Non hanno l’ambizione di rivaleggiare coi droni, coi satelliti della comunicazione messi in orbita, con la rete del NET o tanto meno con gli aquiloni. I colombi o i piccioni, dall’arca di Noè in poi, sono stati fedeli alla missione loro affidata. Nel loro piccolo i piccioni viaggiatori hanno dato buona prova di loro, da millenni, nella storia civile e militare del mondo.
Utilizzati per portare messaggi fino a mille kilometri di distanza in un
giorno, andata e ritorno, hanno talvolta cambiato le sorti delle battaglie.
Altre volte, a loro insaputa, hanno saputo giocare brutti tiri alle diplomazie
con falsi messaggi presi per veri. La colombofilia, l’amicizia coi colombi, ha
trovato nel Senegal, in Africa occidentale, una nuova generazione di giovani
che si è lanciata nell’allevamento dei piccioni viaggiatori.
Tanto che essi, con malcelata fierezza, vorrebbero rivaleggiare con i più
quotati campioni piccioni europei, belgi e francesi in particolare. E’ l’Agence
France Presse, AFP, a dare la notizia di agenzia in poche e laconiche righe del
dispaccio. La colombofilia, nuova passione dei giovani senegalesi, così sentenzia
il messaggio. Nel Sahel è presi come a tenaglia tra la Covid che impedisce alle
poste di funzionare correttamente, una guerra condotta da armi ogni volta più
sofisticate e l’azione di dissuasione di mercenari o militari a servizio delle
geopolitiche del potere.
L’idea di rilanciare, allevare e usare i colombi viaggiatori appare dunque
poco meno che provvidenziale. La diffusione a scala nazionale, regionale e
continentale potrebbe rappresentare una lusinghiera alternativa alla guerra
totale che così tanto ha marcato gli altri continenti e l’Africa.
Già, l’Africa è il continente che in questi ultimi cinquant’anni ha
conosciuto il numero più elevato di guerre, con un bilancio che viene stimato a
oltre 10 milioni di morti. Il nostro Sahel, a modo suo, contribuisce ad
arricchire il numero di conflitti armati e il consueto retaggio di sfollati,
profughi e infine migranti ‘economici’ a sfidare le frontiere. Taluni dicono
che la colpa è loro. Le frontiere della colonizzazione o la colonizzazione
delle frontiere.
Etniche, inventate, costruite, reali, manipolate, economiche, militari,
occasionali, esterne, interne, progressive, di religione, di culture e di
classe. Ad ogni continente le frontiere che si merita o che altri hanno deciso
meritasse. Le guerre passano dalle frontiere per giustificarsi e allora capiamo
come i piccioni viaggiatori, volando, rendono le frontiere un mero oggetto
paesaggistico.
L’allevamento di colombe e piccioni potrebbe rappresentare un serio passo
in avanti per la costruzione di una pace durabile ‘oltre’, o meglio, ‘sopra’ le
frontiere. I piccioni viaggiatori, invece di pallottole o mine antipersona,
potrebbero trasportare SMS di pace, concordia, fratellanza e soprattutto
giustizia. L’introduzione mirata e capillare di questi nobili uccelli
rappresenterebbe un passo in avanti, forse decisivo per ricreare spazi di
diplomazia alla portata dei cittadini più consapevoli e responsabili.
Immaginiamo l’edificio delle Poste Centrali di Niamey, che già ospita
migliaia di caselle postali, facilmente trasformabili in piccionaie numerate
secondo le classi di età e il sesso dei colombi. Il nuovo hotel a cinque stelle
della capitale, il Radisson Blu, il nuovo grattacielo del Ministero delle
Finanze e altri simili palazzi, sarebbero l’ideale per favorire l’insediamento
di colonie di colombe della pace. Senza contare le prossime elezioni.
Tutto più facile affidare loro la pubblicità elettorale, con fiocchi
colorati secondo i partiti governativi e di opposizione senza distinzione di
numero. Persino le elezioni sarebbero facilitate. Perché spostarsi presso i
seggi elettorali, fare la coda, rischiare di sbagliarsi di scheda, rincorrere i
candidati e i loro doni monetari, quando coi piccioni viaggiatori il voto
sarebbe democraticamente lasciato alla valutazione oculata delle colombe. Solo
i canditati sinceramente interessati a creare condizioni di pace godrebbero il
favore dei volatili.
Nelle capitali del Sahel non solo gli hotel o i palazzi sarebbero luoghi di
allevamento ma soprattutto le case comuni. Ognuna i suoi piccioni viaggiatori
che porterebbero in giro, senza distinzione alcuna, messaggi restauratori di
fiducia e di nuovi legami basati sulla verità delle parole. La nuova compagnia
delle colombe avrebbe il suo statuto ed escluderebbe ogni tipo di lucro. La
gratuità sarebbe l’unica condizione ammessa per la federazione degli allevatori
di piccioni. La priorità di volo si darebbe ai bambini portati dalle cicogne.
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