Fino a non molti anni fa, l’Ambiente era considerato qualcosa di separato dalla nostra vita quotidiana. C’era chi lo brutalizzava e chi lo difendeva, ma l’atteggiamento prevalente partiva da una postura paternalistica, in cui noi, i “grandi Esseri Umani”, ci interessavamo o meno a questa cosa chiamata “ambiente”, perlopiù identificata con panda, barriere coralline, foresta amazzonica e orsi polari.
Oggi le cose
stanno cambiando. Grazie alla Teoria dei Sistemi, formalizzata alla fine
degli anni ’60 dal biologo Ludwig von Bertalanffy, scienza e
tecnologia hanno iniziato progressivamente ad abbandonare l’approccio
meccanicistico in auge fino agli anni ’50 iniziando a capire che in
natura tutto è collegato e connesso.
Biologia,
Ingegneria, Fisica, Economia, Geologia e Psicologia – tanto per fare un esempio
– oggi non sarebbero le stesse senza questo nuovo punto di vista. Ma che
significa ragionare in termini sistemici per chi vuole
contrastare la sesta estinzione di massa o l’Emergenza
Climatica?
Significa,
soprattutto nelle scelte che facciamo a tavola, considerare che ogni
elemento è in grado di avere un impatto sulla vita del pianeta. Ecco allora
che se è vitale eliminare o ridurre drasticamente quegli
elementi che direttamente e pesantemente incidono sui gas serra – come la carne –
è pur vero che tutto conta. Come sostiene la Teoria del
Caos, cugina della Teoria dei Sistemi, “il battito d’ali di
una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas”. Il che equivale a
dire che anche piccoli cambiamenti possono avere grandi conseguenze.
Questo ci
porta alla scelta del caffè che compriamo, che – a differenza
di quanto si pensa normalmente – ha un discreto impatto sul clima.
Prendiamo nello specifico le 2 tipologie più diffuse di caffè: l’Arabica e
la Robusta.
Se fate una
ricerca online scoprite che l’arabica è più dolce, e la robusta più amara,
anche perché contiene più caffeina. Quello che in pochi sanno però è che
mentre l’Arabica cresce in terreni collinari e montuosi, spesso
fino a 2.000 m s.l.m., e di solito in mezzo ad altri alberi, la robusta
è una coltivazione intensiva, gestita da macchinari a gasolio e ottenuta
spesso a spese delle foreste.
Se conosci
un po’ di Permacultura, o se sai quanto possa essere criminale
continuare ad abbattere alberi, capisci adesso qual è la grande
differenza tra Arabica e Robusta: la
prima è sostenibile e più salubre, perché cresce in sinergia con altri alberi e
permette poco uso di macchinari agricoli serralteranti; la seconda è meno
sostenibile (disbosca, consuma risorse fossili e crea parecchia CO2) ma anche
meno salubre, perché oltre a ricevere più trattamenti, contiene anche molta più
caffeina.
Quindi, per
concludere… Compra sempre caffè arabica bio equo e solidale! Perché
un buon caffè deve esserlo 3 volte: con l’ambiente, con
le persone e con le nostre cellule.
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