Molte persone di tutte le età adorano andare in bicicletta per lavoro o per esercizio o semplicemente per divertirsi; di solito hanno le loro biciclette, ma possono anche noleggiarne una per un giorno o per poche ore.
Quando ero un bambino di dieci anni non avevo una bici tutta mia, quindi
avrei noleggiato una bicicletta per un’ora, con un importo insignificante anche
per quei tempi. Vedendo quel desiderio, mio padre mi ha regalato una nuova
bicicletta per il compleanno. Che bel regalo! Col nuovo dono pedalavo per
lunghe ore, svolgevo compiti vari per la casa, incluso l’acquisto di verdure.
Quando la scuola ha riaperto, la bici era il mezzo per andare a lezione, con
mia sorella minore seduta dietro.
Qualche anno fa, a Osaka in Giappone, ho notato una situazione molto
insolita per quanto riguarda il ciclismo: fuori dai negozi, dai ristoranti o da
altri luoghi pubblici, si possono vedere delle biciclette parcheggiate; se hai
bisogno di andare da qualche parte, prendi una bicicletta parcheggiata, vai
dove vuoi e poi la lasci. Nessuna spesa, nessuna registrazione. Vedendo
quell’insolito sistema ho chiesto a una persona del posto:
«Supponiamo
che qualcuno pedali verso casa sua e non riesca a restituire la
bicicletta parcheggiata?»
La risposta
fu:
«Questo
non succede. I giapponesi sono onesti».
In India, in genere i ricchi viaggiano in auto o in taxi, i poveri usano le
loro biciclette. A volte si viene a sapere di incidenti o di talenti insoliti
del ciclismo. Recentemente è stato riferito che un Tamil di 73
anni, Pandian, ha pedalato da Chennai a casa sua, nel villaggio di Tirunelveli.
Quanto tempo gli ci è voluto per arrivare nel suo villaggio a circa 800 km di
distanza? Solo una settimana!
Qualche giorno fa, una ragazza di 15 anni, Roshni, ha ottenuto il voto di
98,5 su 100 agli esami della decima classe all’MP Board, assicurandosi l’ottavo
grado generale. Ma ciò che è stato sorprendente è che pedalava per 12 km dal
suo villaggio alla scuola, andata e ritorno: 24 km ogni giorno.
Nel maggio di quest’anno, quando la pandemia era al culmine, la stampa e
i social media hanno riportato una straordinaria prodezza
ciclistica: un’altra ragazza quindicenne si è distinta per la sua
determinazione e la sua grinta. Jyoti Kumari ha pedalato per circa 1.200 km con
suo padre seduto dietro di lei sul seggiolino posteriore. Suo padre era malato
e aveva perso il lavoro. La coraggiosa ragazza decise di percorrere l’arduo
viaggio da Gurgaon – vicino a Delhi – al suo villaggio nel Bihar con suo padre
Mohan Paswan seduto dietro di lei. Il viaggio è durato circa una settimana;
alcuni camionisti di tanto in tanto davano un passaggio al duo figlia-padre e
alla loro bibicletta. Sul ciglio della strada alcuni Samaritani offrivano loro
del cibo gratuito, aiutando Jyoti e suo padre a sopravvivere all’incredibile
viaggio.
La ragazza ha ricevuto varie offerte (anche dalla Cycling Federation of
India [Federazione Ciclistica dell’India, NdR], per lavorare come
apprendista, ma Jyoti ha rifiutato dicendo che le piacerebbe completare prima i
suoi studi (ora in Bihar).
In precedenza, le lettere erano il mezzo principale per comunicare con gli
altri o addirittura per inviare denaro tramite quello che veniva chiamato
vaglia postale. Chi recapitava quelle lettere o i soldi? Un postino in sella
alla sua bicicletta. Il suo arrivo a casa era atteso con speranza, e ogni tanto
si cementava la relazione scambiando qualche parola col portalettere.
Per tutti gli esempi indicati, una bicicletta non è stata solo un mezzo di
trasporto, ma anche uno strumento educativo, per aiutare il padre malato e per
ricevere una lettera o del denaro. Gli smartphone o WhatsApp
possono offrire questi vantaggi? Le persone che promuovono la digitalizzazione
o l’online banking non sarebbero d’accordo. Ma io resto
col mio amore per la bicicletta.
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