Si intitola “La Vittoria di Pirro” (globalwitness.org/pyrrhic) il nuovo rapporto di Global Witness sul controverso progetto del gasdotto EastMed. Un’opera di vaste dimensioni, che partirà dalle riserve di gas naturale israeliane del bacino del Mar di Levante per poi andare verso Cipro, presso il Giacimento di Afrodite, Creta e terminare quindi in Grecia. Successivamente, dalla Grecia il gas raggiungerà l’Italia attraverso un ulteriore gasdotto, IGI Poseidon. Al costo di circa sei miliardi di euro, EastMed viene promosso come una alternativa al gas russo, visto che, ci raccontano gli addetti ai lavori, una volta iniziata la costruzione nell’arco di 7 anni dovrebbe soddisfare il 10 per cento del fabbisogno di gas naturale dell’Unione Europea.
Ma il
gasdotto, o meglio solo l’idea che possa essere realizzato, ha già generato
enormi tensioni tra Grecia e Cipro da un lato e Turchia dall’altro. Il nodo gordiano è la disputa
territoriale tra Ankara e Nicosia in merito alla sovranità sulle acque a largo
di Cipro, ricche di gas naturale, dove la Turchia ha intrapreso operazioni di
trivellazione, ritenute illegittime, dal 3 maggio 2019. Le trivellazioni
condotte da Ankara a largo delle coste di Cipro sono state oggetto di numerose
contestazioni da parte della comunità internazionale, soprattutto dopo che, lo
scorso 27 novembre, la Turchia aveva firmato un accordo con la Libia in merito
alla definizione dei confini marittimi.
Global
Witness spiega che il compito immediato che Cipro, la Grecia, la Turchia e
l’Unione europea si trovano ad affrontare è quello di ridurre l’escalation. Il
modo migliore per raggiungere questo obiettivo è che le parti si rendano conto
che il gas fossile per il quale stanno combattendo non farà che esacerbare gli
effetti dei cambiamenti climatici. Cipro, la Grecia e la Turchia non dovrebbero
produrre gas nel Mediterraneo orientale e dovrebbero impegnarsi, durante i
negoziati, a non permettere la perforazione, chiede a gran voce Global Witness.
Allo stesso
tempo, secondo l’organizzazione inglese l’Unione europea dovrebbe
rimuovere lo status di progetto di interesse comune prioritario per EastMed,
impedendogli di ricevere ulteriori sussidi, anche dalla Banca Europea per gli
Investimenti (la banca di sviluppo dell’Ue).
Nelle
conclusioni del rapporto, si sottolinea come l’Unione europea dovrebbe
garantire che anche altri gasdotti non ricevano “agevolazioni normative” e
denaro dei contribuenti. Se l’Ue deve raggiungere i suoi obiettivi climatici,
non può permettersi di costruire altri gasdotti come EastMed. La legge europea
– chiamata TEN-E – in base alla quale viene concesso il sostegno ai progetti di
gas è attualmente in fase di revisione da parte della Commissione europea. I
parametri di scelta dei progetti che possono entrare nella TEN-E dovrebbero
essere modificati per eliminare questo sostegno.
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