Esistono numerosi trattamenti efficaci per le malattie respiratorie che
funzionano in parte rafforzando il sistema immunitario mettendo a disposizione
i componenti necessari e in parte combattendo i virus stessi. Il primo gruppo
comprende vitamine o aminoacidi, mentre altri comprendono farmaci antivirali
come ivermectina, budesonide, bromexina e altri. L’ivermectina in particolare
ha dimostrato la sua efficacia in India., ma anche se non di più in Africa: da
una parte abbiamo gli studi striminziti con 200 partecipanti che sono
apprezzati dall’industria farmaceutica e dai loro amici per la facilità di
ottenere il risultato che si vuole, dall’altro lato ci sono India e Africa, che
stanno dimostrando l’efficacia delle cure attraverso 2,7 miliardi di persone.
Ad esempio, stati indiani come l’Uttar Prahdesh, con una popolazione di 236
milioni di abitanti, hanno usato per un po’ di tempo l’ivermectina per la
profilassi e il trattamento precoce e non hanno avuto problemi, poi è stata
sospesa e i i casi sono aumentati, poi è stata reintegrata e i casi sono
immediatamente calati. Il piccolo stato del Tamil Nadu con una popolazione di
10 milioni di persone si è invece, affidato al remdesivir e ha avuto risultati
molto peggiori. I dettagli possono essere trovati qui. Nel complesso, l’India ha
effettuato studi sugli anticorpi all’inizio di luglio, da cui è emerso
che circa 952 milioni di persone che hanno acquisito l’immunità naturale
dall’infezione con un tasso di mortalità dello 0,045%, ben al di sotto di
quello dell’influenza. Insomma l’ivermectina ha avuto un grande successo.
La stessa
cosa è successa in Africa e in maniera ancora più clamorosa perché una certa
serie di stati si è affidata all’ivermectina mentre altri si sono fidati dei
vaccini occidentali con risultati clamorosamente differenti come si può
osservare dall’immagine all’inizio dove in beige ci sono i Paesi che non
hanno usato questo farmaco e in blu ci sono quelli che invece lo hanno fatto: i
diagrammi dei rispettivi colori dimostrano la clamorosa differenza in fatti di
morti. E qui sotto un’altrettanto clamorosa differenza nel numero dei
casi.
Il gruppo di paesi con uso di ivermectina comprende 31 stati con un totale
di 972,5 milioni di abitanti. I seguenti stati:
Angola, Benin, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana,
Ciad, Congo (Brazzaville), Congo (Kinshasa), Costa d’Avorio, Guinea
Equatoriale, Etiopia, Gabon, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Kenya, Liberia,
Malawi , Mali , Mozambico, Niger, Nigeria, Ruanda, Senegal, Sierra
Leone, Sud Sudan, Sudan, Tanzania, Togo, Uganda.
Il gruppo di paesi che non utilizzano l’ivermectina comprende 22 paesi con
357,3 milioni di abitanti: Algeria, Botswana, Capo Verde, Comore,
Egitto, Eritrea, Swaziland, Gambia, Lesotho, Libia, Madagascar, Mauritania,
Mauritius, Marocco, Namibia, São Tomé e Príncipe, Seychelles, Somalia,
Sudafrica, Tunisia, Zambia, Zimbabwe.
L’utilizzo
di questo farmaco è molto ampio in alcuni Paesi del continente per combattere
l’oncocercosi, un’infezione da nematodi, ma si è rivelata preziosa contro il
covid come attesta uno studio giapponese condotto dal professor Hisya
Tanioka. E’ sconvolgente vedere il continente considerato più arretrato
strabattere un occidente impazzito e istupidito che ha rifiutato qualsiasi idea
di cura perché si dovevano vendere i vaccini. Ricordate quando all’inizio della
Pandemia ci si chiedeva come avrebbero fatto i Paesi poveri a uscire dalla
tempesta? Adesso capiamo che dovevamo invece interrogarci sugli stati ricchi e
sulla degenerazione delle istituzioni.
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