È una piaga
sempre più diffusa in Africa quella delle fabbriche di neonati e
dei rapimenti di bambini, l’ultimo caso in Nigeria, dove la polizia ha scoperto
una clinica clandestina dove si trafficava in neonati.
Le fabbriche di neonati
Sono
chiamate così, fabbriche di neonati, quei luoghi di pura
disperazione sociale, dove giovani donne partoriscono in cambio di pochi denari
per poi cedere immediatamente i loro bambini al mercato nero
dei trafficanti.
Si tratta di
un traffico molto redditizio che prolifera in molti Stati del continente
africano in cui i corpi sono pura merce di scambio al pari di altre risorse.
Spesso sono l’unica cosa che hanno da vendere, specialmente donne (e bambini),
i più deboli come sempre, a chi ha la possibilità di comprare.
Una prima
sconvolgente inchiesta risale al 2014, quando un’indagine congiunta portata a
termine della polizia di Nigeria, Niger e Benin
portò a diversi arresti per rapimenti e traffico di neonati. Tra gli arrestati
ci furono una delle mogli di Hama Amadou, all’epoca presidente del
parlamento ed ex-primo ministro del Niger, e la moglie del ministro
all’agricoltura, Abdou Labo.
Purtroppo il
processo ha poi lasciato cadere tutte le accuse e la Corte giudicante si è
dichiarata incompetente per giudicare un caso del genere.
L’impunità in paesi dove regna un altissimo grado di corruzione è imbarazzante.
Un altro
caso è scoppiato grazie a un’inchiesta giornalistica della BBC che ha portato all’arresto di tre medici a
Nairobi, in Kenya, coinvolti in nuovo traffico di neonati, rubati a madri
vulnerabili, senza fissa dimora, che spesso vivevano per strada nella capitale
keniota.
I bambini
venivano portati via senza autorizzazione da cliniche clandestine e da un
ospedale pubblico di Nairobi per essere poi vendute a coppie
in Europa o Stati Uniti per soli 400 dollari.
Non esistono
statistiche ufficiali sul traffico di bambini nel Paese, ma la ONG Missing
Child Kenya parla di almeno almeno 600 bambini rapiti dai trafficanti
nell’arco degli ultimi 3 anni.
Uno degli
ultimi casi è avvenuto in Nigeria: la polizia dello
stato dell’Ogun, grazie alla segnalazione di una giovane
donna riuscita a scappare dalla banda di criminali che la teneva segregata, ha
smantellato l’ennesima rete di trafficanti.
In un
edificio situato nell’area di Mowe, gli agenti hanno trovato
una clinica ostetrica clandestina improvvisata, e liberato le dieci
persone presenti: quattro neonati e sei donne, quattro delle quali in stato
interessante.
Le giovani
venivano messe incinte da un membro della banda, come pratica abituale
nella clinica, e una volta nati i piccoli venivano venduti per
poco meno di 550 euro se maschio, 430 se femmina.
È il mercato
asimmetrico del nord del mondo con il sud: persone ricche che possono comprare
quello che vogliono e persone senza nulla, il cui unico valore commerciale è la propria
carne.
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