[Oggi che
l’occupazione israeliana dimostra ancora una volta agli occhi del mondo tutta
la sua violenza, giova ricordare la complicità dell’Unione Europea e di paesi
quali Grecia, Cipro e Italia con le autorità israeliane, in merito al loro
coinvolgimento nel progetto EastMed, un gasdotto che porterà sulle
coste del Salento il gas dei giacimenti al largo di Israele e Gaza.
Il 12 dicembre 2020 il governo italiano ha aderito all’ East Mediterranean
Gas Forum (Emgf), il braccio operativo del progetto EastMed con
status di organizzazione internazionale, che vanta il sostegno
della Commissione europea e della Banca Mondiale.
Riportiamo,
di seguito, alcuni testi tratti dal dossier del Collettivo
Gastivists contro la costruzione di questa ennesima infrastruttura di
supporto ad una potenza coloniale, impattante per i territori e i mari che
vuole attraversare, e votata a vincolarci ancora per anni a quell’economia
fossile che ci sta portando al disastro climatico.
Ricordiamo
infine che fra i Progetti di Interesse Comune dell’Unione Europea a favore
dello Stato di Israele, oltre all'EastMed vi è anche l’EuroAsia
Interconnector, un progetto infrastrutturale che prevede di collegare
le reti elettriche di Israele, Cipro e Grecia attraverso un cavo sottomarino di
1.208 km. L’infrastruttura sarà a servizio anche delle colonie israeliane nei
territori palestinesi occupati. Per approfondire il tema rimandiamo al dossier
del Palestinian
Human Rights Organizations Council. Ecor.Network.]
I gasdotti
alimentano il conflitto. Come il gas fossile sta accrescendo le tensioni nel
Mediterraneo Orientale. Il caso del gasdotto EastMed – Poseidon
In tutto il
mondo, l'industria dei combustibili fossili si sta aggrappando al gas fossile
come sua ancora di salvezza, sostenendo erroneamente che si tratti di una
"soluzione" per la crisi climatica e cercando di aumentare
rapidamente la costruzione di nuove infrastrutture di gas fossile. Come
l'industria del gas ha preso slancio negli ultimi decenni, così anche i
conflitti geopolitici intorno ai progetti sul gas.
Ciò avviene
dopo una lunga storia di conflitti petroliferi e di politiche neocoloniali
ed estrattiviste innescate dalla prospettiva della prospezione del petrolio e
del gas. I governi e le istituzioni intergovernative come l'Unione Europea
promuovono falsamente il gas fossile come fonte di energia pulita e come
soluzione per la sicurezza energetica e alcuni governi propongono
addirittura il gas fossile come soluzione per la pace nella regione.
Lo
sfruttamento dei giacimenti di gas non solo scatena e alimenta la
militarizzazione, ma minaccia la salute e il sostentamento delle comunità che
vivono vicino alle grandi opere e accelera il collasso climatico, che a sua
volta minaccia la sicurezza alimentare e la sicurezza abitativa e aumenta
il rischio di eventi eteorologici estremi e altri pericoli ancora. Questi
impatti danneggiano in modo sproporzionato le comunità di colore e le persone
che vivono nei Paesi del Sud.
Un esempio
pertinente e contemporaneo è l'Eastmed-Poseidon, la più recente grande opera
per il trasporto di gas sostenuta dall'UE e vero e proprio campo minato
geopolitico. È progettata per trasportare il gas fossile sotto le acque contese
tra Israele e Cipro all'Italia, passando per Cipro e la Grecia. La sua
destinazione finale è la rete del gas della stessa UE. Oltre ad essere - come
già detto - un campo minato geopolitico, sta alimentando la
militarizzazione, i conflitti e l'oppressione nell’area del Mediterraneo
orientale. Specialmente nel contesto della crisi sanitaria pubblica di Covid-19
e della recessione economica, questo progetto di gasdotto sarebbe uno sperpero
di denaro pubblico e di risorse politiche da parte dell'UE, in un momento in
cui quelle stesse risorse sono urgentemente necessarie altrove.
Il governo
israeliano è uno dei più entusiasti sostenitori del gasdotto Eastmed, in quanto
garantirebbe un mercato europeo di esportazione per le riserve di gas
israeliane. Nell'ultimo decennio ha sfruttato le riserve di gas sottomarine nel
Mediterraneo, investendo in un boom di infrastrutture per il gas (seguendo
l’andamento globale) e continuando al contempo una brutale occupazione e
oppressione dei territori palestinesi sia in terra che in mare.
Va notato
che ogni attività regionale si situa nel contesto di decenni di violazioni dei
diritti umani nei territori palestinesi occupati, che si sono ulteriormente
intensificate nel 2020 con il piano di annessione illegale di Israele. Uno dei
modi in cui Israele sopprime il diritto dei palestinesi alla loro terra e
all'autodeterminazione è attraverso il controllo delle risorse nei territori
palestinesi: il giacimento di gas marino di Gaza ne è un esempio patente.
Nonostante
sia di proprietà palestinese, il regime israeliano non permette alla Palestina
di sfruttare le sue riserve di gas al fine di ridurre il suo potere economico e
politico. A seguito delle pressioni del governo israeliano, aziende come la
Shell, che hanno licenze rilasciate dall'Autorità palestinese nelle acque al
largo di Gaza, hanno abbandonato le loro operazioni. Il sostegno
dell'UE ai gasdotti Eastmed e Poseidon dimostra la sua complicità alle
continue violazioni dei diritti umani del popolo palestinese da parte di
Israele. Legare la dipendenza energetica dell'UE a Israele legittima le
politiche del Paese e le sue azioni, come l'attuale annessione della Palestina,
e allo stesso tempo finanzia ulteriormente il governo israeliano.
Il dossier
completo è liberamente scaricabile dal portale della campagna Stop EastMed!
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