domenica 26 settembre 2021

Un pericoloso criminale - Chiara Sasso

 

 

AGGIORNAMENTO DEL 23 SETTEMBRE “È arrivato l’ordine di scarcerazione per Emilio che, per il momento, andrà agli arresti domiciliari (a Bussoleno, ndr). Una notizia di gioia per tutte e tutti…”. Ad annunciarlo è il movimento #NoTav. Il 29 settembre verrà discussa in tribunale la richiesta di sull’estradizione da parte della Francia

 

Non c’è niente che faccia più arrabbiare alcune mogli che il ritardo dei mariti a pranzo. Erano poco dopo le 12 di mercoledì 15 settembre a Bussoleno, paese di residenza di Emilio Scalzo, Valle di Susa. La mattinata stava vivendo quel clima tipico settembrino incerto, sospeso fra “sole nuvole”. E così che diventa anche il tempo di attesa di Marinella, “sospeso”, con la tavola apparecchiata e il cibo pronto. Dalla stradina l’unico rumore che arrivava è un flebile miagolio, un gatto, probabilmente finito in qualche buco, un anfratto non riusciva più ad uscire. Marinella decide di mettere fine a quel lamento e chiede a Emilio di intervenire e aiutare l’animale a uscire dalla trappola nella quale si è cacciato. Non poteva immaginare che in fondo alla strada si stava per aprire un’altra trappola. Due auto civetta e altre due volanti della polizia lo stavano aspettando. Ammanettato e caricato su una volante, Emilio sparisce nel nulla.

Marinella aspetta, telefona all’avvocato il quale è all’oscuro di tutto. Trascorrono un paio d’ore prima di venire a conoscenza di un mandato di arresto europeo con richiesta di estradizione in Francia. L’accusa: aver aggredito un gendarme francese durante una manifestazione per i migranti al confine fra Claviere e Monginevro. Il giorno dopo, il 16 settembre la convalida dell’arresto, Emilio viene trasferito al carcere delle Vallette di Torino. A fine mese, il 29 settembre ci sarà un’altra udienza per decidere sull’estradizione. La nuova misura cautelare in attesa del processo in Francia dovrà essere convalidata dalla Corte di Appello. L’avvocato Danilo Ghia esporrà la situazione del suo assistito (facendo riferimento a processi in corso ad ottobre, una situazione che si profila di fatto ostativa per una estradizione).

Marinella è abituata a tutto, anche vedersi arrivare Emilio senza scarpe perché ha lasciato le timberland a qualche migrante al quale servivano per tentare di attraversare il confine. Magari a pieni nudi ma tornava.

 

Emilio è molto conosciuto per aver trascorso tutta una vita di lavoro in piena rettitudine, pescivendolo ai mercati nei paesi della valle (leggi anche Emilio, di Livio Pepino). Conosciuto per la sua generosità per il suo altruismo e anche sì per il suo incontenibile naturale bisogno di allearsi con le persone più fragili e aiutarli, in questo caso i migranti. È notizia di giovedì 16 settembre che altri due migranti, afghani hanno rischiato la vita precipitando di notte nel lago artificiale nella diga di Rochemolles (Bardonecchia). Sono riusciti da soli a uscirne si sono trascinati fino a un rifugio, immediatamente soccorsi sono stati portati all’ospedale di Susa, un ragazzo di trentacinque anni è stato successivamente portato al Cto di Torino per emorragia celebrale. È una delle tante storie che ci sono su questi valichi alpini. Una di quelle storie dove Emilio non si sentiva di girarsi dall’altra parte.

Intanto in tutta la valle sono in molti a commentare l’arresto sbalorditi. La richiesta di estradizione richiama facilmente reati pesanti, nomi di malavitosi, mafia, traffici di droga. Da quando la notizia è diventa pubblica sono molti gli avvocati di Torino e non solo che si sono cercati in un tam tam per commentare. “L’estradizione del cittadino italiano verso l’estero è un caso limite perché sia la Costituzione che il codice penale la consentono soltanto se prevista da una convenzione internazionale. Ora il Mae, il Mandato di arresto europeo, sembra consentirlo ma è incredibile che venga utilizzato per reati simili…”.

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