Secondo
il Rapporto 2019 sulla qualità dell’aria dell’Agenzia
Europea dell’Ambiente (E.P.A.), l’aria che respiriamo nel
Vecchio Continente è tutt’altro che limpida e pulita.
La
situazione è molto grave e per l’Italia non è migliorata rispetto al 2018.
Nel 2019 ha
raggiunto il primato europeo per morti
premature a causa dell’inquinamento da biossido di azoto (NO2): il biossido di azoto si forma in massima
parte in atmosfera per ossidazione del monossido (NO), inquinante principale
che si forma nei processi di combustione. Le emissioni da fonti
antropiche derivano sia da processi di combustione (centrali termoelettriche,
riscaldamento, traffico), che da processi produttivi senza combustione
(produzione di acido nitrico, fertilizzanti azotati, ecc.).
L’Italia
è al primo posto in Europa per morti premature dovute a biossido di
azoto (14.600 decessi) e ozono (3mila) e al secondo posto per le vittime del
particolato fine PM2,5 (58.600).
automobili e
smog (foto da stadio24.com)
Nella Pianura
Padana, la camera a gas d’Italia dove vivono
23 milioni di persone (il 43% della popolazione nazionale), “due milioni di
italiani vivono in aree … dove i limiti imposti dall’Unione Europea ai tre
principali inquinanti sono sistematicamente violati”. Padova,
certo non una metropoli, si distingue per il primato di
inquinamento da PM2,5 e PM10.
L’ Organizzazione
Mondiale della Sanità (O.M.S.) ha rincarato la dose.
Il Rapporto
presentato in occasione della prima Conferenza Globale sull’inquinamento
dell’aria e la salute ha afferma che quotidianamente più del
90% dei bambini e ragazzi sotto i 15 anni nel mondo respira aria
inquinata. Ciò è causa di 600 mila morti infantili dovute allo smog respirato
in casa e fuori.
L’Italia fa
parte dei paesi con la qualità dell’aria peggiore, tanto che il 98% dei bambini
è esposto a livelli troppo alti di polveri ultrasottili.
Il rapporto
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) 2018 aveva già rivelato dati piuttosto
drammatici.
Di fatto,
Il 90% della popolazione mondiale respira aria
inquinata.
Si stimano
ben 7 milioni di decessi dovuti, direttamente o indirettamente,
all’inquinamento atmosferico, dati costanti negli ultimi anni.
E chi si
affida alle condizioni ambientali locali, dovrà ricredersi: Cagliari, città di
mare dominata dai venti, è ai primi posti in Italia per inquinamento dell’aria
da polveri sottili e conseguenti decessi, come risulta dalla ricerca Ambient Particulate Air Pollution and Daily Mortality
in 652 Cities, pubblicata sul New England Journal
of Medicine (22 agosto 2019).
Bisogna
cambiare registro, se non ora quando?
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
A.N.S.A., 16 ottobre 2019
Smog, Italia prima in Europa per morti da biossido
azoto. Rapporto Aea sulla qualità dell’aria 2019.
BRUXELLES –
Primo paese dell’Ue per morti premature da biossido di azoto (NO2) e nel gruppo
di quelli che sforano sistematicamente i limiti di legge per i principali
inquinanti atmosferici. E’ l’Italia vista dalle centraline antismog, i cui dati
sono stati raccolti e analizzati dall’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) nel
rapporto annuale sulla qualità dell’aria. Secondo l’analisi dei rilevamenti
2016, la Penisola ha il valore più alto dell’Ue di decessi prematuri per
biossido di azoto (NO2, 14.600), ozono (O3, 3000) e il secondo per il
particolato fine PM2,5 (58.600). Complessivamente nell’Ue a 28 lo smog è
responsabile di 372mila decessi prematuri, in calo dai 391mila del 2015. Come
nel quadro generale europeo, i dati indicano un miglioramento anche per
l’Italia rispetto al 2015, quando l’Eea stimava i decessi prematuri per NO2 nel
nostro paese a 20mila unità.
Le
rilevazioni più recenti, datate 2017, vedono le concentrazioni di polveri
sottili (PM2,5) più elevate in Italia e sei paesi dell’est (Bulgaria, Croazia,
Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Slovacchia). Torino contende a Parigi e
Londra il primato di città europea più inquinata da NO2 e, tra le città più
piccole, Padova si segnala per l’alta concentrazione media di PM2,5 e PM10. La
situazione non migliora nelle aree rurali nazionali, con superamenti dei limiti
giornalieri di particolato registrati in sedici delle 27 centraline che hanno
rilevato valori irregolari nell’Ue. Due milioni di italiani vivono in aree,
soprattutto la Pianura Padana, dove i limiti Ue per i tre inquinanti principali
sono violati sistematicamente.
