domenica 28 febbraio 2021

Emergency e Oxfam: lettera al governo sui vaccini


 

Il sistema di monopoli imposto dalle grandi case farmaceutiche, che detengono i brevetti dei vaccini anti-Covid approvati, rischia di avere un costo insostenibile per l’economia e la salute a livello mondiale.

Secondo le stime (1), la mancata vaccinazione della maggioranza della popolazione mondiale, quella dei paesi a basso reddito, potrebbe significare perdite per 9.300 miliardi di dollari, metà delle quali riguarderebbe anche i paesi ricchi, che pure sono in grado di raggiungere l’immunizzazione delle proprie popolazioni. Allo stesso tempo, una diffusione incontrollata del virus, aggravata dai ritardi nelle consegne delle dosi in molti paesi, rende probabile – come del resto sta già avvenendo – il rapido sviluppo di mutazioni, che potrebbe rendere obsoleti i vaccini esistenti e vanificare tutti gli sforzi messi in campo dai governi per fermare la pandemia: oltre 83 mila miliardi di dollari di denaro dei contribuenti, stanziato a livello globale per lo sviluppo dei vaccini (2).

Per scongiurare questi rischi, Oxfam ed EMERGENCY, membri della coalizione internazionale People’s Vaccine Alliance, inviano oggi una lettera-appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai Ministri degli Esteri, della Salute e dello Sviluppo economico.

 

La Presidenza italiana del G20 consente al Governo italiano di avere un ruolo chiave in sede europea e internazionale – a partire dalla prossima riunione del Consiglio dell’Organizzazione Mondiale del Commercio del 1° marzo – nel sostenere con decisione la sospensione delle regole che tutelano la proprietà intellettuale sui brevetti dei vaccini anti-Covid e la condivisione della tecnologia necessaria alla produzione in altri paesi, rendendo così possibile la definizione di un piano vaccinale realmente efficace e capace di raggiungere tutti, sia nei paesi più poveri che in Italia e in Europa.

“Solo consentendo produzione e vendita dei vaccini da parte di molti attori in un mercato competitivo, oltre che la loro disponibilità al pubblico al minor costo possibile, potremo scongiurare il peggio, prima che sia troppo tardi. – ha detto Sara Albiani, policy advisor sulla salute globale di Oxfam Italia – A questo scopo chiediamo al Governo di intervenire fin da subito affinché Reithera rinunci al brevetto del vaccino che ha sviluppato con l’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, grazie a finanziamenti del Governo e della Regione Lazio. Solo condividendo brevetti, know-how e tecnologie, si potrà infatti aumentare la produzione e rendere così il vaccino disponibile per il numero più ampio possibile di persone in Italia e nel mondo.”

 

I paesi in via di sviluppo come l’Uganda, costretti a pagare fino a 3 volte, per assicurarsi le dosi del vaccino AstraZeneca

Attualmente, al massimo della loro capacità produttiva, Pfizer, Moderna e AstraZeneca potrebbero garantire dosi sufficienti per appena 1/3 della popolazione mondiale e secondo analisi condotte dalla People’s Vaccine Alliance, nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, solo 1 cittadino su 10 può sperare di essere vaccinato nel 2021 attraverso lo strumento COVAX, destinato a rendere accessibili i vaccini nel sud del mondo. Meccanismo di cui le due organizzazioni firmatarie della lettera riconoscono l’importante valore solidale e di tutela della salute pubblica, ma che sembra essere del tutto inadeguato per coprire il reale fabbisogno di vaccini nei paesi poveri nei tempi brevi necessari.

“Lunedì 1 marzo, l’Organizzazione mondiale del commercio si riunirà per valutare la proposta avanzata da India e Sud Africa di sospendere temporaneamente i diritti sulla proprietà intellettuale dei vaccini contro il Covid-19. Tutti i paesi in via di sviluppo aspettano con il fiato sospeso una decisione fondamentale, l’unica che può garantire la speranza di contenere l’epidemia. – ha dichiarato Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY – Per questo, chiediamo che l’Italia e l’Unione Europea sostengano questa richiesta.  Se vogliamo lasciarci alle spalle la pandemia, tutti i paesi – anche quelli a basso reddito – devono essere messi in grado di ricevere i vaccini necessari a immunizzare la propria popolazione e per farlo si deve incrementare la produzione in tempi rapidi. Non è una questione di filantropia ma di tutela della salute pubblica e di giustizia.”

