Roberto Cingolani, fisico, ricercatore di fama internazionale, già
direttore scientifico dell’Istituto
italiano di tecnologia (IIT) di Genova (2005-2019) e poi responsabile
dell’innovazione tecnologica dell’azienda Leonardo (2019-2021),
dal febbraio 2021 è Ministro della
Transizione Ecologica.
Ha un compito fondamentale, salvaguardare l’ambiente del Bel
Paese e portare l’Italia, senza strappi, verso un nuovo
sistema economico-sociale che contribuisca efficacemente alla lotta ai cambiamenti
climatici.
Compito difficile, necessita di tutto l’aiuto disinteressato
possibile.
A patto che se
lo meriti, con i fatti.
Recentemente se
l’è presa con quegli “ambientalisti radical chic” contrari al
c.d. nucleare
di quarta generazione: “ambientalisti oltranzisti, ideologici: … sono
peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati, se non
facciamo qualcosa di sensato. Sono parte del problema”.
Esistono i radical chic,
esistono i nazi-vegani,
esistono i terrapiattisti,
se è per questo, L’A.N.E.V. è “l’associazione
… che vede riuniti circa 90 aziende che operano nel settore eolico e oltre
5.000 soggetti, tra cui produttori e operatori di energia elettrica e di
tecnologia, impiantisti, progettisti, studi ingegneristici e ambientali, trader
elettrici e sviluppatori” e contemporaneamente è associazione
di protezione ambientale riconosciuta (art. 13 della legge n.
349/1986), pur essendo svariate centrali eoliche degli scempi
ambientali di primaria categoria, così come esistono i cacciatori travestiti
da ambientalisti, perché si tratta di
“un modo nuovo per riscoprire e difendere la natura e per essere cacciatori
tutto l’anno”.
Esistono, poi, idioti e ignoranti da
ogni parte, financo nella classe politica.
Esistono tante cose, belle o brutte o così
così, ma al Ministro della Transizione Ecologica ben poco deve interessare.
Il problema oggi non è dichiararsi favorevoli o
contrari al c.d. nucleare di quarta generazione, tuttora (e da decenni) in fase
di ricerca. Se ne potrà parlare sensatamente fra vent’anni, forse.
Oggi l’energia nucleare ci ha regalato il problema del sito
dove depositare e custodire in sicurezza le scorie radioattive per
qualche migliaio di anni, problema che definitivamente non ha
ancora risolto nessuno Stato al mondo.
E sul nucleare odierno, se non dispiace, gli
italiani si sono già espressi con ben due referendum, nel 1987 e nel
2011.
Il problema oggi è rappresentato dagli
inquinamenti industriali, che ammazzano grandi e piccini, a
Taranto come a Portoscuso, come in troppe altre parti d’Italia.
Il problema oggi è rappresentato dall’abusivismo
edilizio, che massacra il territorio e favorisce le calamità
innaturali.
Il problema oggi è rappresentato dalla speculazione
energetica, che divora i suoli agricoli lucrando incentivi
di ogni genere per produrre energia (quando la produce) che spesso non serve a
nessuno e non si può ancora conservare.
Il problema oggi è rappresentato da più di 153
mila ettari di boschi, pascoli, campagne bruciati nel solo
2021 a causa di incendi
dolosi e colposi, anche a causa di scarsa prevenzione e ancor più scarsa
vigilanza sul territorio.
C’è l’imbarazzo della scelta per affrontare le tante
sfaccettature del problema odierno, quello che esiste
nella realtà quotidiana degli italiani, non quello delle polemiche di distrazione
di massa.
Il Ministro Cingolani affronti concretamente il problema attuale,
saremo al suo fianco.
In caso diverso, anche lui sarà parte del problema.
Stefano Deliperi, Gruppo
d’Intervento Giuridico odv
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