LETTERA AL MINISTRO DELL’INTERNO IN DIFESA DEI PASSEGGIATORI SOLITARI
Ci vuole rispetto. Se arriva una malattia bisogna
combattere la malattia e non usarla per le proprie mire di potere. Il
mondo non è solo di chi consuma e produce, il mondo è anche mio che di
notte voglio camminare nel mio paese, io cammino da solo e non posso sentire
qualcuno che per fare il suo dovere mi deve dire che devo tornare a casa. Casa
mia è la mia strada, è la mia piazza. Sono quasi tutte le case vuote del mio
paese, nessuno mi può impedire di andarle a salutare ogni sera, nessuno mi può
impedire di respirare la mia solitudine. E non accetto l’obiezione che se posso
farlo io allora lo fanno anche gli altri. Non l’accetto perché se pure
uscissero in molti non ci sarebbe mai assembramento. Non accetto
che un paese che ha subito la sventura dello spopolamento debba essere
considerato come il lungomare di Napoli.
Le
industrie devono produrre, va bene, l’economia non deve morire, va bene,
ma attenzione a non trasformare il mondo in una caserma. Per
favore non ci trattate da bambini. Se al mio paese è tutto chiuso, se sono
andati via quasi tutti, specialmente chi è rimasto, che senso ha mandare i
carabinieri a controllare il circo degli assenti?
Dateci
subito una regola chiara sul fatto che in un piccolo paese si può camminare da
soli e a qualsiasi ora. Comprate attrezzature mediche per fare vere cure
domiciliari. E portate rispetto per chi prova a stare in buona salute facendo
un po’ di movimento. È il principio
della medicina e deve essere conservato a maggior ragione in questo momento
dove se hai un infarto non puoi godere della migliore assistenza.
Piegatevi,
piegatevi a vedere i luoghi, provate a dare luce al buon senso e non al senso
comune, non approfittate dello spirito infantile che c’è in giro. In
un paese di cinquecento abitanti il coprifuoco è un oltraggio, non è una scelta
che difende la salute. Qualcuno mi dovrebbe spiegare che reato
commetto se oggi me ne vado a fare qualche fotografia a Lacedonia, dotato di
mascherina e senza avvicinarmi a nessuno. Ho diritto alla mia solitudine, ho
diritto a raccontare la solitudine dei paesi. Pretendo una risposta, netta e
chiara.
Franco Arminio, poeta e paesologo
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