Lo stato kachin è una regione settentrionale di
Myanmar/Birmania. Due volte la Svizzera, meno
di 2 milioni di abitanti. Montagne himalaiane, fiumi solenni, distese vallate.
Risorse naturali in eccesso: legname pregiato (teak), giada, oppio, oro. Una
storia non placida: già retrovia dei nazionalisti cinesi di Chiang Kai-shek e
del suo Kuomingtang, fin dall’indipendenza della Birmania
(1948) conflitti armati delle forze locali indipendentiste contro il governo
centrale, popolazioni con culture, lingue e religioni diverse, profughi interni,
andirivieni continuo sul lungo confine con la Cina.
Un boccone prelibato
Un concentrato genuino di
geopolitica.
Le terre rare sono appetitose sostanze che fanno
gola ai dispositivi che deliziano la nostra vita tecnologica, microchip, laser,
energia solare, industria aerospaziale, militare …Un boccone prelibato. Hanno
però un difetto, si trovano solo confuse e avvinghiate ad altri metalli tanto
da richiedere enormi sbancamenti e lavorazioni molto elaborate, come si è
accennato in un precedente articolo intitolato Materia della rete –
rete della materia.
Dopo il
colpo di stato del primo febbraio il traffico di autocarri e tir al confine
cinese del Kachin si è molto intensificato. La Cina, tra i massimi produttori
di terre rare, ne sta riducendo l’esportazione, per porre un limite alle
devastazioni ambientali delle sue miniere e, soprattutto, per mettere in crisi l’impiego che ne fanno gli Usa
principalmente in campo militare [un F-35 ha bisogno di 417 chilogrammi di
terre rare]. Ne deriva che la supply chain – catena di
approvvigionamento mondiale di terre
rare entra in affanno.
Per le sue necessità la Cina da
diversi anni si rivolge a Myanmar che ne è un ottimo produttore.
Gli eserciti etnici contro Tatmadaw
Ma Myanmar è
in turbolenza. La feroce repressione della giunta militare non ha messo a
tacere le proteste, ha, in qualche modo, addirittura ravvicinato le posizioni
tra la maggior parte delle formazioni militari e politiche indipendentiste. Il
più importante esercito dello stato kachin [Kia] ha abbattuto il 4 maggio un elicottero del Tatmadaw, l’esercito birmano.
Uno dei
risultati del caos militare e politico è che nello stato kachin aumentano le già
fiorenti miniere illegali di terre rare, in una regione sfigurata da giganteschi scavi di
altre materie e dalla deforestazione per il legname prezioso.
Il “capitalismo del cessate il fuoco”
Per
concludere: nello stato kachin si ha una inequivocabile realizzazione dell’accumulazione per spoliazione attraverso la
manipolazione della crisi permanente di una regione di frontiera dotata di
risorse, schiacciata da appetiti di potenti apparati di potere (Cina, Myanmar,
Signori della guerra locali) e dalla storica disarticolazione sociale prodotta
dal colonialismo inglese. La globalizzazione del mercato ha aggravato una
condizione già segnata da quello che Kevin Woods definiva dieci anni fa
come capitalismo del cessate il
fuoco: accordi saltuari di tregua tra militari e leader ribelli per
spartirsi risorse e aree di influenza garantendosi reciproca impunità. Le
citate miniere illegali sono gestite o direttamente da emissari che fanno
riferimento alle aziende di stato cinesi o da milizie di frontiera
collaborazioniste con l’esercito birmano. La ripartizione dei profitti ne è
l’instabile architrave. Tutti i boss ci guadagnano.
Non ci
guadagnano le popolazioni che qualche volta al momento giusto riescono a
reagire. È dal 2011 che la grande diga Myitsone, voluta dalla Cina famelica di energia
elettrica, è stata bloccata dalle proteste popolari contro le evacuazioni di
moltissimi villaggi, contro la distruzione radicale di un ampio sistema
ecologico e, perché no?, contro la profanazione dell’anima idrica del paese, il
fiume Irrawaddy.
La ricomposizione degli interessi e
dei diritti è di là da venire.
Fonti:
“The Irrawaddy”, “S&P Global-Market
Intelligence”, “Tea Circle”, “The Rare Earth Observer”, “Asia Times Financial”, “Roskill”.
Approfondimenti:
D.
Harvey, The ‘new’ imperialism:
Accumulation by dispossession, Socialist Register, n. 40, 2004.
K.
Woods, Ceasefire Capitalism: Military–Private Partnerships, Resource
Concessions and Military – State Building in the Burma – China Borderlands,
“The Journal of Peasant Studies”, vol. 38, n. 4.
K. Dean e M.
Viirand, Multiple borders and
bordering processes in Kachin State, in A. Horstmann, M. Saxer, A. Rippa, Routledge Handbook of Asian Borderlands, Routledge,
2018.
R.
Einzenberger, Frontier capitalism and politics of dispossession in Myanmar: The case of the Mwetaung (Gullu Mual) nickel mine in Chin
State, “Austrian Journal of South-East Asian Studies”, vol. 11, n.
1.
da qui
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