sabato 15 giugno 2019

Aragoste galluresi, leghisti e vento - Francesco Giorgioni


Leggo su La Nuova Sardegna che l’assessora regionale competente ha abolito l’obbligo del giornale di bordo per la pesca dei crostacei. 
Subito mi si accende una lampadina dentro la testa, si annodano fili e ricordi di vecchie interviste sepolte nella memoria. Questo flusso cerebrale produce una conclusione: la Lega e l’aragosta, in Sardegna, sono un binomio politico. Ora vi spiego.
Credo sia stato il dicembre del 2008. Alla redazione di Olbia dove lavoravo arrivò un fax, allora ancora si usavano, che annunciava l’inaugurazione della prima sezione della Lega nord in Sardegna. A Trinità d’Agultu, Gallura.
Sono passati solo dieci anni, ma allora la cosa fece davvero ridere.
L’inaugurazione credo fosse fissata per i primi di gennaio del 2009, io avevo già programmato le ferie e sapevo di non poterci andare.
Allora cercai i promotori del lieto evento politico e riuscii a contattare il signor Mauro Morlè, di professione pescatore.
Perché si sappia, il primo leghista sardo certificato è lui. Sapevo che c’erano già stati abbracci tra i sardisti di destra e camicie verdi, sapevo di un sardista candidato in un seggio leghista alle politiche. ma di sezione leghiste nell’Isola non se ne erano ancora viste.
Morlè mi raccontò al telefono, con cristallina franchezza, il suo repentino approdo sulle coste di Pontida (non c’è il mare, a Pontida, ma avrete capito che si tratta di un’immagine simbolica).
Insomma, nei villaggi turistici di quel pezzo di Gallura che guarda verso Castelsardo c’era sempre un grande traffico di leghisti, cui il mare sardo piaceva assai.
Tra questi spiccava per intraprendenza un europarlamentare, l’onorevole Fabio Rizzi, che aveva stretto un rapporto di amicizia con Morlè. A Rizzi piaceva andare sulla barca di Morlè e assistere alla pesca delle aragoste.
Senonché, durante una di queste uscite, un episodio fece scoccare l’intesa politica.
Il primo leghista sardo mi raccontò che un giorno tirò su un’aragosta molto piccola. Un’occhiata per stimarne le dimensioni fu sufficiente per ributtarla in acqua.
Il leghista continentale ne fu stupito. Chiese informazioni su quell’inconcepibile spreco, scoprendo in quel momento dal pescatore che le direttive comunitarie vietavano la cattura di crostacei sotto i trenta centimetri. In quello stesso momento, sul legno del peschereccio, Rizzi promise che avrebbe promosso una battaglia in sede europea per cancellare questo divieto.
Morlè gliene fu grato e prese la tessera leghista. Non solo, aprì anche una sezione del Carroccio a Trinità.
Allora la cosa fece ridere i più e fu un clamoroso errore di valutazione. Nessuno è bravo come i pescatori nel fiutare il vento.

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