Il riciclo e la circolarità sono
requisiti indispensabili per l’imballaggio ma, nonostante le
aziende produttrici di alimenti sembrano impegnate con sempre crescente
consapevolezza nell’utilizzo di un packaging sostenibile –
parliamo di involucri, scatole e imballaggi facili da riciclare – i numeri non
sembrano riservare buone notizie.
Un’economia circolare dipende da catene del
valore del riciclo sostenibile, che assicurano che i cartoni vengano
raccolti, smistati e riciclati nella pratica e su vasta scala. Una
ricerca commissionata da Zero
Waste Europe a Eunomia Research & Consulting ha
rivelato però che il tasso effettivo di riciclaggio del cartone per bevande in
quattro Paesi europei è purtroppo molto inferiore a quello
attualmente riportato.
I tassi di riciclaggio dei cartoni per
bevande multistrato nel 2020 nel Regno Unito, Germania, Spagna e Svezia –
calcolato utilizzando la nuova metodologia di calcolo dell’Unione europea –
mostrano infatti che questi materiali plastic free (o quasi),
come i cartoni delle bevande, non si dimostrano così sostenibili come promesso.
“Sebbene la plastica sia stata sotto i
riflettori per i suoi bassi tassi di raccolta e riciclaggio, questo studio
mostra che altri materiali complessi come i cartoni non stanno andando molto
meglio”, ha spiegato Joan Marc Simon , direttore di Zero Waste
Europe.
Si stima che il tasso di riciclaggio
effettivo della Germania sia del 47,8%. Estremamente più basso
rispetto a quello attualmente riportato dall’Alliance for
Beverage Cartons and the Environment (ACE) del 75% e del tasso di
raccolta dell’87,4% comunicato sempre dall’ACE. Il tasso di riciclaggio stimato
del cartone della Spagna è significativamente inferiore al
21,5%, in calo rispetto alla stima di ACE dell’80% contro un tasso di raccolta
del 51,2%. Si stima invece che Svezia e Regno Unito abbiano
riciclato il 21,9% e il 29,5% dei loro cartoni, meno rispetto alle stime di ACE
rispettivamente del 33% e del 36%.
I cartoni per bevande sono
particolarmente difficili da riciclare a causa della loro composizione.
Sebbene infatti i materiali utilizzati nella realizzazione di un cartone siano
tecnicamente riciclabili, la presenza di vari strati, tra cartone,
polimeri plastici e alluminio, rende difficile una loro separazione per il
riciclaggio e il ritrattamento.
Il rapporto ha anche rilevato altri
fattori che hanno avuto un impatto negativo sul tasso di
riciclaggio: la difficoltà nell’individuare e separare i cartoni per bevande
negli impianti di smistamento dei materiali e la mancanza di impianti
idonei per riciclarli al meglio (in Italia sono solamente due), per
via delle carenti capacità di elaborazione presso gli impianti di riciclaggio
specializzati.
La riciclabilità e la prevenzione della
dispersione degli imballaggi nell’ambiente è diventata il principale requisito
di sostenibilità per gli imballaggi e sta definendo quali tipi di imballaggi
verranno utilizzati nei prossimi decenni. Ma, secondo Simon, “l’UE dovrà
sviluppare linee guida e metodologie chiare per garantire una
reale riciclabilità”. Cosa fare dunque?
Secondo il direttore di Zero Waste
Europe bisognerà muoversi lungo quattro direttive principali. Innanzitutto,
“garantire che i produttori di imballaggi complessi pongano la circolarità
al centro del processo di progettazione”. Sarà poi necessario mobilitare
gli investimenti verso il riutilizzo e il riciclaggio delle
infrastrutture e implementare sistemi di raccolta e smistamento
efficaci. Infine, spiega Simon, bisognerà “disporre di un’unica
etichetta di riciclabilità, affidabile e ampiamente riconosciuta, con
attribuzione dipendente dalle caratteristiche del prodotto e dalle tecnologie
di raccolta e riciclo attualmente disponibili su scala industriale”.
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