La
principale fonte di energia elettrica in Spagna per il 2021 e’ stata
quella eolica. Per la prima dal 2013 volta Eolo ha sconfitto l’atomo e
gli idrocarburi.
In realta’ questo era gia’ successo nel 2013, ma quello fu un anno
particolare in cui una delle centrali nucleari del paese, Garoña nella citta’
di Burgos, venne fermata per manutenzione.
Da allora il vento ha fatto passi da gigante, e ci si aspetta che questo
continuera’ negli anni a venire, anzi ci si aspetta che il vento dominera’ lo
scenario energetico del paese per il futuro prossimo.
Tutto questo non nasce dal nulla, nasce invece da una forte programmazione
e da un vero intento politico, cosa completamente assente dall’agenda di
Draghi-Cingolani.
Il Programma Nazionale Integrato di Energia e Clima di Spagna, il
cosiddetto PNIEC, prevede il raddoppio dell’energia prodotta dalle turbine
eoliche entro 2030, mentre l’energia da fotovoltaico quadruplichera’.
Nel frattempo l’energia generata dal nucleare sara’ dimezzata. Restera’ invece
uguale quella prodotta dall’idroelettrico.
Questo e’ il programma ma ci si aspetta che tutti questi obiettivi saranno
raggiunti molto molto prima del 2030.
Il 2021 e’ stato un anno difficile per i costi energetici in tutto il
mondo. La Spagna pero’ ha potuto in parte attutire il colpo perche’ ha deciso
di generarsela per il piu’ possibile in casa. Quest’anno, in totale sole e
vento made in Espana hanno generato il 47% del fabbisogno nazionale secondo il gestore
della rete elettrica Red Eléctrica de España (REE).
Dieci anni fa le rinnovabili costituivano meno del 30% dell’elettricita’
consumata nel paese.
E non e’ sempre e solo questione di cambiamenti climatici o di nobili
ideali. In questo momento sono le rinnovabili che portano i maggiori ritorni
economici, specie perche’ i costi per installare impianti solari e/o eolici
sono bassissimi rispetto a qualsiasi altro tipo di infrastruttura. I costi
continueranno a calare come pure quelli per le batterie di stoccaggio.
Di
sotto un estratto dal rapporto annuale della Red Electrica Espana per il 2020. Il
rapporto per il 2021 uscira’ a Febbraio 2022, ma gia’ qui si puo’ vedere che la
produzione di energia da rinnovabili continua a crescere. Per esempio, in
Spagna siamo passati dal 38.9% del 2019 al 45.5% nel 2020…
E appunto, le stime per il 2021 sono di un ulteriore aumento al 47%.
E l’Italia?
Nei
primi 11 mesi del 2021 secondo dati di Qual Energia.it abbiamo usato un po’
meno del 37% di energia rinnovabile in Italia. Tutto il resto e’ stato
fossile.
Dunque: Spagna 47, Italia 37.
Considerato da dove eravamo partiti, siamo molto indietro.
E infatti eravamo partiti benissimo, specie con il solare, ma a un certo
punto abbiamo perso la strada. Colpa dei monopoli elettrici fossili? Colpa del
governo Renzi che ha tolto gli incentivi? Colpa di tutti gli altri politici?
Colpa della burocrazia? Degli italiani? Non so…
…Il risultato è che siamo fermi con le rinnovabili a cifre che restano
sotto il 40% del fabbisogno nazionale da anni. Per un’idea nel 2014 eravamo al
39%, oggi siamo un po sotto. Cioe’ non siamo cresciuti per niente.
E’ bene ricordare che l’obiettivo
di Draghi (e di Cingolani?) e’ di arrivare al 72% di rinnovabili nel 2030.
Ma davvero? Ma dove li trovano questi numeri? E con quale bacchetta magica
succedera’ tutto questo, visto che negli scorsi anni siamo cresciuti come le
formiche? E poi con l’accoppiata Cingolani e Franceschini che approvano
centrali a gas, trivelle, e che portano avanti inutili discussioni sul
nucleare, dove crediamo di andare in questa nazione?
Ma e’ cosi difficile sedersi e davvero per una volta essere ambiziosi e
volerlo?
Povera Italia.
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