 

Nei fatti COVAX non potrà che garantire un numero limitato di dosi, a meno che non si aumenti la fornitura attraverso una più ampia capacità produttiva a livello globale, con una conseguente riduzione dei prezzi. Proprio il costo dei vaccini rappresenta un esempio dell’odiosa disuguaglianza di accesso ai vaccini che si registra oggi nel mondo, consentito anche dalle clausole di segretezza contenute nei contratti di acquisto, oltre che dalla facoltà lasciata a uno sparuto numero di grandi aziende farmaceutiche di decidere quali paesi potranno avere a disposizione il vaccino. Emblematico sul punto il caso dell’Uganda, che si è trovata a pagare 3 volte il prezzo di AstraZeneca, prodotto in India dal Serum Istitute, rispetto ai paesi europei. Secondo i dati a disposizione, l’Ue ha pagato il vaccino AstraZeneca meno di 2 euro per dose, mentre in Uganda lo stesso vaccino costerà circa 6 euro a dose: ciò significa che, includendo il trasporto, vaccinare una persona costerà all’Uganda 16 euro. I vaccini di Pfizer e Moderna sono invece molto più cari, al punto che l’Ue li ha pagati rispettivamente oltre 12 e 18 euro, e i paesi a basso reddito difficilmente potranno permetterseli.

https://www.pressenza.com/it/2021/02/emergency-e-oxfam-lettera-al-governo-sui-vaccini/

 

 

L’IMPEGNO DELL’ITALIA PER UN ACCESSO EQUO E GRATUITO AI VACCINI CONTRO IL COVID-19: LETTERA-APPELLO AL GOVERNO ITALIANO

Roma, 25/02/2021

On. Mario Draghi
Presidente del Consiglio
On. Roberto Speranza
Ministro della Salute
On. Luigi Di Maio
Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
On. Giancarlo Giorgetti
Ministro dello Sviluppo Economico

Cc: Antonio Funiciello, Capo di Gabinetto
Presidenza del Consiglio

Gentile Presidente del Consiglio, Gentili Ministri,

consapevoli dell’immane lavoro che questo Governo dovrà compiere per far fronte alla pandemia ancora in atto e alle conseguenti crisi sanitaria, sociale ed economica che ne sono scaturite, ci rivolgiamo a voi per sollecitare un’azione improntata al principio che considera il vaccino come un bene pubblico globale.

Il precedente Governo si è impegnato, nel quadro di negoziazioni europee, a garantire ai propri cittadini l’accesso gratuito ai vaccini sin qui approvati dalla competente autorità regolatoria europea. Tuttavia, in Italia come in altri Paesi europei la campagna vaccinale sta andando avanti con alcune interruzioni e difficoltà di programmazione a causa di improvvise interruzioni nelle forniture da parte delle case farmaceutiche produttrici dei vaccini. Situazione ancora più drammatica è vissuta in molti Paesi a medio e basso reddito, Paesi che Oxfam e EMERGENCY conoscono molto bene in virtù del lavoro svoltovi da decenni.

Entrambe le Organizzazioni sono membri della People’s Vaccine Alliance, che riunisce un grande numero di enti e attivisti, impegnati in una campagna per l’accesso equo e gratuito ai vaccini contro il Covid-19. La People’s Vaccine Alliance ha dimostrato che nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo solo un cittadino su dieci può sperare di essere vaccinato nel 2021 attraverso lo strumento COVAX, al quale l’Italia ha dato il suo supporto che riconosciamo come un’importante azione di solidarietà internazionale e tutela della salute globale. COVAX, però, sta distribuendo un numero limitato di vaccini e non potrà fare altrimenti a meno che non si verifichi un consistente aumento nella fornitura di vaccini che può ottenersi attraverso una più ampia capacità produttiva a livello globale ed una riduzione dei prezzi delle dosi.

Tale disuguaglianza globale rappresenta innanzitutto un drammatico fallimento morale, su cui le generazioni future ci giudicheranno, e che porterà a inutili sofferenze e perdite di vite umane che potrebbero invece essere salvate. Allo stesso tempo, è anche un errore in termini di sanità pubblica, perché da una pandemia globale si può uscire solo con strategie globali. Una diffusione incontrollata del virus in molti paesi rende probabile – come del resto sta già avvenendo – il rapido sviluppo di mutazioni, che potrebbero sfuggire agli anticorpi che generiamo con l’infezione o con la vaccinazione, rendendo obsoleti i vaccini esistenti e vanificando tutti i nostri sforzi per fermare la pandemia e far fronte alla crisi economiche che ne consegue.

Secondo uno studio commissionato dalla International Chamber of Commerce (ICC) Research Foundation, la mancata vaccinazione della maggior parte delle nazioni potrebbe causare perdite economiche pari a 9.300 miliardi di dollari, di cui quasi la metà verrebbe assorbita dai paesi ricchi anche se vaccinassero con successo le proprie popolazioni.

Come Vi è noto, la ragione principale della limitata disponibilità di vaccini sta nella ancora non sufficiente capacità di produzione da parte delle case farmaceutiche che producono i vaccini a fronte di un fabbisogno di eccezionale portata dovuto dalla pandemia in corso. Gli impianti attualmente attivi possono produrre una quantità di vaccini capace di coprire il fabbisogno di solo un terzo della popolazione mondiale. Ad oggi, nessuno dei 3 più grandi produttori di vaccini al mondo è impegnato nella produzione di vaccini contro il Covid-19, e uno di essi inizierà a produrne un numero limitato, su licenza Pfizer solo dall’estate.

