(da Remocontro)
Papa ecologista
presidente forcaiolo
Tre settimane di Sinodo,
riflessione voluta da papa Francesco, da domenica prossima, sul futuro della
Chiesa cattolica in una regione ampia e complessa come l’Amazzonia che sta
rapidamente perdendo fedeli a vantaggio delle congregazioni pentecostali, come
annota Tom Phillips, su The Guardian. Questioni di chiesa: tra le decisioni
controverse che saranno discusse, la possibilità di essere ordinati sacerdoti
per gli uomini sposati più anziani, e l’accelerazione della formazione di preti
indigeni. Poi, indirettamente ma con forza prevalente, il peso politico della
iniziativa del papa argentino ecologista e il presidente brasiliano Jair
Bolsonaro, di estrema destra e su posizioni scettiche riguardo l’emergenza
climatica.
‘Focus ecologista’ ed è
scontro
«Il focus ecologista del
raduno ha scatenato una tempesta politica in Brasile, che controlla il 60 per
cento circa della regione amazzonica e da gennaio è governato da
un’amministrazione di estrema destra che ha smantellato le normative per la
protezione dell’ambiente e ha assistito a un drammatico aumento della
deforestazione», sottolinea Phillips, ripreso da Internazionale. E Bolsonaro di
muove da fascista qual’è e non si nasconde. «Sembra che i servizi segreti
brasiliani (Abin) siano stati mobilitati in almeno quattro città amazzoniche
per tenere d’occhio i religiosi coinvolti nel sinodo».
‘Neutralizzare’ il
Sinodo?
«Siamo preoccupati e
vogliamo neutralizzare questa cosa», ha dichiarato il generale Augusto Heleno,
ministro per la sicurezza istituzionale di Bolsonaro, in un’intervista al
quotidiano O Estado de São Paulo lo scorso febbraio. ‘Neutralizzare’ come?
Neutralizzare da generale di antica vicinanza golpista e neutralizzate politico
di ministro? Secondo il quotidiano brasiliano e The Guardian, il governo di
Bolsonaro teme il “programma di sinistra” del sinodo e il ‘possibile’ (certo)
imbarazzo il Brasile agli occhi del mondo. Già Papa Francesco aveva criticato
«la mentalità cieca e distruttiva di chi devasta la foresta pluviale».
Generali minacciosi e
comando
Secondo un altro
generale brasiliano, Eduardo Villas Bôas, il sinodo “di sicuro sfruttato dagli
ambientalisti” e ha giurato che il Brasile non avrebbe tollerato ‘interferenze’
straniere nei suoi affari interni. Il Vaticano ‘potenza straniera’? «Bolsonaro,
che in teoria è cattolico, si è schierato con i settori più conservatori della
chiesa pentecostale brasiliana, e ha fatto ben poco per nascondere la sua
disapprovazione». Anzi. Anche Bolsonaro invoca la Madonna, come altri
politicamente vicini in Italia. «Il Brasile è la Vergine sulla quale tutti i
pervertiti stranieri vogliono mettere le mani», ha detto Bolsonaro ai
giornalisti. I vescovi brasiliani, in partenza per Roma, cercano di
minimizzare, ma le tensioni sono alte.
BolsoNERO e incendi
ammazzonici
Il realtà le tensioni si
sono fatte sempre più forti a seguito dello sdegno internazionale per gli
incendi in Amazzonia. Su una rivista, il presidente brasiliano è stato
ribattezzato “BolsoNERO”. E ad agosto i vescovi brasiliani avevano condannato
il modo in cui venivano trattati in una lettera aperta in cui si leggeva:
«Proviamo immenso rammarico per il fatto che oggi, invece di sostenerci e
incoraggiarci, i nostri leader ci abbiano criminalizzati come nemici della
patria». Nessun riferimento diretto a Bolsonaro, ma la condanna alla
«Distruzione senza scrupoli della foresta, che sta uccidendo una flora e una
fauna antichissime con incendi appiccati da criminali».
L’apocalisse amazzonica
Esplicito con il
Guardian, Erwin Kräutler, ex vescovo della regine amazzonica di Xingu, che ha
definito gli incendi di quest’anno «una vera apocalisse di cui Bolsonaro era
responsabile». Dura reazione dei sostenitori del presidente. In una serie di
video, il blogger bolsonarista Bernardo Küster ha descritto i vescovi diretti
al sinodo come invadenti ‘teologi della liberazione’ schierati con importanti
personaggi brasiliani di sinistra come l’ex presidente Luiz Inácio Lula da
Silva. E il documento preparatorio del sinodo, Instrumentum laboris, «una disastrosa
raccolta di robaccia eco-teologista», ha aggiunto Küster.
Ma il vero nemico è
altrove
Dalla ‘Red eclesial pan
amazónica’ (Repam), il gruppo responsabile della redazione di quel documento,
la replica: «Non siamo noi il nemico, ma le strutture oppressive e le
ineguaglianze nella regione amazzonica». Allarme per l’aumento della
deforestazione e per le difficoltà delle popolazioni indigene. Per Joaquín
Humberto Pinzón, vescovo della regione amazzonica della Colombia, gli attacchi
contro il sinodo sono espressione di potenti attori politici ed economici
contro la consapevolezza sull’importanza ecologica dell’Amazzonia. «Non sono
d’accordo, politici, uomini d’affari, proprietari delle grandi compagnie
minerarie».
Un mondo senza modelli
Il vescovo Adolfo Zon,
diocesi amazzonica di Alto Solimões, dà prova di religiosa diplomazia non
menzionando nemmeno una volta Bolsonaro. «Il sinodo è un atto politico, ma con
la “p” maiuscola. Non è di parte. La chiesa non è contro nessuno. È contro
l’ingiustizia». E non è affermazione da poco. Critica politica che va oltre il
Brasile che neppure cita. «Non venitemi a dire che gli Stati Uniti sono un
modello, e lo stesso vale per il Regno Unito», ha detto Zon. «Spero che le cose
cambino, perché oggi, per quel poco che so di storia, a me pare di essere di
nuovo negli anni venti, che hanno preparato l’arrivo del fascismo».
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