Cagliari,
Bastione di S. Croce
da L’Unione
Sarda, 17 ottobre 2019
ALLARME
INQUINAMENTO. Polveri sottili, Cagliari ai primi posti in Italia per
superamento dei limiti.
I cambiamenti climatici sono un
problema che riguarda tutti e ovunque. Anche in Sardegna. (Antonio Barracca,
medico)
I
cambiamenti climatici sono uno dei più gravi problemi del nostro tempo. Essi
condizionano tutti gli aspetti della nostra convivenza mettendo a rischio la
stessa sostenibilità dei nostri servizi sanitari. L’uso di combustibili fossili
determina l’inquinamento dell’aria che è il maggiore fattore di rischio delle
malattie cardiache.
La ricerca
scientifica e quella in medicina in particolare, con la raccolta sistematica
dei dati, da anni producono evidenze certe del rapporto negativo tra
inquinamento dell’aria e la mortalità correlata. Di recente è stato pubblicato
sul New England Journal of Medicine un interessante
lavoro scientifico che ha preso in considerazione l’inquinamento dell’aria e la
mortalità giornaliera in 652 città.
Lo studio ha
valutato l’associazione fra il particolato che inaliamo, con un diametro
aerodinamico di 10 micrometri (PM 10) e quello ancora più piccolo di 2,5
micrometri (PM 2,5) con la mortalità giornaliera per tutte le cause ed in
particolare cardiovascolari e respiratorie raccolte in 24 stati o regioni di
sei continenti.
Gli autori
pertanto sono giunti alla conclusione che esiste una relazione certa fra cause
ed effetti. Il particolato, in conclusione, è una causa indipendente (vuol dire
che non ci sono altre cause) della mortalità giornaliera riscontrata.
L’analisi
finale ha incluso 56 milioni di morti per tutte le cause, 20,1 milioni di morti
per malattie cardiovascolari e 5,6 milioni per malattie respiratorie.
È stata
anche calcolata la concentrazione media annuale dei particolati che è stata
rispettivamente di 44,3 micro grammi per metro cubo per quello maggiore e 35,6
micro grammi per metro cubo per quello di dimensioni inferiori.
La Sardegna,
al di là della posizione geografica, del suo clima e della esposizione a venti
di maestrale è interessata profondamente dalla presenza di polveri sottili. In
particolare viene valuto il superamento giornaliero del PM 10.
Cagliari, S.
S. n. 554, campo nomadi abusivo, incendio di rifiuti (6 novembre 2016)
A Cagliari
la soglia di riferimento accettata viene superata in media 49 volte al dì.
Cagliari si posiziona al quarto posto dopo Torino (89 volte), Milano (79 volte)
e Venezia (63 volte). Abbiamo quindi un problema di salute pubblica che non
interessa alcune zone della città, ma la città nel suo complesso perché queste
polveri formano come una cappa che la avvolge.
Da anni la
comunità scientifica conduce importanti ricerche che hanno lo scopo di studiare
la relazione fra l’inquinamento atmosferico e la mortalità.
In questi
ultimi dieci anni numerosi singoli lavori hanno interessato l’Europa, gli Stati
Uniti, l’America del Sud.
Il lavoro
scientifico citato, invece, ha preso in considerazione l’Asia orientale,
l’Europa, il nord America e numerose città dell’America Latina e dell’Africa ed
è stato principalmente sostenuto dal “National Natural Science Foundation of
China”.
Per noi
medici e per chi si occupa di ricerca scientifica non è una novità.
La Cina da
molti anni sta investendo importanti risorse per promuovere l’educazione
avanzata i tutti i settori della società perché la scienza ha un valore
prioritario per lo sviluppo della società. La Cina nel 2017 ha investito in
ricerca e sviluppo 443 miliardi di dollari, solo 40 miliardi meno degli Stati
Uniti. Nel 2018 le pubblicazioni scientifiche della Cina hanno superato quelle
di qualunque altro paese al mondo. I settori avanzati sono l’informatica, la
fisica e l’intelligenza artificiale.
Il filone di
ricerca biomedica dal quale siamo partiti è importante per tutti noi, ma
soprattutto per la Cina per la frequenza molto alta di patologie
cardiovascolari, respiratorie e di tumori in gran parte correlati agli
altissimi livelli di inquinamento dell’atmosfera.
L’apporto
della Cina e dei suoi milioni di ricercatori e scienziati darà un grandissima
spinta al miglioramento della conoscenza e del progresso dell’intero pianeta.
Cosa deve farci capire tutto ciò? Che il mondo sta cambiando e dovremmo
guardare con più attenzione alla Cina. Ma è necessario che anche noi investiamo
nelle persone, nell’educazione, nella ricerca e nella nostra identità senza
aver paura.
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