L’altra ragione è legata ai prezzi dei vaccini. Per quanto non ufficialmente comunicati al pubblico a cause delle clausole di segretezza – da noi fortemente contestate – che caratterizzano i contratti di acquisto dei farmaci, le stime e le indiscrezioni rivelano che in alcuni casi sono molto elevati, soprattutto per i Paesi a medio e basso reddito.

Limitata capacità di produzione a livello globale e prezzi non sostenibili sono causati dal sistema di monopoli con cui operano le case farmaceutiche, che al momento, con brevetti esclusivi, non condividono tecnologia e know-how azzerando di fatto la possibilità di concorrenza nel mercato. Monopoli difficilmente sostenibili vista la crisi mondiale.

Sebbene iniziative quali la donazione di vaccini ai paesi in via di sviluppo per l’immunizzazione del personale sanitario o accordi di licenza tra i principali produttori di vaccini e altri produttori, in particolare nel Sud del mondo, siano ben accetti, non rappresentano un’alternativa sostenibile. Non stanno garantendo un aumento abbastanza rapido dell’offerta, continuano a lasciare nelle mani di un piccolo numero di aziende il potere su chi riceve i vaccini e quando, e hanno già portato i Paesi in via di sviluppo a pagare prezzi molto più alti per gli stessi vaccini rispetto a quelli pagati dai Paesi ad alto reddito.

Ci auguriamo che l’attuale Governo condivida queste nostre preoccupazioni e, nel solco di quanto già in diverse occasioni dichiarato dal precedente Governo, si adoperi in Italia e nei consessi internazionali per affermare con forza che il vaccino va considerato un bene pubblico globale.

In particolare, ci auguriamo che, cogliendo l’occasione di presiedere per la prima volta il G20 e approfittando della decisione europea di tenere in Italia il prossimo Global Health Summit, a questa dichiarazione di principio segua l’indicazione della strategia per la sua attuazione, che secondo noi non può che passare per una revisione delle regole che sottostanno al sistema di tutela della proprietà intellettuale.

Chiediamo quindi al nuovo Governo di:

  1. Riaffermare con forza il principio del vaccino come bene pubblico globale e di intraprendere azioni concrete per la sua realizzazione.
  2. Promuovere in seno all’UE e alle agenzie internazionali competenti (in particolare Organizzazione Mondiale della Sanità e Organizzazione Mondiale del Commercio) la sospensione delle regole che tutelano la proprietà intellettuale e la condivisione della tecnologia necessaria alla produzione dei vaccini contro il Covid-19. Gli strumenti per poterlo fare in tempi rapidi sono già disponibili, si pensi al Covid- Technology Access Pool (C-TAP) in seno all’OMS, o possono essere rapidamente approvati, come la rinuncia temporanea ai diritti di proprietà intellettuale proposto da India e Sud Africa in ambito WTO. Solo così, ponendo fine al monopolio dell’industria farmaceutica sui vaccini, chiunque, in ogni parte del mondo, potrà essere protetto il più rapidamente possibile. Questo approccio supererebbe i limiti che derivano dalle restrizioni della proprietà intellettuale, garantendo che i vaccini siano prodotti e venduti da molti attori in un mercato competitivo e resi disponibili al pubblico al minor costo possibile.
  3. Imparare dalle lezioni apprese dalla pandemia e condizionare in futuro i finanziamenti pubblici per la ricerca e sviluppo dei vaccini e per la loro produzione alla sospensione dei brevetti per le case farmaceutiche. I Governi hanno fornito miliardi di dollari di denaro dei contribuenti a sostegno delle aziende farmaceutiche per lo sviluppo e la produzione di vaccini. Secondo i dati raccolti dalla Fondazione kNUP i finanziamenti pubblici per la ricerca e lo sviluppo dei vaccini hanno superato nel corso del 2020 gli 83 miliardi di dollari. Eppure le stesse aziende che hanno beneficiato di finanziamenti pubblici hanno il controllo di dove e quanto i loro vaccini sono prodotti e quali paesi possono acquistarli. Ciò conferisce un enorme potere ad attori privati che sono guidati da interessi legati al profitto e non dalle esigenze di sanità pubblica e dai bisogni di salute globale.
  4. Agire fin da subito, affinché Reithera, che detiene il brevetto del vaccino sviluppato insieme all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” e finanziato dal Governo Italiano e dalla Regione Lazio, vi rinunci e accetti di condividere know-how e tecnologie per aumentare la produzione e rendere il vaccino disponibile per un numero più ampio possibile di persone in Italia e nel mondo.
  5. Sostenere le aziende italiane che hanno già pubblicamente espresso interesse a fare investimenti per adeguare i propri impianti alla produzione di vaccini Covid-19 già autorizzati dalle competenti autorità.

Confidando che le nostre richieste siano da Voi recepite e perseguite e augurandoci che il nostro Paese voglia farsi promotore di una soluzione inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti per questa sfida senza precedenti per l’umanità, restiamo disponibili per un confronto nel merito e desiderosi di conoscere l’azione che il Governo intende promuovere.

Con i nostri migliori saluti,
Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia
Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY

da qui

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