 418 ppm a giugno; erano 417 a maggio: il Covid non è servito a molto, nonostante tutto: le emissioni sono calate soltanto del 5%; avevamo superato le 400 ppm soltanto nel 2013 e per fermare l’aumento servirebbe una riduzione del 30% per almeno sei mesi.
perfino se smettessimo di colpo di emettere CO2 servirebbero migliaia di anni per ritornare ai livelli precedenti.
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il Pliocene durò da 5,3 a 2,5 milioni di anni fa, le temperature del pianeta erano 3-4 gradi più alte di oggi (e il sole era leggermente meno caldo di oggi) e il livello del mare 15-20 metri più su.
in Europa vivevano le giraffe, sulle coste dell’Antartide crescevano delle piante e la Groenlandia era totalmente libera dai ghiacci.
ma niente paura: gli antenati dell’uomo, a metà strada tra le scimmie antropomorfe e l’homo sapiens, esistevano anche allora; anzi, forse la linea evolutiva che potrò a noi nacque proprio da quell’ambiente e da quel clima.
ma a breve dovremo rivolgerci ad altri scenari, cioè alle temperature di 15 milioni di anni fa.
oramai l’aumento di temperature scientificamente prevedibile e imminente è pari a 4 gradi, almeno, se non di più.
perché siamo giunti palesemente al punto di svolta, dopo il quale le trasformazioni climatiche cominceranno ad avere una reazione a catena e sfuggiranno completamente ad ogni nostra anche vaga possibilità di controllo e forse persino di previsione: anche i nostri modelli climatici rischiano di saltare.
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oramai abbiamo bisogno più che altro di qualche improbabile colpo di fortuna. ecco perché chi vivrà fra qualche anno ricorderà l’epidemia di Covid come un episodio in fondo minore.

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