L’esecutivo italiano ha finalmente rivelato chi
saranno gli sponsor del summit milanese. In prima fila c’è proprio l’industria
fossile, rappresentata da Enel, Edison e A2A.
Sul sito del
ministero della Transizione ecologica non pare vi sia traccia dei contratti
stipulati con le tre aziende e rimangono pertanto sconosciuti i profili
economici degli accordi.
È chiaro però come i grandi inquinatori siano
riusciti ad accaparrarsi visibilità a suon di sponsor durante quello che sarà
uno dei più importanti eventi sul clima dell’anno.
Dentro e
fuori dal MiCo, il centro congressi che ospiterà gli eventi della COP, il logo
di Enel sarà onnipresente, nonostante il gruppo guidato da Francesco Starace abbia intenzione di realizzare due nuove
centrali a gas in territori già fortemente impattati dai suoi impianti a
carbone, come Brindisi e Civitavecchia.
Anche A2A
vorrebbe convertire a gas la centrale di Monfalcone, raddoppiandone la
capacità, mentre Edison è il promotore di un ennesimo mega gasdotto
(EastMed-Poseidon) che partirebbe da Cipro per arrivare fino in Puglia,
spianando così la strada allo sfruttamento degli enormi giacimenti nel
mediterraneo orientale.
Come se non bastasse, a gravare sulle tre società
ci sono anche le vicende giudiziarie. Lo scorso maggio, dopo otto
anni, si sono concluse le indagini preliminari relative alla centrale di
Monfalcone, di proprietà di A2A.
L’ipotesi di
reato, su cui a decidere sarà ora il GUP, è quella di disastro ambientale. Ad
aprile del 2020, con una sentenza definita storica, il Consiglio di Stato ha
condannato Edison ad avviare le bonifiche nell’area di Bussi (PE),
riconoscendone dunque la responsabilità per l’inquinamento in quella che è
diventata famosa come la discarica di veleni più grande d’Europa.
Proprio
in questi giorni, a Brindisi, si sta scrivendo l’ennesima pagina del processo
che vede coinvolta Enel nell’ambito dell’inchiesta sulle polveri di carbone
della centrale di Cerano.
Dopo che la
compagnia elettrica era stata condannata in primo e secondo grado, lo scorso
anno la Cassazione ha annullato la sentenza d’appello rinviando nuovamente il
processo alla Corte di Lecce.
Che il summit milanese rischi di trasformarsi in
una vetrina per il greenwashing lo
si deduce anche dal calendario degli eventi che si susseguiranno durante la
settimana. Saranno ben sei quelli organizzati da Enel, che spazieranno
dall’idrogeno alle infrastrutture fino ai progetti energetici in Africa.
Proprio
l’idrogeno sarà uno dei temi caldi della Pre-Cop, e su questo vertono molti
degli eventi in programma, tra cui anche uno di A2A ed una tavola rotonda
organizzata dal governo inglese, alla quale parteciperanno aziende e politici
italiani e britannici.
Da tempo, l’industria del gas da tempo spinge
l’idrogeno come (falsa) soluzione alla crisi climatica, quando in realtà il 99%
di quello che viene prodotto in Europa deriva proprio dal metano .
A guidare
quest’azione di lobby è l’Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile
(H2IT), di cui fa parte anche Eni, la quale organizzerà un evento dal titolo
“Hydrogen Everywhere”.
In teoria,
il Cane a sei zampe non potrebbe organizzare eventi durante la Pre-Cop a causa
della condanna per traffico illecito di rifiuti arrivata lo scorzo marzo dal
Tribunale di Potenza. In pratica, oltre a quella di H2IT, ci sarà anche
un’iniziativa promossa dalla Fondazione Eni Enrico Mattei.
Tra gli sponsor della Pre-Cop figura anche
UniCredit che, nonostante i passi in avanti fatti sul carbone, lo scorso anno
ha finanziato con 5 miliardi di euro le principali società attive
nell’espansione di petrolio e gas, come Total e la stess Eni.
Una nota a
parte la merita il nucleare, tornato alla ribalta dopo le dichiarazioni fatte
dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani qualche giorno fa.
Il ministero ha infatti concesso all’Agenzia Internazionale per l’Energia
Atomica di organizzare tre eventi durante la Pre-Cop, dove promuovere il
nucleare come energia sicura e pulita. Una scelta a dir poco inusuale, ma non
di certo casuale.
Tutti
elementi che denotano quella che sarà la postura dell’esecutivo italiano
nell’ambito dei prossimi negoziati. Già lo scorso marzo, ReCommon aveva
rilevato l’esistenza di una Cabina di regia interministeriale all’interno della
Farnesina in cui governo e industria fossile si riuniscono per concordare il
posizionamento italiano nell’ambito dei vertici internazionali sul clima.
L’asse tra Stato e multinazionali energetiche sembra essersi perfino
rinsaldato con il governo Draghi, ma sono sempre di più le persone determinate
a scuotere questo equilibrio in nome di un cambiamento reale e dal basso.
*Lista
completa degli sponsor: Enel, Edison, A2A, UniCredit, BPER, Snaitech, Alcantara
Articolo
pubblicato grazie alla collaborazione con Re:Common
da qui
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