Ritornando dall’Africa, uno dei miei impegni prioritari è stato quello della ripubblicizzazione dell’acqua, perché vivendo nella baraccopoli di Korogocho (Nairobi) e andando tante volte al giorno con la tanica a comprarmi l’acqua, ne ho capito subito il valore e l’importanza, prevedendo che sarebbe diventata l’oro blu. Difatti, con il surriscaldamento del Pianeta, questo bene diventa sempre più scarso, sempre più appetibile e sempre meno accessibile ai poveri.
E’ inaccettabile che l’acqua sarà quotata in borsa a Wall Street: una merce
come il petrolio. E’ una notizia scioccante per noi, criminale perché ucciderà
soprattutto gli impoveriti nel mondo.
Secondo l’Onu già oggi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua
potabile e dai tre ai quattro miliardi ne dispongono in quantità insufficiente.
Per questo già oggi ben otto milioni all’anno di esseri umani muoiono per
malattie legate alla carenza di questo bene così prezioso.
Non dimentichiamoci che di tutta l’acqua che c’è sul Pianeta, solo il 3% è
potabile e di questo un terzo è direttamente utilizzabile dall’uomo per bere.
Il resto è usato dall’agribusiness e dall’industria.
E le previsioni per il 2025 sono drammatiche: due terzi della popolazione
mondiale affronterà scarsità d’acqua grazie a temperature sempre più infuocate,
a scioglimento dei ghiacciai, a deforestazione… E avremo così sempre meno acqua
potabile e a pagarne le conseguenze saranno milioni e milioni di impoveriti.
Ecco perché sono rimasto pietrificato alla notizia che il 7 dicembre scorso
l’acqua è diventata in California un ‘future’, un termine tecnico per dire che
l’oro blu è entrato nel mercato azionario e ora si può scommettere sul suo
valore futuro, come il petrolio e l’oro.
Il dado è tratto! L’Onu ha reagito subito affermando che non si può dare un
valore all’acqua come si fa con altri beni commerciali. Nel 2010 l’Onu aveva
affermato: «L’accesso all’acqua potabile e servizi igienico-sanitari sono tra i
diritti umani universali e fondamentali».
Papa Francesco cinque anni fa nella Laudato Si’ aveva già parlato
dell’acqua come «diritto alla vita» (un termine riservato in campo cattolico
all’aborto o all’eutanasia). L’acqua è Vita! Tutta la vita che c’è sul
Pianeta è nata dall’acqua: è la madre di tutta la vita. Come si fa a
privatizzare la Madre? Questa è una bestemmia!
E’ da questi principi che è partito il nostro impegno in difesa della
gestione pubblica dell’acqua che ci ha portato al Referendum (2011), quando 26
milioni di italiani hanno votato i due quesiti referendari: l’acqua deve uscire
dal mercato e non si può fare profitto su questo bene.
E’ l’opposto della direzione attuale del mercato: la Madre della vita
diventa merce. Purtroppo dopo dieci anni costellati da ben sette governi, la
decisione del popolo italiano non è mai stata tradotta in legge.
Trovo incredibile che i 5S (la loro prima stella è l’acqua pubblica!) non
siano riusciti a trasformare il Referendum in legge ,nonostante le
dichiarazioni del Presidente della Camera che legava la sua presidenza alla
ripubblicizzazione dell’acqua. Mi meraviglio anche del Pd, che come partito di
‘sinistra’, dovrebbe essere in prima linea in difesa dei beni comuni.
Davanti a questa criminale decisione di ‘quotare’ l’acqua in borsa, mi
appello al governo perché si affretti a ripubblicizzare l’acqua. Ne
basterebbero due miliardi da trarre dal Recovery Fund. Invece il governo ha
destinato 2.5 miliardi per infrastrutture idriche di adduzione per le reti
territoriali.
Il Sole 24 Ore afferma che questa è la «leva per portare le gestioni
idriche industriali nel Meridione». In poche parole i grandi colossi idrici del
centro-nord (Iren,A2A,Hera, Acea) gestirebbero le reti idriche del Sud, con i
soldi del Recovery Fund. Altro tradimento!
Ma i soldi del Recovery Fund dovrebbero essere usati anche per riparare i
300mila km di reti idriche che perdono il 50% dell’acqua. Questa è una delle
Grandi Opere da realizzare, non la Lione-Torino o il Ponte di Messina.
A questo punto sarebbe opportuno un incontro del Forum italiano dei
movimenti per l’acqua pubblica con i partiti al governo per discutere sia sulla
legge bloccata in Commissione Ambiente che la minaccia alle reti idriche del
Sud, nonché l’autorizzazione da parte del nostro governo all’incontro del
Consiglio Mondiale (la lobby delle multinazionali dell’acqua!) nel 2024 in
Italia.
Dobbiamo muoverci tutti perché azzerare il Referendum, sarebbe cancellare
la nostra stessa democrazia. Significherebbe che sovrano non è
più il popolo, ma sovrani sono i soldi. “Il denaro deve servire – ci ricorda
Papa Francesco- e non governare».
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