I consumatori suscitano solitamente uno scarsissimo interesse presso
l’opinione pubblica italiana. Quando cominciano ad acquistare di meno, però,
ecco che allora molti cominciano a preoccuparsi del loro operato. E si chiedono
come mai non facciano più il loro dovere, come mai addirittura mettano in
difficoltà il nostro livello di benessere e le possibilità di sviluppo del
sistema economico. È raro cioè che ai consumatori si dedichi un’attenzione
costante e tesa ad analizzare in maniera rigorosa l’andamento dei loro
comportamenti nel tempo. Fa eccezione Domenico Secondulfo, uno dei più
importanti studiosi dei consumi in Italia, che da 10 anni ha messo in piedi,
presso l’Università di Verona, l’Osservatorio sui consumi delle famiglie,
realizzato con il supporto della società di ricerca SWG. Ora Secondulfo,
insieme a Luigi Tronca e Lorenzo Migliorati, ha raccolto in un volume alcune
delle riflessioni sviluppate nel tempo all’interno del suo Osservatorio. Il
volume, pubblicato dall’editore FrancoAngeli, s’intitola Primo rapporto
dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie. Una nuova normalità. Gli
autori sostengono la tesi che i consumi in Italia sembrano essere arrivati a un
punto di svolta. Vale a dire che sono convinti che, come scrivono
nell’introduzione del volume, «l’impatto psicologico e sociale della crisi
economica si è consolidato in una nuova normalità, non più così depressa dal
ricordo delle abitudini precedenti alla crisi economica, e quindi in grado di
fornire un nuovo punto di partenza» (p. 8).
Va sottolineato però che nel volume di Secondulfo, Tronca e Migliorati non
risultano molto chiare le principali direzioni che i consumi hanno cominciato a
prendere nel nostro Paese. Possono pertanto venirci in soccorso a questo
proposito i risultati di un altro sforzo che è stato intrapreso in Italia per
analizzare l’andamento dei comportamenti di consumo nel tempo: quello promosso
dalla Coop. Questa grande catena distributiva, infatti, da diversi anni
monitorizza anch’essa in maniera continuativa i consumi, raccogliendo numerosi
dati da varie fonti e producendo annualmente un rapporto, curato dal suo
Ufficio Studi, la cui ultima versione è appena uscita.
Il Rapporto Coop 2019 – Economia, consumi e stili di vita degli
italiani di oggi presenta numerosi temi, ma forse l’aspetto più
significativo è quello relativo al focus sviluppato al suo interno rispetto
alla crescente presa di consapevolezza da parte dei consumatori italiani
dell’importanza dei problemi che riguardano l’ambiente. Infatti, l’ultima
edizione del rapporto Coop mostra in maniera evidente come molti comportamenti
dei consumatori si trovino attualmente in una fase di cambiamento. Ad esempio,
nel nostro Paese aumentano in maniera significativa gli acquisti di automobili
ibride ed elettriche, così come quelli di prodotti alimentari biologici, di
capi d’abbigliamento ecologici e di prodotti cosmetici “verdi”.
È noto che da diversi anni i consumatori italiani dichiaravano di solito nelle
ricerche e nei sondaggi di essere fortemente schierati a difesa dell’ambiente.
In realtà, andando a vedere i loro effettivi comportamenti di consumo, si
scopriva che questi erano tutt’altro che ecologici. La fatica e l’impegno
richiesti dalla tutela dell’ambiente scoraggiavano di solito nelle persone
l’adozione di comportamenti in grado di proteggere la natura. E i consumatori
italiani, a differenza di molti dei loro colleghi europei, soprattutto di
quelli dei Paesi del Nord, preferivano perciò molto spesso continuare a
ignorare tali comportamenti. Sembra però che oggi nell’ambito della tutela
dell’ambiente qualcosa stia cambiando nei comportanti dei consumatori italiani,
almeno di una parte di essi. Forse perché i media ogni giorno ci ricordano che
la situazione del nostro Pianeta sta diventando sempre più drammatica.
Il rapporto Coop 2019 mostra inoltre come la cosiddetta “generazione Greta”
sia oggi particolarmente sensibile ai problemi dell’ambiente e modifichi
pertanto di conseguenza i suoi comportamenti di consumo. Ciò poteva però essere
in qualche misura prevedibile, dato il notevole impegno che molti giovani di
tutto il mondo stanno impiegando per riuscire a sensibilizzare la società
rispetto a questi problemi. Più sorprendenti, nel rapporto Coop, sono invece i
comportamenti che hanno cominciato a praticare i “perennials”, cioè delle
persone che, secondo la recente definizione dell’imprenditrice statunitense
Gina Pell, pur avendo più di quarant’anni, sono molto curiose, appassionate,
creative, sicure di sé, al passo con la tecnologia e consapevoli di quello che
sta accadendo nel mondo. Tali persone, infatti, hanno già adottato dei
comportamenti che dimostrano che esse sono pienamente consapevoli dei gravi
problemi dell’ambiente: fanno di solito la raccolta differenziata, hanno
ridotto il consumo di plastica, tendono sempre più ad acquistare dei prodotti
biologici e cercano di sostituire l’auto di proprietà con il più
ecologico car sharing.
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