Pubblichiamo una nota sull’intervento nel procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale in corso presso il Ministero dell’Ambiente e relativo ai progetti di due parchi eolici con opere connesse, da realizzarsi nei territori di Bitti, Nule, Benetutti e comuni limitrofi.
Con la presentazione delle Osservazioni
Italia Nostra Sardegna è intervenuta nel procedimento di Valutazione di Impatto
Ambientale in corso presso il Ministero dell’Ambiente e relativo ai progetti di
due parchi eolici con opere connesse, da realizzarsi nei territori di Bitti,
Nule, Benetutti e comuni limitrofi. Si tratta di due impianti di grossa taglia
(da 56 e 63 MW di potenza con pale che raggiungono 200 mt di altezza), che si
andrebbero ad aggiungere ad una miriade di altri già in produzione o in attesa
di autorizzazioni, tutti dislocati nella Barbagia di Bitti e nel Goceano.
Nelle Osservazioni sono state
evidenziate le molteplici criticità presenti negli elaborati di progetto. La
localizzazione degli impianti appare non sostenibile per gli impatti
paesaggistici e per le interferenze con le componenti abiotiche e biotiche
naturalistiche (in particolare l’avifauna) ed irrazionale si rivela l’ulteriore
adduzione di produzione energetica in un sistema elettrico al limite del
collasso per la proliferazione senza controllo di tali strutture. Come già
evidenziato dai Sindaci del Territorio e dalla comunità scientifica, è stata
eccepita l’incompatibilità dei parchi eolici con importanti progetti di interesse
internazionale, quali l’osservatorio “Einstein Telescope e il laboratorio
SARDAGRAV”, in corso di realizzazione nelle miniere di “Sos Ennattos” a Lula,
progetti questi ultimi che rappresentano un’occasione storica per il rilancio
del territorio.
I due impianti contestati da Italia
Nostra Sardegna andrebbero ad aggiungersi ad altri sei (attualmente a VIA) per
una potenza totale che supera gli 800 MW e ad oltre una sessantina di parchi
fotovoltaici disseminati in tutta la Sardegna. Se venissero autorizzati si
raggiungerebbe una potenza complessiva installata superiore ai 2mila MW, con
l’occupazione solo in parte di aree industriali e con la perdita di circa 3mila
ettari di terreni agricoli.
Nelle Osservazioni si richiamano i
contenuti della recente Sentenza (573/2020 del 23.10.2020) del TAR Sardegna,
nella quale si fa espresso riferimento ai vincoli imposti dalla Delibera della
Giunta Regionale del 7 agosto 2015 n. 40/11 (aree non idonee alla installazione
degli impianti eolici). La Sentenza accoglie inoltre la tesi di Ministero dei
BBCC e RAS, da sempre sostenuta da Italia Nostra, che l’area di rispetto dei
siti di interesse archeologico e di tutela dei Beni culturali debba estendersi
in rapporto al contesto territoriale e quindi non limitarsi ai 1.600 mt di distanza
dal singolo monumento come stabilito dalla D.G.R.
La Sentenza precisa infatti che
<<… il principio di massima diffusione delle fonti di energia
rinnovabili arretra quando sussistano, in concreto, importanti elementi di
natura paesaggistico-archeologica da preservare, ove la problematica, in
particolare, della tutela archeologica dei “beni di prossimità” assume valore
prevalente ed assorbente. Condizionando negativamente la realizzabilità del
progettato intervento di grande impatto sul territorio…>>. Nello
specifico gli impianti di Bitti e Nule sono ubicati in adiacenza di importanti
siti archeologici.
Oggi si assiste impotenti al tragico
ricorso storico dell’assalto incontrollato alle risorse naturali dell’Isola da
parte di imprenditori, facilitatori, speculatori, che grazie all’elargizione di
capitali pubblici realizzano ingenti profitti a danno di beni ambientali e
culturali. Corre l’obbligo dunque di interrogarsi su quale modello di
produzione energetica si vuole puntare, se lasciare campo libero alla
speculazione incontrollata o privilegiare comunità energetiche, autoproduzione,
autoconsumo; in altri termini scegliere tra sfruttamento capitalistico o
fruizione democratica delle fonti energetiche. Una dicotomia che trova
soluzione nella richiesta avanzata in questi giorni da parte di Italia Nostra
Sardegna, CIA, Cobas Cagliari e USB Sardegna al Ministero dell’Ambiente e alla
Regione Sardegna, affinché si sospendano i progetti in corso per la
realizzazione di grandi impianti di produzione da FER, si respingano le
proposte di ulteriore occupazione di suolo agricolo, si avvii una consultazione
con gli stakeholder per l’elaborazione di un Piano Strategico Generale
all’interno del quale inserire una coerente riformulazione del Piano Energetico
e Ambientale.
In tempestiva sintonia Italia Nostra
Nazionale ha a sua volta rivolto al Governo un appello a costituire
un tavolo di concertazione a livello nazionale per individuare le aree
compatibili con gli impianti di produzioni energetiche da FER, in modo da programmare
gli interventi ed evitare che da questa situazione di dissennata deregulation
si dia campo libero alla speculazione ed alle ecomafie.
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