Il COVID-19, il virus che nella storia
della virologia ha determinato i più grandi sconvolgimenti politici e clamorosi
dietrofront. Chi avrebbe mai immaginato lo sbarco in Italia di medici neri
cubani giunti per soccorrerci mentre gente in fuga dal ricco nord verso il sud
cercando la salvezza dal virus mortifero nella speranza di essere accolti,
memori delle teorie di chiusura di porti e aeroporti per chi fugge da emergenze
ambientali e politiche.
Sarà colpa della sorte, ma l’area del
mondo con il più alto tasso di casi e di decessi per covid è nell’opulento
occidente, nella ricca Lombardia: simbolo per eccellenza della privatizzazione
della Sanità pubblica. Senza entrare in merito a questioni demografiche, all’inquinamento
ambientale che rende più vulnerabile la salute, per non parlare dei
condizionamenti della Confindustria su regione e governo, è tempo di bilanci e
di assunzioni di responsabilità.
Il covid è il banco di prova di quanto
in questi anni siano stati sbagliati e letali i tagli al sistema sanitario
pubblico. Il controllo della nuova emergenza è una questione di organizzazione
e di costi, ma per chi ha fatto della Salute solo fonte di profitto, gestire
l’epidemia non conviene.
L’alto prezzo pagato con la vita da
parte dei medici di base, del personale ospedaliero e dei malati covid
“segregati” in strutture non adeguate come le RSA, è un forte segno del
disinteresse, per ragioni di profitto, della Sanità privata e dell’inefficienza
di un sistema sanitario pubblico sempre più declassato, smantellato e non più
in grado di assolvere ai suoi compiti: quello di garantire le cure per tutti al
di là degli interessi economici. E’ tempo di bilanci sul fallimento di queste
politiche neoliberiste adottate da tutte le forze politiche che si sono
alternate nei governi e nelle regioni sino ad oggi.
E’ tempo di assunzioni di responsabilità
da parte della Lega e del centro destra che governa la Lombardia, ma anche del
centro sinistra e del M5S che governano a Roma. Poco importa il patetico ping
pong di scarico delle responsabilità tra il premier Conte e il
presidente Fontana, oggi l’uno contro l’altro e ieri alleati in stretta
sintonia nel governare l’Italia. E’ per questa trasversalità politica che la
richiesta del commissariamento della sanità lombarda, oggi sotto la Lega, non
deve assolvere dalle responsabilità le altre parti politiche.
La nomina di un commissario da acta,
richiesto dal “gruppo Milano 2030” di cui fanno parte associazioni e partiti di
sinistra, rischia di colpire in modo mirato la Lega di Fontana e di assolvere
altre parti politiche che hanno avuto responsabilità, altrettanto decisive, su
covid e sulla gestione globale della sanità in Italia in questi anni.
Il fallimento della gestione Covid trova
le sue ragioni nella privatizzazione del sistema sanitario pubblico di cui
tutti sono responsabili, benché nelle acque torbide della politica, anche in
Sardegna, consiglieri regionali del centro sinistra e del M5S, con nove
parlamentari del M5S hanno proposto le dimissioni immediate dell’assessore
leghista della Sanità e un commissario per l’emergenza Covid.
Un assessore leghista sovrapponibile per
l’operato e per gli intenti politici al suo predecessore del PD, a cui dobbiamo
tagli radicali ai servizi territoriali e agli ospedali pubblici di ogni ordine
e grado. Non esente da queste logiche è l’allora ministra della Salute Grillo
del M5S, che nella lettera di risposta ad un documento sulla situazione
sanitaria in Sardegna, della Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, fece una sola
precisazione: “quella di non demonizzare la privatizzazione della sanità”,
confermata dal palese sostegno al Mater Olbia.
Nella “richiesta di un cambiamento
strutturale” non si occultano né si dimenticano le responsabilità di nessuno. Dietro
ogni assessore c’è una maggioranza che gli impone le linee guida, ma ancora una
volta, nel gioco delle parti, si cerca la vittima sacrificale per non mettere
in discussione l’intero sistema.
Chi commissaria chi? E’ il governo
PD-M5S che nominerebbe un suo commissario per l’assessorato sardo. Un fedele
gattopardismo: “tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”. E’
l’ennesimo inganno per l’aspirazione popolare ad un reale cambiamento del
sistema sanitario.
L’unico commissariamento politico utile
nelle istituzioni è quello popolare. Il controllo e la partecipazione
democratica dal basso, alle scelte politiche e amministrative a partire dai
comuni e dalle regioni.
Nessun commento:
Posta un commento