Il 15 dicembre 2020, SCoPEx [Stratospheric Controlled Perturbation Experiment – Esperimento di Perturbazione Stratosferica Controllata], un progetto avviato dall’Università di Harvard per fare dei passi avanti nella manipolazione del clima per mezzo della geoingegneria solare e finanziato da miliardari e fondazioni private statunitensi, ha annunciato la pianificazione di un esperimento a cielo aperto in Svezia, nonostante l’opposizione globale a questa tecnologia da parte di ambientalisti, popoli indigeni e sostenitori della giustizia climatica. Hanno intenzione di farlo a Kiruna, nel territorio indigeno del popolo Sami.
SCoPEx è uno dei progetti a cui si oppone la
campagna globale contro la geoingegneria «Giù le mani dalla Madre Terra!», che ha raccolto l’adesione di 200
organizzazioni di cinque continenti, fra le quali ci sono reti internazionali
come La Via Campesina, la Rete Ambientale Indigena, l’Alleanza per la Giustizia
Climatica, Amici della Terra International, la Marcia Mondiale delle Donne e
l’Alleanza per la Biodiversità in America Latina.
La geoingegneria è un insieme di tecnologie che
comportano forti impatti collaterali, ambientali e sociali. Per questo la
Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica [CBD,
dall’inglese Convention on Biological Diversity] ha stabilito nel 2010 una moratoria contro il loro rilascio, con il
consenso dei suoi 196 paesi membri. Vengono permessi esperimenti di
piccola scala a determinate condizioni, che finora nessun progetto ha
soddisfatto. Gli Stati Uniti non fanno parte della CBD. Come SCoPEx, la maggior
parte della promozione e della ricerca nel campo della geoingegneria proviene
per l’appunto da questo paese.
La geoingegneria solare si propone di riflettere
o bloccare parte dei raggi solari che raggiungono la terra, per abbassare la
temperatura. Si vuole ad esempio imitare l’effetto delle eruzioni vulcaniche
iniettando solfati in nuvole artificiali nella stratosfera. Alla scala che
sarebbe necessaria per abbassare la temperatura globale, ciò provocherebbe
perturbazione dei monsoni in Asia e siccità in Africa e in America Latina,
mettendo a rischio le fonti di acqua e di cibo di due miliardi di persone.[1]
I ricercatori di SCoPex dicono
che ora si tratta solo di apparecchiature sperimentali – un grande pallone
aerostatico che salirà nella stratosfera, con una sonda che, in esperimenti
futuri, sarà in grado di disseminare materiali riflettenti. Il
pallone verrebbe fatto salire sopra i cieli del popolo Sami dalla Corporazione
Svedese per lo Spazio. Secondo SCoPEx, si è deciso di trasferire in Svezia questo progetto di geoingegneria a
causa delle restrizioni legate alla pandemia di Covid-19 negli Stati Uniti.
I ricaercatori affermano che in futuro sperimenteranno con questa
apparecchiatura la disseminazione di carbonato di calcio, anche se nel progetto
originale prevedono di utilizzare altri materiali come i solfati, che sono la
cosa più vicina alla composizione delle nuvole vulcaniche. L’iniezione di
solfati nella stratosfera distrugge lo strato di ozono.
La suddivisione degli esperimenti in fasi è una
tattica che è stata utilizzata per lo sviluppo di tecnologie ad alto rischio,
fra cui le armi e le tecnologie nucleari. In questo modo si sviluppano le
componenti necessarie di progetti rischiosi, evitando le normative, la critica
e il controllo pubblico finché ogni parte non è pronta. È degno di nota
il fatto che anche negli Stati Uniti SCoPEx prevedeva di utilizzare territori
indigeni, come per le sperimentazioni di armi atomiche e per altri cosiddetti
esperimenti scientifici.
Niclas Hallström, dell’organizzazione svedese «What Next?», ha dichiarato
alla Reuters: «Questo esperimento non ha significato se non per consentire il
passo successivo. È come se
sperimentassero il detonatore di una bomba [separato da essa] e dicessero che
non può fare nessun danno».[2]
In effetti, l’esperimento in Svezia non ha senso
senza la continuazione che lo stesso SCoPEx ammette: nuovi passi avanti per
rendere possibile la messa in atto della geoingegneria solare. Più che di un
esperimento tecnico, si tratta di una mossa politica per legittimare gli
esperimenti di geoingegneria a cielo aperto, come hanno segnalato altri
scienziati che conoscono bene la questione, come Raymond Pierrehumbert.[3]
SCoPEx ha costituito anche il proprio comitato
consultivo, con accademici statunitensi (sebbene il progetto comporti impatti
globali) per simulare che viene
consultata la società. 80 organizzazioni hanno denunciato questo comitato come
una farsa.[4]
Hallström segnala inoltre che la società svedese chiede cambiamenti reali
per affrontare il cambiamento climatico, ma che il progetto di Harvard si
colloca al polo opposto, dando
l’impressione che con le tecnologie si possa gestire il cambiamento climatico e
sia possibile continuare ad utilizzare i combustibili fossili.
Questo è un altro dei problemi della geoingegneria: che funzioni o meno,
diventa un alibi per la
continuazione del caos climatico e dell’attività delle industrie più
inquinanti, che possono persino fare nuovi affari con la geoingegneria.
David Keith, direttore del Programma di
Geoingegneria Solare dell’Università di Harvard, ideatore e principale portavoce
di SCoPEx, è uno dei più attivi promotori della geoingegneria su scala globale. Parallelamente ha fondato, con finanziamenti di Bill Gates,
l’impresa commerciale di geoingegneria Carbon Engineering (per vendere
tecnologia di cattura diretta del carbonio dall’aria), i cui principali
azionisti sono le imprese petrolifere Chevron, BP e la mega-impresa mineraria
BHP Billiton.
Questo è il vero contesto. Dobbiamo fermare gli esperimenti di
geoingegneria solare in qualsiasi modo vengano mascherati.
Fonte: «Geoingenieros avanzan sobre
territorio indígena», in La Jornada, 19/12/2020.
Traduzione a cura di Camminardomandando.
[1] Si veda «Stratospheric Aerosol Injection
(technology factsheet)», in
Geoengineering Monitor, 11 giugno 2018.
[2] Alister Doyle, «Planned Harvard balloon test in Sweden stirs solar
geoengineering unease», Reuters, 18 dicembre 2020.
[3] Raymond Pierrehumbert, «The trouble with geoengineers “hacking the planet”», Bulletin of the
Atomic Scientist, 23 giugno 2017.
[4] «¡No a la geoingeniería solar y a la participación sin sentido!». Declaración sobre el Experimento de Geoingeniería Solar propuesto y el Comité Asesor del ScoPEx, in Monitor de Geoingeniería, 31 luglio 2020.
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